Orare se senatum populumque Romanum, ne in se innoxios deditos acerbius quam in hostes saevirent Huic orationi senatus ita responderi iussit, neque illos recte fecisse, cum in Italiam venerint oppidumque in alieno agro, nullius Romani magistratus, qui ei provinciae praeesset, permissu aedificare conati sint; neque senatui placere deditos spoliari Itaque se cum iis legatos ad consulem missuros, qui, si redeant, unde venerint, omnia iis sua reddi iubeant, quique protinus eant trans Alpes, et denuntient Gallicis populis, multitudinem suam domi contineant: Alpes prope inexsuperabilem finem in medio esse: non utique iis melius fore qui eas primi peruias fecissent Legati missi L Furius Purpurio Q Minucius L Manlius Acidinus |
Pregavano il senato e il popolo romano di non infierire contro di loro, che si erano arresi senza aver fatto del male, più che se fossero stati dei nemici A questo discorso il senato fece rispondere così: da un lato essi avevano avuto torto a venire in Italia e tentar di fondare una città su un territorio altrui senza il permesso del magistrato romano preposto a quella provincia; dallaltro il senato non voleva che si spogliasse chi si era arreso Perciò avrebbero mandato dei legati con loro, a dire al console di restituirgli tutte le loro cose se tornavano donde erano venuti, e spingendosi più avanti, di là dalle Alpi, a intimare alle popolazioni della Gallia di tenere a casa loro le proprie tribù; le Alpi erano frappposte come un confine quasi insuperabile; in ogni caso, tanto peggio per coloro che per primi le avessero rese traversabili Come legati si mandarono L Furie Purpurione, Q Minucio, L Manlio Acidino |
Galli, redditis omnibus, quae sine cuiusquam iniuria habebant, Italia excesserunt [55] Legatis Romanis Transalpini populi benigne responderunt Seniores eorum nimiam lenitatem populi Romani castigarunt, quod eos homines, qui gentis iniussu profecti occupare agrum imperii Romani et in alieno solo aedificare oppidum conati sint, impunitos dimiserint: debuisse gravem temeritatis mercedem statui Quod vero etiam sua reddiderint, vereri ne tanta indulgentia plures ad talia audenda impellantur Et exceperunt et prosecuti cum donis legatos sunt M Claudius consul Gallis ex provincia exactis Histricum bellum moliri coepit litteris ad senatum missis, ut sibi in Histriam traducere legiones liceret Id senatui placuit |
I Galli uscirono dallItalia, dopo avere ottenuta la restituzione di quello che senza danno di nessuno possedevano [55] Ai legati romani i popoli Transalpini risposero cortesemente Il loro consiglio di anziani criticò come eccessiva la mitezza del popolo romano, per aver lasciato ripartire impuniti coloro che, usciti senza alcun ordine della loro nazione, avevano tentato di occupare il territorio dellimpero romano e costruire una città sul suolo altrui:mentre si sarebbe dovuto ripagare con la severità quel gesto temerario Quanto poi ad avere restituito per giunta le cose loro, temevano che tanta indulgenza incoraggiasse ancora altri a simili audacie E ricevettero e congedarono i legati romani con doni Il console M Claudio, cacciati i Galli dalla provincia, cominciò a preparare una guerra in Istria mandando una lettera ai senato per essere autorizzato a trasportare in Istria le sue legioni Il senato non approvò |
Illud agitabant, uti colonia Aquileia deduceretur, nec satis constabat, utrum Latinam an civium Romanorum deduci placeret Postremo Latinam potius coloniam deducendam patres censuerunt Triumviri creati sunt P Scipio Nasica C Flaminius L Manlius Acidinus Eodem anno Mutina et Parma coloniae civium Romanorum sunt deductae Bina milia hominum in agro, qui proxime Boiorum, ante Tuscorum fuerat, octona iugera Parmae, quina Mutinae acceperunt Deduxerunt triumviri M Aemilius Lepidus T Aebutius Parrus L Quinctius Crispinus Et Saturnia colonia civium Romanorum in agrum Caletranum est deducta Deduxerunt triumviri Q Fabius Labeo C Afranius Stellio Ti Sempronius Gracchus In singulos iugera data dena |
