nonostante il rango di Nebamun non fosse apparentemente tra i più elevati, egli preparò il proprio sepolcro ad arte. Questo doveva essere condiviso da Ipuki, con il quale Nebamun unì le forze e le competenze per realizzare una tomba raffinata e preziosa quanto quella dei nobili che sorgevano in quella zona.
L'oro veniva utilizzato per decorare i templi dedicati al faraone ed è collocato accanto al sovrano nella tomba affinché costui se ne potesse servire durante il viaggio nell'aldilà. Almeno una parete di queste camere funerarie era riservata alla celebrazione del lavoro del defunto: Orafi al lavoro ritrae infatti 11 artigiani occupati in varie attività - dalla pesatura iniziale dell'oro alla creazione di oggetti preziosi - e, oltre a costituire un elegante ritratto del mestiere, con molte mani animate in diverse azioni, fornisce importanti informazioni storiche sulle botteghe artigiane dell'antico Egitto e sull'alto grado di specializzazione richiesta agli orafi. Ipuki e Nebamun, che probabilmente erano fratelli o comunque imparentati, ci hanno voluto lasciare una chiara immagine della loro vocazione professionale