Compare l'angelo che ci da le spalle. Non conosce il pezzo a memoria e deve osservare lo spartito mentre suona. Da lui Giuseppe attinge a nuova forza e vigore spirituale. Pace e gioia si contrappongo al dolore per la fuga. Mentre la musica innalza i cuori e infonde armonia, Giuseppe si rende partecipe attivo nella scena collaborando con l'angelo. Attraverso lo spartito sono udibili le parole di Dio. Il falegname, dal viso stanco e della barba bianca lunga e incolta, sorregge uno spartito mentre l'angelo di fronte a lui suona un violino. Indossa un drappo bianco e le sue ali sono nere. Gli occhi stanchi del falegname, faticano a stare aperti ma resistono per osservare l'inaspettata presenza.
In un paesaggio autunnale, sotto il cielo nuvoloso e come unico aiuto quello di un asino per il trasporto, la famiglia è in fuga da Erode. In una breve tappa verso il tanto l'agognato Egitto, allietati da una musica celestiale, si accampano affianco un corso d'acqua. La stanchezza di lei e l'ansia di lui sono riconoscibili. Lasciano gli amici e il lavoro per dirigersi verso un paese dalle diverse abitudini,dove si parla una lingua diversa. Li almeno saranno al sicuro. Giuseppe siede su un sacco e ha affianco una damigiana. Pane e vino e saranno gustati dopo il riposo.
La fiducia e l'obbedienza verso il Signore li porta ad affrontare un estenuante viaggio, ma solo così la vita e l'innocenza del loro figlio sarà salva
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse:
"Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuol cercare il bambino per ucciderlo".
Giuseppe si alzò nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall'Egitto ho chiamato il figlio mio.
Matteo 2, 13-15
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