Analizzando complessivamente il quadro lombardo, Alessandra Dolci fa una serie di riflessioni ovviamente condivisibli. "Perché è accaduto?" si chiede. "Perché abbiamo avuto i sorvegliati speciali? Direi di no. Perché c'è stata una migrazione dal Sud al Nord per le note ragioni di disagio socio-economico? Direi di no. La risposta che mi sono data a malincuore - essendo lombarda - è che i mafiosi sono stati accettati a braccia aperte.
Finchè hanno mostrato il volto cattivo, sono stati certamente invisi al contesto sociale. Quando sono diventati imprenditori, l'attegiamento della società civile è mutato. La 'ndrangheta, per esempio offre servizi che sono appetibili: servizi illegali, come lo smaltimento di rifiuti, e servizi legali, come il recupero crediti. Quando sento parlare di imprenditori vittime delle mafie, nella mia esperienza giudiziaria faccio fatica a trovarne un numero congruo da riempire le dita di una mano"
Quando sento parlare di imprenditori vittime delle mafie, nella mia esperienza giudiziaria faccio fatica a trovarne un numero congruo da riempire le dita di una mano
Alessandra Dolci
Procuratore aggiunto di Milano
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Il quadro descritto dal procuratore aggiunto di Milano, Alessandra Dolci, è quello dei cosidetti "vantaggi impropri" di chi entra in relazione con la criminalità mafiosa, una sorta di "contiguità compiacente" che comporta dinamiche distorsive del mercato, creando conseguenze negative sull'imprenditoria sana. Ovviamente, a trarre vantaggi sono anche i politici che ai boss garantiscono risorse pubbliche in cambio di sostegno elettorale. Non è soltanto, come si potrebbe pensare uno scambio di utilità: è qualcosa che ha una valenza simbolica importante e contribuisce a legittimare i boss sul territorio.
Al Nord, molti imprenditori hanno ragionato in termini di convenienza, come racconta Alessandra Dolci, che coordina la Direzione distrettuale antimafia di Milano. Dai verbali di interrogatorio di molti imprenditori emergono considerazioni a sfondo utilitaristico.
"Meglio averli come amici che come nemici" si legge. "Dopotutto, il lavoro lo fanno bene e a prezzi che sono la metà rispetto a quello praticato da imprese lombarde."
In certe situazioni, si coglie un assoluto disprezzo per il bene comune:
"non ero interessato a sapere se pagasssero le tasse, avessero lavoratori in nero o rispettassero le norme di sicurezza sui cantieri. Dovevo pensare solo al bene della mia impresa, che era quello di aumentare i profitti".
Estratti del libro Complici e colpevoli di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso