Leonardo comincia a lavorare al monumento equestre a Francesco Sforza padre di Ludovico il Moro. Si concentra sul progetto del monumento equestre, convinto che l'apprendistato presso il Verrocchio potesse bastare a superare il maestro che, in fatto di fusione, non aveva pari in Italia. Ma la fusione in bronzo era una procedura complessa, che richiedeva grande abilità tecniche che il giovane ambizioso pittore non aveva. In più voleva realizzare un monumento equestre molto più grande di quello del maestro un monumento alto almeno 7 metri e in una posa molto ardita per quel genere di manufatto. Difficilmente il bronzo fuso avrebbe potuto raggiungere quella zampa sollevata nell'atto del Passo che dava solennità al monumento.
Una crisi vera e propria che però non ferma l'artista ne raffredda i committenti e l'impresa va avanti con esiti per certi aspetti paradossali. Continuando a cambiare progetto e rendendolo via via più fattibile ma pur sempre straordinario, Leonardo realizza nei primi anni dell'ultimo decennio del secolo un modello di terracotta del monumento equestre nella Corte Vecchia del castello di Milano e questo modello risulta così impressionante che se ne comincia a parlare per tutta Italia. è il primo caso al mondo nel quale un'opera non ancora realizzata procura di un artista una fama straordinaria
Si comincia lodare il cavallo di bronzo ancora prima che sia fuso. Si pubblica un libretto in Italia nel quale si celebra l'impresa del cavallo di bronzo come di un'impresa mai fino ad allora tentata.
Pur senza aver realizzato l'opera, Leonardo riesce a superare il proprio maestro Come si era prefisso di fare: anche nel rinascimento la narrazione era molto più importante della realtà. l'opera non fatta di Leonardo si impone e supera quella concretamente fusa a Venezia del suo maestro.
Leonardo si giova della fortuna del progetto del cavallo di bronzo. Gli è bastato manifestare la sua intelligenza, il suo genio con disegni e con una invenzione grandiosa per prendere il primo posto tra gli artisti più grandi d'Italia. Poco importa la realtà della vicenda, destinata a concludersi tristemente sullo scorcio del 1499. Gli eserciti francesi, chiamati in Lombardia proprio da Ludovico il Moro, minacciano il regno e il duca offre il metallo che Leonardo aveva accumulato nella corte Vecchia ad Alfonso d'Este per farne bombarde difensive. La guerra divora il monumento alla guerra e Leonardo vede sfumare il sogno inseguito per due decenni Ma che gli aveva già procurato sufficiente gloria.
Solo Michelangelo non cadrà nella facile propaganda generata da quelli impresa e rinfaccerà pubblicamente a Leonardo di non essere riuscito a fondere il cavallo: ricordandogli che a Firenze la propaganda senza riscontro pratico non aveva la facile presa che aveva Milano e nel resto d'Italia.
Affrontando pubblicamente Leonardo davanti ad un piccolo circolo di Colt intellettuali fiorentini, Michelangelo dice:
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spiega tu che hai disegnato un cavallo da fondere e che non sei riuscito a fondere in bronzo... credi che siamo come quei Capponi dei milanesi?
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