Quos ubi nequiquam tumultuantes in spatio exiguo uoluere turmas uidit nec posse aperire in hostes uiam, reuectus ad antesignanos legionum, cum desiluisset ex equo, 'nostrum' inquit, 'peditum illud, milites, est opus; agitedum, ut me uideritis, quacumque incessero in aciem hostium, ferro uiam facientem, sic pro se quisque obuios sternite; illa omnia, qua nunc erectae micant hastae, patefacta strage vasta cernetis ' Haec dicta dederat, cum equites consulis iussu discurrunt in cornua legionibusque in mediam aciem aperiunt viam Primus omnium consul inuadit hostem et cum quo forte contulit gradum obtruncat |
Ma quando si rese conto che l'agitarsi confuso delle schiere impegnate a manovrare in uno spazio ristretto non portava a risultati e non gli permetteva di aprire una breccia tra i nemici, tornato dai soldati della prima linea, scese da cavallo e disse loro: C'è bisogno di noi fanti, o soldati, per questa manovra Avanti, quando mi vedrete farmi strada a colpi di spada, in qualunque punto della linea nemica io mi lancerò all'assalto, allo stesso modo ciascuno di voi abbatta tutti qvelli che gli si pareranno di fronte Tutte le lance che ora vedete brillare diritte, saranno distese a terra in una immane carneficina Aveva appena finito di dire queste cose, che i cavalieri, ottemperando all'ordine del console, si gettarono a briglia sciolta verso le ali, aprendo così la via alle legioni nella parte centrale dello schieramento avversario Il console fu il primo a lanciarsi contro il nemico, uccidendo il soldato che gli aveva sbarrato il passo |
Hoc spectaculo accensi dextra laeuaque ante se quisque memorandum proelium cient; stant obnixi Samnites, quamquam plura accipiunt quam inferunt volnera Aliquamdiu iam pugnatum erat; atrox caedes circa signa Samnitium, fuga ab nulladum parte erat: adeo morte sola vinci destinauerant animis Itaque Romani cum et fluere iam lassitudine vires sentirent et diei haud multum superesse, accensi ira concitant se in hostem Tum primum referri pedem atque inclinari rem in fugam apparuit; tum capi, occidi Samnis; nec superfuissent multi, ni nox victoriam magis quam proelium diremisset |
Esaltati a questa vista, i Romani schierati all'ala destra e alla sinistra - ciascuno per se stesso - accesero una mischia memorabile I Sanniti resistevano, subendo però più colpi di quanti non ne riuscissero a dare La battaglia infuriava già da tempo: intorno alle insegne dei Sanniti il massacro era spaventoso, ma nessuno dei reparti accennava alla fuga, tanto erano determinati a non farsi sopraffare se non dalla morte E così i Romani, rendendosi conto che le forze stavano scemando per la stanchezza e che ormai restava ben poca luce, si gettarono contro il nemico carichi di rabbia Allora ci furono i primi segni di cedimento e le avvisaglie di una rotta imminente; i Sanniti vennero catturati, uccisi (e non ne sarebbero sopravvissuti molti, se la notte non avesse interrotto qvella che era una vittoria più che una battaglia) |
Et Romani fatebantur nunquam cum pertinaciore hoste conflictum, et Samnites, cum quaereretur quaenam prima causa tam obstinatos movisset in fugam, oculos sibi Romanorum ardere uisos aiebant uesanosque uoltus et furentia ora; inde plus quam ex alia ulla re terroris ortum Quem terrorem non pugnae solum eventu sed nocturna profectione confessi sunt Postero die uacuis hostium castris Romanus potitur, quo se omnis Campanorum multitudo gratulabunda effudit [34] Ceterum hoc gaudium magna prope clade in Samnio foedatum est Nam ab Saticula profectus Cornelius consul exercitum incaute in saltum caua ualle peruium circaque insessum ab hoste induxit nec prius quam recipi tuto signa non poterant imminentem capiti hostem uidit |