Stavano trattando di fondare una colonia ad Aquileia, e non era ancora fissato se si dovesse fondare una colonia latina o di cittadini romani Alla fine i senatori stabilirono di fondarne piuttosto una latina Furono eletti triumviri P Scipione Nasica, C Flaminio, L Manlio Acidino Nello stesso anno furono dedotte le colonie di Modena e Parma, di cittadini romani I duemila coloni di ognuna ebbero, nella terra che ultimamente era stata dei Boi e prima ancora degli Etruschi , otto iugeri per ciascuno a Parma, cinque a Modena Le fondarono i triumviri M Emilio Lepido, T Ebuzio Parro, L Quinzio Crispino E fu fondata anche nel territorio Caletrano la colonia Saturnia di cittadini romani La dedussero i triumviri Q Fabio Labeone, C Afranio Stellione, Ti Sempronio Gracco Furono assegnati dieci iugeri a testa |
Maybe you might be interested
Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 51 - 55
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 51 - 55
[56] Eodem anno A Terentius proconsul haud procul flumine Hibero, in agro Ausetano, et proelia secunda cum Celtiberis fecit, et oppida, quae ibi communierant, aliquot expugnavit Ulterior Hispania eo anno in pace fuit, quia et P Sempronius proconsul diutino morbo est implicitus, et nullo lacessente peropportune quieverunt Lusitani Nec in Liguribus memorabile quicquam a Q Fabio consule gestum Ex Histria reuocatus M Marcellus exercitu dimisso Romam comitiorum causa rediit Creavit consules Cn Baebium Tamphilum et L Aemilium Paulum Cum M Aemilio Lepido hic aedilis curulis fuerat; a quo consule quintus annus erat, cum is ipse Lepidus post duas repulsas consul factus esset Praetores inde facti Q Fulvius Flaccus M Valerius Laevinus P Manlius iterum M Ogulnius Gallus L Caecilius Denter C Terentius Istra |
[56] Nello stesso anno il propretore A Terenzio ebbe scontri favorevoli coi Celtiberi non lontano dal fiume Ebro nel territorio Ausetano ed espugnò alcune città che essi vi avevano fortificate La Spagna Ulteriore fu quellanno in pace perché il propretore P Sempronio fu preso da una lunga malattia, e fortunatamente i Lusitani, non provocati, non si ribellarono Neppure fra i Liguri fu compiuto nulla di note ia vole dal console Q Fabio Richiamato dallIstria, M Marcello congedò lesercito e venne a Roma per i comizi Creò consoli Cn Bebio Tanfilo e L Emilio Paolo Questultimo era stato edile curule con M Emilio Lepido, dal cui consolato erano già trascorsi cinque anni, sebbene lo stesso Lepido fosse stato eletto console dopo ben due bocciature Pretori furono quindi eletti Q Fulvio Flacco, M Valerio Levino , P Manlio per la se conda volta , M Ogulnio Gallo, L Cecilio Dentre, C Terenzio Istra |
Supplicatio extremo anno fuit prodigiorum causa, quod sanguine per biduum pluvisse in area Concordiae satis credebant, nuntiatumque erat haud procul Sicilia insulam, quae non ante fuerat, novam editam e mari esse Hannibalem hoc anno Antias Valerius decessisse est auctor legatis ad eam rem ad Prusiam missis praeter T Quinctium Flamininum, cuius in ea re celebre est nomen, L Scipione Asiatico et P Scipione Nasica |
Sugli ultimi dellanno vi fu una supplicazione a causa di certi prodigi, perché era una diffusa credenza che avesse piovuto sangue due giorni sullarea della Concordia, e avevano riferito che non lungi dalla Sicilia fosse emersa dal mare una nuova isola, mai vista prima dallora In questanno, secondo Valerio Anziate sarebbe morto Annibale, ed i delegati, spediti a Prusia per trattare riguardo a lui, sarebbero stati, oltre T Quinzio Flaminino, il cui nome è quello che si cita di solito a questo proposito, L Scipione lAsiatico e P Scipione Nasica |