Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 01-05, pag 3

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 01-05
[3,2] Democritus quoque, subtilissimus antiquorum omnium, suspicari se ait plures stellas esse quae currant, sed nec numerum illarum posuit nec nomina, nondum comprehensis quinque siderum cursibus [3,2] Anche Democrito, il più analizzatore degli studiosi antichi, affermò di sospettare che esista un numero maggiore di astri che corrono, ma non ne stabilì il numero né i nomi, poiché a quel tempo non si conoscevano ancora le orbite dei cinque pianeti
Eudoxus primus ab Aegypto hos motus in Graeciam transtulit; hic tamen de cometis nihil dicit: ex quo apparet ne apud Aegyptios quidem, quibus maior caeli cura fuit, hanc partem elaboratam Eudosso per primo portò in Grecia dallEgitto la conoscenza dei movimenti dei pianeti; egli, però, non afferma nulla sulle comete: da ciò è evidente che neanche gli Egizi, che si occuparono in modo più approfondito dello studio del cielo, approfondirono questa parte dellastronomia
[3,3] Conon postea, diligens et ipse inquisitor, defectiones quidem solis servatas ab Aegyptiis collegit, nullam autem mentionem fecit cometarum, non praetermissurus, si quid explorati apud illos comperisset [3,3] In seguito, Conone, anche lui attento ricercatore, ha catalogato le eclissi di sole osservate dagli Egiziani, ma non ha nominato per niente le comete, soggetto che non avrebbe tralasciato se avesse conosciuto qualche osservazione compiuta da loro a tal riguardo

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 01-05
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 01-05

[4,1] Duo certe, qui apud Chaldaeos studuisse se dicunt, Epigenes et Apollonius Myndius, peritissimus inspiciendorum natalium, inter se dissident [4,1] Una cosa è certa che due scienziati che affermano di aver studiato presso i Caldei, Epigene e Apollonio di Mindo, molto esperto nel trarre gli oroscopi, non si trovano daccordo fra di loro
Hic enim ait cometas in numero stellarum errantium poni a Chaldaeis tenerique cursus eorum Questultimo, infatti, afferma che i Caldei contano le comete fra i pianeti e che hanno determinato le loro orbite

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 26-30
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 26-30

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 26-30

Epigenes contra ait Chaldaeos nihil de cometis habere comprensi, sed videri illos accendi turbine quodam aeris concitati et intorti Epigene, al contrario, afferma che i Caldei non hanno osservazioni sicure sulle comete, ma sembra che esse siano accese da un qualche turbine daria vorticoso e molto veloce
[4,2] Primum ergo, si tibi videtur, opiniones huius ponamus ac refellamus [4,2] Quindi, se ti sembra opportuno, prima esponiamo e confutiamo le opinioni di Epigene

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 01-05
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 02; 01-05

Huic videtur plurimum virium habere ad omnes sublimium motus stella Saturni Per lui, il pianeta Saturno esercita un influsso molto potente sui movimenti di tutti i corpi celesti
Haec, cum proxima signa Marti premit aut in lunae viciniam transit aut in solis incidit radios, natura ventosa et frigida contrahit pluribus locis aera conglobatque; deinde si radios solis assumpsit, tonat fulguratque; si Martem quoque consentientem habet, fulminat Quando insegue le costellazioni più vicine a Marte o passa vicino alla Luna o cade sotto i raggi del Sole, per la sua natura ventosa e fredda, attrae laria e la addensa in più luoghi; poi, se vi aggiunge i raggi del sole, origina i tuoni e i lampi; se ha anche Marte dalla sua parte, provoca i fulmini

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 11-15
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 11-15

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 11-15

[4,3] Praeterea, inquit, aliam materiam habent fulmina, aliam fulgurationes: aquarum enim et omnis umidi evaporatio splendores tantum caeli citra ictum minaces movet, illa autem calidior sicciorque terrarum exhalatio fulmina extundit [4,3] Inoltre i fulmini sono composti da una materia, i lampi da unaltra: infatti, levaporazione delle acque e di tutte le sostanze liquide provoca in cielo semplicemente dei bagliori che minacciano senza poi colpire, mentre quellesalazione più calda e più secca , caratteristica della terra, fa uscire fuori i fulmini
Tags: #seneca
Seneca, De providentia: Parte 02

Seneca, De Otio: 01; 01 - 04

Seneca, De providentia: Parte 04

Seneca, De providentia: Parte 06

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 07-08 Parte 02

Seneca, Lettere a Lucilio: Libro 16