[VI]Inter Siciliam ceterasque provincias, iudices, in agrorum vectigalium ratione hoc interest, quod ceteris aut impositum vectigal est certum, quod stipendiarium dicitur, ut Hispanis et plerisque Poenorum quasi victoriae praemium ac poena belli, aut censoria locatio constituta est, ut Asiae lege Sempronia: Siciliae civitates sic in amicitiam fidemque accepimus ut eodem iure essent quo fuissent, eadem condicione populo Romano parerent qua suis antea paruissent [13] Perpaucae Siciliae civitates sunt bello a maioribus nostris subactae; quarum ager cum esset publicus populi Romani factus, tamen illis est redditus; is ager a censoribus locari solet |
[VI]Nel sistema di imposta sui terreni, giudici, tra la Sicilia e le altre province c'è questa differenza, cioè che alle altre o è sta to imposto il pagamento di una determinata tassa, che si chiama tributo in denaro, come a esempio agli Spagnoli e alla maggior parte dei Cartaginesi , quasi come una sorta di premio per la nostra vittoria e di punizione per la guerra, o è stata fissata una tassa la cui riscossione è da ta in appalto dai censori, come avviene per l'Asia in base alla legge Sempronia: le città della Sicilia invece così accogliamo nella nostra amicizia e prese sotto la nostra protezione, in modo che continuassero ad avere le leggi di prima e che obbedissero al popolo roma no alle medesime condizioni alle quali prima obbedivano ai loro governanti [13]Pochissime città della Sicilia sono state sottomesse con la guerra dai nostri antenati; il loro territorio, benché divenuto proprietà del popolo ro mano, fu tuttavia restituito loro; di consueto la riscossio ne dell'imposta su questo terreno è data in appalto dai censori |
Foederatae civitates duae sunt, quarum decumae venire non soleant, Mamertina et Tauromenitana, quinque praeterea sine foedere immunes [civitates] ac liberae, Centuripina, Halaesina, Segestana, Halicyensis, Panhormitana; praeterea omnis ager Siciliae civitatum decumanus est, itemque ante imperium populi Romani ipsorum Siculorum voluntate et institutis fuit [14] Videte nunc maiorum sapien tiam, qui cum Siciliam tam opportunum subsidium belli atque pacis ad rem publicam adiunxissent, tanta cura Siculos tueri ac retinere voluerunt ut non modo eorum agris vectigal novum nullum imponerent, sed ne legem quidem venditionis decumarum neve vendundi aut tempus aut locum commutarent, ut certo tempore anni, ut ibidem in Sicilia, denique ut lege Hieronica venderent |
Ci sono due città federate, non sottoposte di norma al sistema di aggiudicazione delle decime, Messi na e Taormina, e inoltre cinque città che, pur non essen do federate, sono anch'esse esenti da gravami e libere da imposte, Centúripe, Alesa, Segesta, Alicie, Palermo; tutto il resto del territorio delle città siciliane è sottoposto al versamento della decima, e così era anche prima del do minio del popolo romano, per volontà dei Siciliani stessi e secondo le norme da loro stabilite [14] Considerate ora la saggezza dei nostri antenati, i quali, avendo forni to con l'annessione della Sicilia al nostro stato una fonte di rifornimenti così utile sia in guerra sia in pace, vollero proteggere e mantenersi fedeli i Siciliani con tanta cura che non mutarono neppure la legge per l'aggiudicazione delle decime, né l'epoca o il luogo dell'aggiudicazione, come avveniva in un determinato periodo dell'anno, come av veniva sempre nel medesimo luogo in Sicilia, come avveniva infine secondo la legge di Ierone |
Voluerunt eos in suis rebus ipsos interesse, eorumque animos non modo lege nova sed ne nomine quidem legis novo commoveri [15] Itaque decumas lege Hieronica semper vendundas censuerunt, ut iis iucundior esset muneris illius functio, si eius regis qui Siculis carissimus fuit non solum instituta commutato imperio, verum etiam nomen maneret Hoc iure ante Verrem praetorem Siculi semper usi sunt: hic primus instituta omnium, consuetudinem a maioribus traditam, condicionem amicitiae, ius societatis convellere et commutare ausus est [VII, 16] Qua in re primum illud reprehendo et accuso, cur in re tam vetere, tam usitata quicquam novi feceris |