I Romani ammettevano di non aver mai combattuto con un nemico più tenace, mentre i Sanniti, essendo loro stato domandato che cosa li avesse spinti, nella loro determinazione, alla fuga, dicevano di aver visto il fuoco negli occhi dei Romani, e un folle furore nei loro sguardi Era stato questo, più di ogni altra cosa, a terrorizzarli E qvel panico essi ammisero di averlo provato non solo nelle fasi conclusive della battaglia, ma anche nella fuga che seguì durante la notte Il giorno seguente i Romani presero l'accampamento deserto, dove si andò a riversare l'intera popolazione di Capua per congratularsi della vittoria 34 Ma poco mancò che questa gioia venisse guastata da una grave disfatta subita nel Sannio Partito infatti da Saticola, il console Cornelio ebbe l'incauta idea di portare il suo esercito in una valle incassata e gremita di nemici su entrambi i versanti, senza accorgersi della loro presenza sulle alture prima che i suoi uomini non potessero più mettersi al riparo in sicurezza |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 18 - 20
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 29; 18 - 20
Dum id morae Samnitibus est quoad totum in uallem infimam demitteret agmen, P Decius tribunus militum conspicit unum editum in saltu collem, imminentem hostium castris, aditu arduum impedito agmini, expeditis haud difficilem Itaque consuli territo animi 'uidesne tu' inquit, ' Corneli, cacumen illud supra hostem Arx illa est spei salutisque nostrae, si eam, quoniam caeci reliquere Samnites, impigre capimus Ne tu mihi plus quam unius legionis principes hastatosque dederis; cum quibus ubi euasero in summum, perge hinc omni liber metu, teque et exercitum serua; neque enim moueri hostis, subiectus nobis ad omnes ictus, sine sua pernicie poterit Nos deinde aut fortuna populi Romani aut nostra virtus expediet |
Mentre i Sanniti indugiavano nell'attesa che l'intero esercito fosse sceso fino al fondo della valle, il tribuno dei soldati Publio Decio individuò una vetta che dominava sulla gola sovrastando l'accampamento dei nemici, e che pur essendo quasi impraticabile per un esercito impedito dall'equipaggiamento, non presentava invece difficoltà per dei fanti armati alla leggera Perciò, rivolgendosi al console che era in preda alla paura, Decio gli disse: Aulo Cornelio, vedi qvella cima sopra il nemico Può essere il baluardo della nostra speranza e della nostra salvezza, se non indugiamo ad occuparla, visto che i Sanniti sono stati così ciechi da abbandonarla Dammi soltanto la prima e la seconda linea di una legione Quando avrò raggiunto la cima alla testa di quegli uomini, mettiti in marcia senza paura, preoccupandoti di te e dell'esercito certo che il nemico, esposto come sarà a tutti i nostri colpi, non potrà muoversi senza gravi perdite Quanto a noi, la buona sorte del popolo romano o il nostro valore ci metterà in salvo |
' Conlaudatus ab consule accepto praesidio uadit occultus per saltum; nec prius ab hoste est uisus quam loco quem petebat appropinquauit Inde admiratione pauentibus cunctis, cum omnium in se uertisset oculos, et spatium consuli dedit ad subducendum agmen in aequiorem locum et ipse in summo constitit uertice |
Il console lodò il piano e Decio, presi con sé gli uomini che aveva richiesto, si avviò su per la gola senza farsi vedere E i nemici non lo individuarono prima che egli fosse riuscito a raggiungere il punto desiderato Avendo quindi attirato su di sé l'attenzione di tutti i nemici che si erano voltati in preda a stupore e preoccupazione, Decio diede al console l'opportunità di portare l'esercito in un punto più favorevole e si andò a piazzare in cima all'altura |
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Samnites dum huc illuc signa uertunt utriusque rei amissa occasione neque insequi consulem nisi per eandem uallem, in qua paulo ante subiectum eum telis suis habuerant, possunt, nec erigere agmen in captum super se ab Decio tumulum; sed cum ira in hos magis, qui fortunam gerendae rei eripuerant, tum propinquitas loci atque ipsa paucitas incitat; et nunc circumdare undique collem armatis uolunt, ut a consule Decium intercludant, nunc uiam patefacere, ut degressos in uallem adoriantur Incertos quid agerent nox oppressit |
