Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 21-25, pag 5

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 21-25

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 21-25
Non licet stare caelestibus nec averti; prodeunt omnia: ut semel missa sunt, vadunt; idem erit illis cursus qui sui finis I corpi celesti non sono in grado di restare fermi, né di deviare il loro corso; tutti vanno avanti e procedono secondo la spinta che hanno avuto inizialmente; la fine della loro corsa verrà a coincidere con la loro stessa fine
Opus hoc aeternum irrevocabiles habet motus: qui si quando constiterint, alia aliis incident, quae nunc tenor et aequalitas servat" Questopera eterna possiede dei movimenti che non possono tornare indietro: se si arrestassero, quei corpi che ora sono comandati da un corso continuo e regolare cadrebbero gli uni sugli altri
[25,7] Quid est ergo cur aliqua redire videantur [25,7] E allora perché qualcuno sembra tornare indietro

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Solis occursus speciem illis tarditatis imponit et natura viarum circulorumque sic positorum ut certo tempore intuentes fallant: sic naves, quamvis plenis velis eant, videntur tamen stare Lincontro con il sole e la natura delle traiettorie e delle orbite descritte in modo tale che in alcuni momenti ingannano gli osservatori danno loro unapparente lentezza: allo stesso modo le navi, anche se procedono a vele spiegate, appaiono ferme
Erit qui demonstret aliquando in quibus cometae partibus currant, cur tam seducti a ceteris errent, quanti qualesque sint Un giorno qualcuno sarà in grado di dimostrare in quale regioni del cielo corrano le comete, perché errino allontanandosi così tanto dagli astri, quali siano la loro natura e le loro dimensioni

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