I nostri antenati volle ro che fossero i Siciliani stessi a intervenire in una questione che li riguardava, e che non si sentissero urtati non solo da una legge nuova, ma neppure da un nuovo nome imposto alla legge 15 Decisero dunque che le decime venissero sempre aggiudicate in base alla legge di Ierone, perché adempissero più volentieri a quell'obbligo, se di quel re che fu assai caro ai Siciliani si fossero [15] Decisero quindi che le decime fossero sempre aggiudicate secondo la legge di Ierone, affinché la funzione di questi doveri fosse più agevole, se di quel re, carissimo ai Siciliani si conservasse, pur essendo cambiato il governo,non solo leggi, ma anche il nome I Siciliani si valsero sempre di questa legge prima del governo di Verre; questi fu il primo che osò sconvolgere e trasformare le disposizioni cui tutti si erano attenuti, la consuetudine trasmessaci dagli antena ti, il patto d'amicizia e il diritto garantito dall'alleanza [VII, 16] Ecco ciò di cui, Verre, in questo ambito prima di rutto ti rimprovero e ti accuso, perchè tu hai introdotto qualcosa di nuovo in una materia tanto an tica e tanto consolidata dalla consuetudine |
Maybe you might be interested
Ingenio aliquid adsecutus es Tot homines sapientissimos et clarissimos, qui illam provinciam ante te tenuerunt, prudentia consilioque vicisti Est tuum, est ingeni diligentiaeque tuae: do hoc tibi et concedo |
Grazie alla tua intelligenza hai ottenuto un miglioramento In senno e avvedutezza hai vinto tanti personaggi così saggi e illustri, che governarono quella provincia prima di te opera tua, frutto della tua intelligenza e della tua ocula tezza: sta bene, te lo concedo |
Scio te Romae, cum praetor esses, edicto tuo possessiones hereditatum a liberis ad alienos, a primis heredibus ad secundos, a legibus ad libidinem tuam transtulisse; scio te edicta superiorum omnium correxisse et possessiones hereditatum non secundum eos qui proferrent, sed secundum eos qui dicerent testamentum factum dedisse; easque res novas abs te prolatas et inventas magno tibi quaestui fuisse scio; eundemque te memini censorias quoque leges in sartis tectis exigendis tollere et commutare, ne is redimeret cuia res esset, ne pupillo tutores propinquique consulerent quo minus fortunis omnibus everteretur; exiguam diem praefinire operi qua ceteros ab negotio excluderes, ipse in tuo redemptore nullam certam diem observares | Io so che a Roma, quando eri pretore, con il tuo editto hai trasferito i possessi ere ditari dai figli a degli estranei, dagli eredi in linea diretta ai secondi eredi, trasformando a piacer tuo le leggi in materia; so che hai corretto gli editti di tutti i tuoi prede cessori e hai assegnato il possesso delle eredità non a vantaggio di coloro che presentavano il testamento, ma a vantaggio di coloro che si limitavano a dichiarare che il testamento era stato fatto; e so che queste innovazioni introdotte ed escogitate da te ti hanno fruttato un guada gno cospicuo; e ricordo che fosti ancor sempre tu ad an nullare e trasformare i contratti dei censori in materia di manutenzione degli edifici pubblici, a impedire che si aggiudicasse il lavoro colui al quale spettava, che i tutori e i parenti provvedessero a che l'orfano non fosse sprovvisto di tutti i suoi beni; e a fissare un termine troppo breve per la consegna del lavoro, in modo da escludere tutti gli altri dalla possibilità di aggiudicarselo, salvo poi non pretendere affatto dal tuo aggiudicatario il rispetto della data di consegna |
Maybe you might be interested