I Sanniti, dirigendosi ora da una parte ora dall'altra, fallirono entrambe le opportunità: non riuscirono né a inseguire il console (se non per qvella stessa valle infossata nella quale lo avevano poco prima tenuto sotto la minaccia delle loro lance), né a far salire gli uomini sulla cima che li sovrastava e che era stata occupata da Decio A spronarli all'attacco non era soltanto il risentimento nei confronti di quanti avevano loro tolto la possibilità di sfruttare un'ottima occasione, ma anche la vicinanza della cima e il numero esiguo di soldati che la stavano difendendo Mentre sulle prime avrebbero voluto circondare il colle con le loro truppe, tagliando quindi i collegamenti tra Decio e il console, sùbito dopo la loro intenzione sarebbe stata qvella di lasciargli via libera per poi assalirli una volta scesi nella valle La notte li sorprese mentre stavano ancora decidendo sul da farsi |
Decium primum spes tenuit cum subeuntibus in adversum collem ex superiore loco se pugnaturum; deinde admiratio incessit quod nec pugnam inirent nec, si ab eo consilio iniquitate loci deterrentur, opere se ualloque circumdarent Tum centurionibus ad se uocatis: 'Quaenam illa inscitia belli ac pigritia est Aut quonam modo isti ex Sidicinis Campanisque victoriam pepererunt Huc atque illuc signa moueri ac modo in unum conferri modo educi uidetis; opus quidem incipit nemo, cum iam circumdati uallo potuerimus esse Tum vero nos similes istorum simus, si diutius hic moremur quam commodum sit Agitedum ite mecum ut, dum lucis aliquid superest, quibus locis praesidia ponant, qua pateat hinc exitus, exploremus |
Sulle prime Decio sperò di poter combattere da una posizione elevata mentre i Sanniti cercavano di salire sulla cima Poi si stupì nel vedere che i nemici non attaccavano e che, se a distoglierli da qvel proposito era la posizione sfavorevole, non tentassero neppure di accerchiare i Romani con ua trincea e uno steccato Chiamati quindi a sé i centurioni, disse loro: Quale inettitudine militare, quale pigrizia Come avranno potuto vincere con Sidicini e Campani Li avete visti muoversi su e giù, ora separando ora riunendo le loro forze, senza che a nessuno venisse in mente di costruire fortificazioni, mentre ormai avremmo già potuto essere circondati da una palizzata Faremo come loro, se ci fermeremo quassù più di quanto ci convenga Avanti dunque, finché resta ancora un po' di luce, venite con me, e cerchiamo di scoprire dove stiano piazzando gli uomini di guardia e se esista la possibilità di uscire di qui |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 31-40
' Haec omnia sagulo gregali amictus centurionibus item manipularium militum habitu ductis Ne ducem circumire hostes notarent, perlustrauit [35] Vigiliis deinde dispositis ceteris omnibus tesseram dari iubet, ubi secundae vigiliae bucina datum signum esset, armati cum silentio ad se convenirent Quo ubi, sicut edictum erat, taciti conuenerunt, 'hoc silentium, milites,' inquit, 'omisso militari adsensu in me audiendo seruandum est Vbi sententiam meam vobis peregero, tum quibus eadem placebunt in dextram partem taciti transibitis; quae pars maior erit, eo stabitur consilio Nunc quae mente agitem audite Non fuga delatos nec inertia relictos hic uos circumvenit hostis: virtute cepistis locum, virtute hinc oportet euadatis |
Con un mantello da semplice soldato, accompagnato dai suoi centurioni anch'essi in tenuta da fanti ordinari (per evitare così che il nemico si rendesse conto che il comandante in persona compiva un giro di esplorazione), Decio andò a verificare le due cose 35 Poi, disposte le sentinelle, ordinò di passare parola al resto dei suoi uomini: non appena avessero sentito la tromba suonare il segnale del secondo turno di guardia, avrebbero dovuto armarsi in silenzio e presentarsi da lui Una volta radunatisi in silenzio come era stato loro ordinato, il tribuno disse: Soldati, dovete mantenere il silenzio e ascoltarmi senza reagire con le solite urla di assenso Quando avrò finito di esporvi il mio piano, qvelli che lo approveranno si metteranno alla mia destra, senza dir nulla Il gruppo più numeroso imporrà la sua decisione Adesso ascoltate qvello che ho in mente Il nemico non vi ha costretti qua come se foste stati dispersi da una rotta o rimasti indietro per colpa della vostra indolenza: è con il coraggio che avete occupato questa posizione, e dev'essere il coraggio a darvi una via d'uscita |
