Lavorare ai progetti del faraone rappresentava una certezza di porzioni di cibo regolari. Sostenere gli operai era fondamentale per la realizzazione dei progetti. Se si voleva completare una piramide in tempo, i lavoratori dovevano essere prestanti e in forze. Spostare i blocchi di pietra era un attività che comportava un gran dispendio di energie. Tra i lavoratori c'era un numero rilevante di individui specializzati, che tramandavano le loro conoscenze di generazione in generazione. La costruzione della piramide era un imponente progetto edilizio
COSTRUZIONE DELLA PIRAMIDE DI CHEOPE
abitazioni rinvenute ci fanno capire che gli uomini che lavorarono alla piramide, non erano schiavi ma, in parte, artigiani. I sudditi venivano motivati con cibo e si supportavano con il cameratismo. La manodopera arrivava da tutto l'Egitto e la costruzione della piramide, rinsaldava il ruolo del faraone. Si creava una identità nazionale.
La giornata tipo di un lavoratore specializzato cominciava all'alba. Indossava il tipico gonnellino a fasce o una tunica di lino e rivolgeva una preghiera al Dio del Sole: Ra. Quindi faceva colazione con pane e pesce essiccato, bevendo birra. Il turno di lavoro prevedeva 10 ore e nei cantieri dovevano esserci a migliaia di lavoratori.
Tagliavano, spostavano e assemblavano tonnellate di pietra come una catena di montaggio. Per ottenere un singolo blocco, marcavano prima le dimensioni, poi scavavano ai lati, poi alla base, e lo estraevano. Era un lavoro estenuante, duro e pericoloso. Gli incidenti erano frequenti e gravi. Lo spostamento dei blocchi di pietra era una delle fasi delicate in cui ci si feriva più spesso.
Quando ci si infortunava, si veniva soccorsi in speciali strutture sul posto. Se si fratturava un arto, veniva fasciato come facciamo oggi. Secondo incisioni tombali rinvenute, conosciamo anche i trattamenti applicati dai medici dell'epoca. Era previsto l'impiego di piante nelle cure, ma anche di parti di animali. Si conoscevano anche alcune malattie degli occhi. Per prima cosa veniva invocato l'aiuto del Dio Sekhmet, dio della medicina.
Nelle fratture di un arto:
- si iniziava con il riallinemaneto dell'osso
- poi si immobilizava l'arto usando una stecca di legno
- si ricopriva l'eventuale lesione con del miele che era un disinfettante e antifiammatorio naturale
Per ferite più gravi si poteva anche amputare. Uno scheletro ritrovato a Giza, apparteneva ad un uomo che aveva subito l'amputazione di una gamba ed era sopravvisuto 14 anni.
Ma era solo il cibo che sprovava i lavoratori di Cheope? Tombe e mastabe scoperte ai piedi della piramide ci fa capire perchè molti parteciparono alla costruzione. Raccontano degli operai. Una tomba riporta la dicitura: supervisore alla costruzione delle piramidi.
I geroglifici sulle tombe mostrano uno spaccato di vita dei costruttori delle piramidi. Gli oggetti con cui venivano sepolti, le decorazioni, forniscono informazioni essenziali. La piramide avrebbe garantito loro un lascia passare per l'aldilà. Ecco la reale motivazione che spronò la manodopera. Partecipare alla costruzione della piramide concedeva l'oro l'immenso onore di essere sepolti vicino al proprio faraone a Giza. La vicinanza alla tomba del faraone, permetteva loro di trarre beneficio dalla sua influenza divina. Uno schiavo, infatti, non sarebbe mai stato seppellito vicino alla piramide
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