[17] Quam ob rem novam legem te in decumis statuisse non miror, hominem in edictis praetoriis, in censoriis legibus tam prudentem, tam exercitatum,non, inquam, miror te aliquid excogitasse; sed quod tua sponte iniussu populi sine senatus auctoritate iura provinciae Siciliae mutaveris, id reprehendo, id accuso [18] L Octavio et C Cottae consulibus senatus permisit ut vini et olei decumas et frugum minutarum, quas ante quaestores in Sicilia vendere consuessent, Romae venderent, legemque his rebus quam ipsis videretur dicerent Cum locatio fieret, publicani postularunt quasdam res ut ad legem adderent neque tamen a ceteris censoriis legibus recederent Contra dixit is qui casu tum Romae fuit, tuus hospes, Verres,hospes, inquam, et familiaris tuus,Sthenius hic Thermitanus |
[17]Perciò non mi meraviglio che per quanto riguarda le decime abbia deciso una leg ge nuova tu, una persona così competente ed esperta di editti dei pretori e di contratti dei censori- non mi mera viglio,ripeto, che tu abbia saputo escogitare qualcosa; ma ti rimprovero e ti accuso di aver di tua iniziativa tra sgredito le leggi vigenti nella provincia di Sicilia, senza mandato del popolo e senza autorizzazione del senato [18]Il senato affidò ai consoli L Ottavio Cotta il compito di aggiudicare a Roma le decime del vino, dell'olio e dei legumi, che prima di norma venivano appaltate in Sicilia dai questori, e di fissare per queste co se il contratto che paresse loro opportuno Mentre si svolgeva l'appalto, la categoria degli appaltatori delle tasse avanzò la richiesta che, pur senza discostarsi dagli altri contratti dei censori, fossero inserite nel contratto d'appalto alcune aggiunte Si oppose uno che allora si trovava per caso a Roma, un tuo ospite, Verre-sì, un tuo ospite e amico-, il qui presente Stenio di Terme |
Consules causam cognorunt; cum viros primarios atque amplissimos civitatis multos in consilium advocassent, de consili sententia pronuntiarunt se lege Hieronica vendituros [VIII, 19] Itane vero Prudentissimi viri summa auctoritate praediti, quibus senatus legum dicendarum in locandis vectigalibus omnem potestatem permiserat populusque Romanus idem iusserat, Siculo uno recusante cum amplificatione vectigalium nomen Hieronicae legis mutare noluerunt: tu, homo minimi consili, nullius auctoritatis, iniussu populi ac senatus, tota Sicilia recusante, cum maximo detrimento atque adeo exitio vectigalium totam Hieronicam legem sustulisti [20] At quam legem corrigit, iudices, atque adeo totam tollit |
I conso li presero in esame la questione, e dopo aver convocato per sentirne il parere molti personaggi di primo piano, che erano i più illustri della città, sentenziarono che, in conformità al parere espresso da questo consiglio, avreb bero aggiudicato le decime secondo la legge di Ierone [VIII, 19] Ma è proprio così Personaggi di grande saggezza e dotati della suprema autorità, ai quali il senato aveva affidato pieno potere nello stabilire le leggi per l'appalto delle imposte, e a cui il popolo romano aveva conferito identico mandato, per l'opposizione di un solo siciliano non vollero mutare un articolo della legge di Ierone, rinunciando a un aumento delle entrate; e tu, che hai tanta poca saggezza e nessuna autorità, senza mandato alcuno del popolo e del senato, con l'opposizione della Sicilia intera, con danno gravissimo e anzi rovina delle nostre entrate, hai totalmente annullato la legge di Ierone [20] Ma che legge è, giudici, quella cui Verre ap porta delle correzioni, che anzi annulla per intero |
Maybe you might be interested
Acutissime ac diligentissime scriptam, quae lex omnibus custodiis subiectum aratorem decumano tradidit, ut neque in segetibus neque in areis neque in horreis neque in amovendo neque in exportando frumento grano uno posset arator sine maxima poena fraudare decumanum Scripta lex ita diligenter est ut eum scripsisse appareat qui alia vectigalia non haberet, ita acute ut Siculum, ita severe ut tyrannum; qua lege Siculis tamen arare expediret; nam ita diligenter constituta sunt iura decumano ut tamen ab invito aratore plus decuma non possit auferri |
