Il disco delle urine per giungere ad una diagnosi

il disco delle urine per giungere ad una diagnosi

fin dall'antichità greca l'esame delle urine costituisce per il medico, insieme a quello del polso, il mezzo principale per giungere alla diagnosi. Dopo averle odorate e in certi casi assaggiate, il dottore ne studia l'aspetto, la consistenza, la fluidità e soprattutto il colore

quest'ultimo passo è il più importante e delicato, e per facilitarlo, nascono dei campionari che consentono di definire con precisione la tinta del liquido. Questi campionari di colori - fra i più antichi mai realizzati - sono spesso a forma di disco. Più ci si avvicina all'età moderna, più aumenta il numero delle sfumature presentate.

I dischi delle urine (rotae urinarum) erano campionari di forma circolare che aiutavano a determinare con esattezza, la sfumatura di colore confrontandola con l'urina. Inquadrare il più possibile la sfumatura, aiutava a valutare lo squilibrio umorale. Le sfumature sono graduate dal bianco al nero (il caso più grave). I dischi erano vere e proprie scale cromatiche. Nel Medioevo, i colori, non venivano classificati secondo l'ordine dello spettro (era ancora presto) ma seguendo quello che per tradizione è attribuito ad Aristotele: bianco, giallo, arancione, rosso, verde, violetto, nero.

A volte nei sistemi di corrispondenza, alla fine del Medioevo, venivano indicate le 6 età della vita, associata ognuna ad un colore:

  1. bianco per la prima infanzia
  2. blu per l'inizio dell'adolescenza
  3. verde per la giovinezza
  4. rosso per il pieno vigore
  5. giallo per il declino
  6. nero per l'inverno