Tacito, Dialogus de oratoribus: 21-30, pag 3

Tacito, Dialogus de oratoribus: 21-30

Latino: dall'autore Tacito, opera Dialogus de oratoribus parte 21-30
Notus est vobis utique Ciceronis liber, qui Brutus inscribitur, in cuius extrema parte (nam prior commemorationem veterum oratorum habet) sua initia, suos gradus, suae eloquentiae velut quandam educationem refert: se apud Q Nucium ius civile didicisse, apud Philonem Academicum, apud Diodotum Stoicum omnis philosophiae partis penitus hausisse; neque iis doctoribus contentum, quorum ei copia in urbe contigerat, Achaiam quoque et Asiam peragrasse, ut omnem omnium artium varietatem complecteretur

Itaque hercule in libris Ciceronis deprehendere licet, non geometriae, non musicae, non grammaticae, non denique ullius ingenuae artis scientiam ei defuisse

Ille dialecticae subtilitatem, ille moralis partis utilitatem, ille rerum motus causasque cognoverat
Vi è noto - è fuori dubbio - il Bruto di Cicerone, nella cui ultima parte (mentre la prima è una rassegna dei vecchi oratori) riferisce sui suoi inizi, sui graduali progressi e su quella che potrei chiamare la sua crescita come oratore: come abbia appreso il diritto civile presso Quinto Muzio, come abbia studiato a fondo tutte le parti della filosofia presso l'accademico Filone e lo stoico Diodoto, e come non contento di questi maestri, che gli erano accessibili a Roma, abbia percorso anche l'Acaia e l'Asia, per abbracciare tutto il sapere nella sua varietà

Ed è così che nei libri di Cicerone noi possiamo constatare che non gli ha fatto difetto la conoscenza della geometria, della musica, della grammatica, insomma di ogni ambito più alto del sapere

Possedeva le sottigliezze della dialettica, conosceva le lezioni pratiche della filosofia morale, le diverse manifestazioni e le cause dei fenomeni naturali
Ita est enim, optimi viri, ita: ex multa eruditione et plurimis artibus et omnium rerum scientia exundat et exuberat illa admirabilis eloquentia; neque oratoris vis et facultas, sicut ceterarum rerum, angustis et brevibus terminis cluditur, sed is est orator, qui de omni quaestione pulchre et ornate et ad persuadendum apte dicere pro dignitate rerum, ad utilitatem temporum, cum voluptate audientium possit

Perché, ottimi amici miei, questa è la realtà: è solo da un'erudizione vasta, dal concorso di molte e molte discipline e dalla profonda conoscenza del sapere universale che sgorga e trabocca quell'eloquenza meravigliosa; la forza e le potenzialità che l'oratore detiene non si possono circoscrivere, come negli altri casi, entro limiti stretti e angusti, ma è vero oratore chi sa parlare su ogni questione con grazia e in modo elegante e persuasivo, sapendo tener conto della dignità dell'argomento, delle necessità del momento e non senza piacere per chi ascolta

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