[41] Romanorum primum agmen extra saltum circa templum Bendidium castra loco aperto posuit; pars altera ad custodiam impedimentorum medio in saltu, duplici circumdato vallo, mansit Postero die prius explorato saltu, quam moverent, primis se coniungunt In eo proelio cum et impedimentorum et calonum pars et milites aliquot, cum passim toto prope saltu pugnaretur, cecidissent, plurimum Q Minucii Thermi morte damni est acceptum, fortis ac strenui viri Eo die ad Hebrum flumen perventum est Inde Aeniorum finis praeter Apollinis, Zerynthium quem vocant incolae, templum superant Aliae angustiae circa Tempyra excipiunthoc loco nomen est, nec minus confragosae quam priores; sed, quia nihil silvestre circa est, ne latebras quidem ad insidiandum praebent |
[41] Lavanguardia romana si fermò in un luogo scoperto della boscaglia, vicino al tempio di Bendis, laltra parte rimase a guardia delle salmerie, in mezzo alla boscaglia, traeando ai lati una duplice trincea Il giorno dopo, non senza avere esplorato la boscaglia prima di muovere, si uniscono alle avanguardie In quella battaglia se andò perduta parte delle salmerie e dei salmieri, oltre ad alcuni soldati caduti mentre si combatteva qua e là per quasi tutto il bosco, più di tutto fu grave perdita la morte di Q Minucio Termo, valoroso e ardito soldato Quel giorno arrivarono al fiume Ebro Di qui attraversano il territorio degli Eni oltre il tempio di Apollo, che gli indigeni chiamano Zerintio Segue unaltra stretta presso Tempira (questo è il nome del luogo) e non meno dirupata delle precedenti; ma siccome allintorno non ci sono zone selvose, non offre neppure nascondigli per tendere imboscate |
Huc ad eandem spem praedae Thrausi, gens et ipsa Thraecum, convenere; sed, quia nudae valles, procul ut conspicerentur angustias obsidentes, efficiebant, minus terroris tumultusque fuit apud Romanos; quippe etsi iniquo loco, proelio tamen iusto, acie aperta, signis collatis dimicandum erat Conferti subeunt et cum clamore impetu facto primum expulere loco hostis, deinde avertere; fuga inde caedesque suis ipsos impedientibus angustiis fieri coepta est Romani victores ad vicum MaronitarumSalen appellantposuerunt castra Postero die patenti itinere Priaticus campus eos excepit, triduumque ibi frumentum accipientes manserunt, partem ex agris Maronitarum, conferentibus ipsis, partem ex navibus suis, quae cum omnis generis commeatu sequebantur Ab stativis diei via Apolloniam fuit |
Qua si adunarono richiamati dalla solita speranza di bottino i Trausi, popolazione tracia anche questa; ma siccome le valli scoperte lasciavano vedere a distanza quelli che sbarravano i passaggi obbligati, ci fu tra i Romani meno panico e meno disordine; perché si aveva da combattere in terreno sfavorevole sì, ma in uno scontro regolare, in campo aperto, a forze spiegate Si avvicinano serrati e muovendo lattacco con alte grida, prima snidarono i nemici dalle loro posizioni, poi li volsero in fuga; e così cominciò la loro fuga e la strage, essendo loro dostacolo la stretta che si erano scelta I Romani vittoriosi posero il campo presso il villaggio dei Maroniti, chiamato Sale Il giorno dopo, per vie scoperte, li accolse la pianura Priatica , e vi rimasero tre giorni, provvedendosi di frumento, parte dalle campagne dei Maroniti, che lo portavano spontaneamente, parte dalle loro navi, che seguivano con tutti i rifornimenti Ci fu ancora un giorno di viaggio, fino ad Apollonia |
Hinc per Abderitarum agrum Neapolim perventum est Hoc omne per Graecorum colonias pacatum iter fuit; reliquum inde per medios Thraecas dies noctesque, etsi non infestum, tamen suspectum, donec in Macedoniam pervenerunt Mitiores Thraecas idem exercitus, cum a Scipione eadem via duceretur, habuerat, nullam ob aliam causam, quam quod praedae minus, quod peteretur, fuerat; quamquam tunc quoque Claudius auctor est ad quindecim milia Thraecum praecedenti ad exploranda loca agmen Muttini Numidae occurrisse |