Veniendo huc exercitum egregium populo Romano seruastis: erumpendo hinc uosmet ipsos servate; digni estis qui pauci pluribus opem tuleritis, ipsi nullius auxilio egueritis Cum eo hoste res est, qui hesterno die delendi omnis exercitus fortuna per socordiam usus non sit, hunc tam opportunum collem imminentem capiti suo non ante uiderit quam captum a nobis, nos tam paucos tot ipse milibus hominum nec ascensu arcuerit nec tenentes locum, cum diei tantum superesset, uallo circumdederit Quem videntem ac vigilantem sic eluseritis, sopitum oportet fallatis, immo necesse est; in eo enim loco res sunt nostrae ut vobis ego magis necessitas vestrae index quam consilii auctor sim |
Salendo qui avete salvato un esercito formidabile per il popolo romano: aprendo un varco salverete voi stessi motivo di onore per un così esiguo manipolo aver portato aiuto a molti e non aver avuto bisogno del sostegno di nessuno Avete di fronte un nemico che, pur avendo avuto ieri l'opportunità di distruggere un'intera armata, se l'è lasciata sfuggire per pura indolenza; un nemico che, non ostante avesse sopra la testa questa cima strategica, si è accorto della sua esistenza soltanto dopo averla vista finire in mano nostra, e che, pur essendo noi pochissimi contro migliaia di uomini, non ci ha impedito la salita né ha tentato di accerchiarci con una palizzata quando ormai ci eravamo impossessati della cima e restava ben poca luce Se lo avete eluso mentre era sveglio e all'erta, ora che dorme potete, anzi dovete beffarlo Ci troviamo infatti in una situazione tale che io mi limito a indicarvi la via obbligata piuttosto che proporvi un piano |
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Neque enim, maneatis an abeatis hinc, deliberari potest, cum praeter arma et animos armorum memores nihil vobis fortuna reliqui fecerit fameque et siti moriendum sit, si plus quam viros ac Romanos decet ferrum timeamus Ergo una est salus erumpere hinc atque abire; id aut interdiu aut nocte faciamus oportet Ecce autem aliud minus dubium; quippe, si lux exspectetur, quae spes est non uallo perpetuo fossaque nos saepturum hostem, qui nunc corporibus suis subiectis undique cinxerit, ut videtis, collem Atqui si nox opportuna est eruptioni, sicut est, haec profecto noctis aptissima hora est Signo secundae vigiliae convenistis, quod tempus mortales somno altissimo premit; per corpora sopita vadetis vel silentio incautos fallentes vel sentientibus clamore subito pavorem iniecturi |
Perché non si tratta di decidere se rimanere qua o andarsene, visto che la sorte non vi ha lasciato nient'altro che le armi e la capacità di usarle, e siamo destinati a morire o di fame o di sete, se ci lasciamo intimorire dalle spade nemiche più di quanto non si addica a chi è uomo e Romano Dunque la nostra unica speranza di salvezza è aprirci un varco e fuggire: possiamo tentare di giorno o nel cuore della notte Ma qui, lo vedete bene, lo spazio di scelta è ancora minore: perché se aspettassimo l'alba, che speranze avremmo di non essere circondati dal nemico con un fossato e una palizzata senza varchi, visto che, come vedete, ora ci ha già attorniato con tutti i suoi uomini schierati sotto di noi Ora, se - come in effetti è - indicata per una sortita è la notte, questo è certamente il momento più adatto della notte Siete venuti qua al segnale del secondo turno di guardia, quando cioè per gli esseri umani il sonno è più profondo: avanzate in mezzo ai corpi assopiti, in silenzio insinuandovi tra uomini indifesi, ma pronti a terrorizzarli con un urlo improvviso se dovessero sentirvi |