Una legge che fu redatta con il più grande acume e la più grande cura, una legge che ha consegnato il coltivatore all'esattore delle decime, sottoponendolo ai controlli più minuziosi, in modo che il coltivatore non potesse, senza sottostare a una punizione durissima, frodare l'esattore di un solo chicco, né quando il frumento è nei campi, né quando è sull'aia, né quando è nei granai, né durante il suo trasferimento, né durante il suo trasporto una leg ge scritta evidentemente da chi non aveva altre entrate che questa, tanta è la minuziosa precisione con cui è stata scritta, da un Siciliano, tanta è la sua ingegnosità, da un tiranno, tanta è la sua severità; una legge tuttavia che consentiva ai Siciliani di coltivare con profitto la terra; infatti i diritti dell'esattore vi sono sì stabiliti con preci sione, senza che tuttavia sia possibile togliere al coltivatore, contro la sua volontà, più della decima |
[21] Cum haec essent ita constituta, Verres tot annis atque adeo saeculis tot inventus est qui haec non commutaret sed everteret, eaque quae iam diu ad salutem sociorum utilitatemque rei publicae composita comparataque essent ad suos improbissimos quaestus converteret; qui primum certos instituerit nomine decumanos, re vera ministros ac satellites cupiditatum suarum, per quos ostendam sic provinciam per triennium vexatam atque vastatam, iudices, ut eam multis annis multorum innocentia sapientiaque recreare nequeamus [IX, 22] Eorum omnium qui decumani vocabantur princeps erat Q ille Apronius, quem videtis; de cuius improbitate singulari gravissimarum legationum querimonias audivistis |
[21] Essendo queste le disposizioni vigenti, quando, do po tanti anni, anzi dopo tante generazioni, si trovò un Verre non dico a mutarle, ma ad abbattere, in vista dei suoi disonestissimi guadagni, un sistema che già da lungo tempo era stato organizzato e predisposto in vista del benessere degli alleati e del vantaggio del nostro stato; fu Verre che per la prima volta consegnò a determinate persone il compito, ufficialmente, di riscuotere la decima, in realtà di mettersi al servizio delle sue brame, come suoi complici e strumenti, attraverso i quali io vi dimostrerò, giudici, che la provincia è stata per tre anni sottoposta a tali angherie e saccheggi che noi ma potremo, sia pure in molti anni e con l'opera di mol ti governatori irreprensibili e saggi, riportarla alla condi zioni di prima [IX, 22] Capo di tutti quelli che venivano definiti esattori delle decime era quel Quinto Apronio che vedete qui presente; avete udito le lamentele per la sua incomparabile malvagità presentate da delegazioni della massima fiducia |
Maybe you might be interested
Cicerone, In Verrem: 02; 04-126-130
Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-126-130
Aspicite, iudices, vultum hominis et aspectum, et ex ea contumacia quam hic in perditis rebus retinet illos eius spiritus Siciliensis quos fuisse putetis [cogitate ac] recordamini Hic est Apronius quem in provincia tota Verres, cum undique nequissimos homines conquisisset, et cum ipse secum sui similis duxisset non parum multos, nequitia luxuria audacia sui simillimum iudicavit; itaque istos inter se perbrevi tempore non res, non ratio, non commendatio aliqua, sed studiorum turpitudo similitudoque coniunxit |
Guardate, giudici, l'espres sione l'atteggiamento di questo personaggio, e dalla tracotanza che conserva qui, in una situazione per lui disperata, considerate quale dobbiate pensare che fosse la sua sfacciata baldanza là in Sicilia, e ricordatevene Que sto è quell' Apronio che Verre, che avendo in tutta la provincia da ogni parte radunato gli uomini più nefandi, e avendone fatto entrare un buon numero di simili a sé nel suo seguito personale, giudicò fra tutti il più simile a sé per dissolutezza, sfrenatezza, arroganza; e così subito quei due furono uniti non già da un interesse, né da rapporti d'affari, né da una raccomandazione, ma dall'infame somiglianza delle loro passioni |