Grande nemico di Siena, continuando la politica del padre Guglielmo, depredava e danneggiava i Senesi appoggiandosi ai Fiorentini. Oderisi da Gubbio famoso miniatore nativo di Gubbio.Dante conobbe il miniatore a Bologna. Provenzan Salvani capo di parte ghibellinapreponderante nella sua città. Ebbe una grande importanza nei fatti che condussero alla vittoria di Siena nella battaglia di Montaperti e al convegno di Empoli fu uno di quelli che votarono per la distruzione di Firenze. Morì nella battaglia di Colle di Val d'Elsa in cui i senesi vennero sconfitti dai fiorentini. SPIEGAZIONE E' la cornice dei superbi che sono chinati e devono camminare gravati da un macigno e si percuotono perché durante la vita hanno guardato troppo in alto. Devono meditare su esempi di virtù e su esempi del loro peccato punito. Dante incontra tre anime di personaggi realmente esistiti che incarnano tre tipi di superbia: Omberto Aldobrandeschisuperbia nobiliare; Oderisi da Gubbio superbia in ambito artistico; Provenzan Salvani superbia politica; PARAFRASI E se io (Omberto Aldobrandeschi) non fossi impossibilitato da questo sasso che domina la mia superbia, per cui è necessario che io guardi, guarderei lui (Dante) che è ancora vivo e il cui nome non è stato ancora rivelato per vedere se lo conosco e per indurlo a pietà di questa mia pena. (52-57) Io fui Latino e nato da un toscano: Guglielmo Aldobrandesco fu mio padre, non so se conoscete già il suo nome. (stato di sospensione tra la superbia e la proiezione verso l'umiltà).(58-60) La nobiltà antica e le opere virtuose dei miei antenati mi fecero così arrogante che, non pensando alla madre comune degli uomini (terra o Eva) ebbi talmente disprezzo per ogni uomo che io mori per questo come i Senesi (furono i senesi ad ucciderlo) sanno e lo sa ogni uomo di Campagnatico (il suo feudo). (61-66) Io sono Omberto e non solo a me arreca danno la superbia perché ha tratto con se nei guai tutti i miei antenati. (67-69) E qui è necessario che io porti questo peso per tutto il tempo che occorre per pagare a Dio la mia pena qui tra le anime poiché non l'ho fatto quando ero vivo". (70-72) Per ascoltare meglio chinai verso il basso la faccia (Dante si sente un po' superbo) e uno di loro, non quello che parlava, si torse sotto il peso che la impedisce nei movimenti e mi vide e riconoscendomi mi chiamò tenendo gli occhi con fatica fissi a me che procedevo tutto chino con loro. (polisindeto sforzo/ desiderio di comunicare con Dante). (73-78) "Oh" gli dissi " non sei tu Oderisi, l'onore di Gubbio e l'onore di quell'arte che è chiamata alluminar (miniatura) in Parigi?" (79-81) "Fratello" disse egli " splendono di più le carte dipinte da Franco Bolognese, l'onore ora è tutto suo e mio solo in parte.