[34] Illic, plerique ut arbitra[ba]ntur, triste, ut ipse, providum potius et secundis numinibus evenit: nam egresso qui adfuerat populo vacuum et sine ullius noxa theatrum collapsum est ergo per compositos cantus grates dis atque ipsam recentis casus fortunam celebrans petiturusque maris Hadriae traiectus apud Beneventum interim consedit, ubi gladiatorium munus a Vatinio celebre edebatur Vatinius inter foedissima eius aulae ostenta fuit, sutrinae tabernae alumnus, corpore detorto, facetiis scurrilibus; primo in contumelias adsumptus, dehinc optimi cuiusque criminatione eo usque valuit, ut gratia pecunia vi nocendi etiam malos praemineret [35] Eius minus frequentanti Neroni ne inter voluptates quidem a sceleribus cessabatur |
34 Accadde lì un fatto, interpretato come infausto presagio dai più, ma provvidenziale e segno di favore divino, secondo lui: dopo l'uscita degli spettatori, il teatro, svuotato dalla folla e senza danno per nessuno, crollò Ringraziò allora, attraverso canti da lui composti, gli dèi, approfittando per celebrare anche la fortuna goduta nel recente episodio; e, avviandosi ad attraversare l'Adriatico, si fermò intanto a Benevento, dove gli venne offerto da Vatinio uno spettacolo di gladiatori affollatissimo Vatinio fu una delle mostruosità più ripugnanti di quella corte: uscito da una bottega di calzolaio, storpio nel fisico e con un certo talento per le battute scurrili, era stato, in principio, accolto come oggetto di scherno, ma poi si era affermato attraverso calunniosi attacchi contro le persone oneste, al punto da sopravanzare, per favore, denaro e potere di nuocere, anche i personaggi più biechi 35 Nerone presenziava ai giochi di Vatinio, ma nemmeno in mezzo agli svaghi cessava di pensare ai delitti |
isdem quippe illis diebus Torquatus Silanus mori adigitur, quia super Iuniae familiae claritudinem divum Augustum abavum ferebat iussi accusatores obicere prodigum largitionibus, neque aliam spem quam in rebus novis esse; quin [innobiles] habere, quos ab epistulis et libellis et rationibus appellet, nomina summae curae et meditamenta tum intimus quisque libertorum vincti abreptique; et cum damnatio instaret, brachiorum venas Torquatus interscidit secutaque Neronis oratio ex more, quamvis sontem et defensioni merito diffisum victurum tamen fuisse, si clementiam iudicis exspectasset |
Infatti proprio in quei giorni fu spinto a morire Torquato Silano, perché, oltre al privilegio di appartenere alla famiglia Giunia, vantava come trisavolo il divo Augusto Gli accusatori ebbero l'ordine di attaccarlo per la sua prodiga liberalità, presentandolo come persona cui non restava che la speranza di una sovversione politica, di cui erano indizi i segretari per la corrispondenza, per le suppliche e per la contabilità, cioè un apparato tipico del potere supremo e spia appunto delle sue intenzioni Tutti i liberti a lui più fedeli e vicini furono incatenati e portati via; Torquato, di fronte alla condanna imminente, si recise le vene delle braccia Seguirono le solite frasi di Nerone: che l'accusato, per quanto colpevole e giustamente sfiduciato di potersi difendere, avrebbe comunque potuto vivere, se avesse atteso la clemenza dei giudici |