Di qui attraverso il territorio degli Abderiti arrivarono a Neapoli Tutto questo viaggio attraverso colonie greche si svolse senza incontrare ostilità; il seguito poi attraverso la Tracia di giorno e di notte, se non pericoloso, fu guardato pur sempre con diffidenza finché non arrivarono in Macedonia Lo stesso esercito, condotto da Scipione per la stessa strada, aveva trovato i Traci più miti non per altro che perché quella volta cera stata meno preda su cui gettarsi;peraltro anche quella volta secondo Claudio circa quindicimila Traci si sarebbero fatti incontro a Muttine Numida che marciava avanti alla colonna per esplorare il terreno |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 15 - 30
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 15 - 30
Quadringentos equites fuisse Numidas, paucos elephantos; Muttinis filium per medios hostes cum centum quinquaginta delectis equitibus perrupisse; eundem mox, cum iam Muttines in medio elephantis locatis, in cornua equitibus dispositis manum cum hoste conseruisset, terrorem ab tergo praebuisse, atque inde turbatos equestri velut procella hostis ad peditum agmen non accessisse Cn Manlius per Macedoniam in Thessaliam exercitum traduxit Inde per Epirum Apolloniam cum pervenisset, nondum adeo hiberno contempto mari, ut traicere auderet, Apolloniae hibernavit [42] Exitu prope anni M Valerius consul ex Liguribus ad magistratus subrogandos Romam venit nulla memorabili in provincia gesta re, ut ea probabilis morae causa esset, quod solito serius ad comitia venisset |
I Numidi erano quattrocento cavalieri con pochi elefanti; il figlio di Muttine si era aperto la via attraverso i nemici cori centocinquanta cavalieri scelti; e più tardi, quando già Muttine, posti al centro gli elefanti e dislocati i cavalieri alle ali, aveva attaccato battaglia col nemico, aveva sparso il terrore nelle retroguardie; e così il nemico, sconcertato dalla cavalleria che li tempestava, non si era accostato alla colonna della fanteria Cn Manlio attraverso la Macedonia fece passare lesercito in Tessaglia Di là arrivato a Apollonia attraverso lEpiro, non facendo ancora tanto poco conto delle tempeste marine dellinverno da osare il passaggio, svernò ad Apollonia [42] Quasi alla fine dellanno il console M Valerio dalla Liguria venne a Roma per sostituire i magistrati senza aver compiuto nella provincia alcuna impresa degna di ricordo, che potesse essere un motivo plausibile per il ritardo con cui era venuto per i comizi sulla data consueta |
Comitia consulibus rogandis fuerunt a D XII Kal Martias; creati M Aemilius Lepidus C Flaminius Postero die praetores facti Ap Claudius Pulcher Ser Sulpicius Galba Q Terentius Culleo L Terentius Massaliota Q Fulvius Flaccus M Furius Crassipes Comitiis perfectis, quas provincias praetoribus esse placeret, retulit ad senatum consul Decreverunt duas Romae iuris dicendi causa, duas extra Italiam, Siciliam ac Sardiniam, duas in Italia, Tarentum et Galliam; et extemplo, priusquam inirent magistratum, sortiri iussi Ser Sulpicius urbanam, Q Terentius peregrinam est sortitus, L Terentius Siciliam, Q Fulvius Sardiniam, Ap Claudius Tarentum, M Furius Galliam Eo anno L Minucius Myrtilus et L Manlius, quod legatos Carthaginienses pulsasse dicebantur, iussu M Claudii praetoris urbani per fetiales traditi sunt legatis et Carthaginem avecti |
I comizi per la designazione dei consoli ebbero luogo il diciotto febbraio; furono eletti M Emilio Lepido e C Flaminio Il giorno dopo furono eletti pretori Ap Claudio Pulcro , Ser Sulpicio Galba , Q Terenzio Colleone , L Terenzio Massaliota , Q Fulvio Fiacco , M Furio Crassipede Finiti i comizi il console interpellò il senato, quali giurisdizioni voleva assegnate ai vari pretori Disposero due pretori per la giurisdizione in Roma, due fuori dItalia, la Sicilia e la Sardegna, due in Italia, Taranto e la Gallia; e subito, prima che entrassero in carica, fecero far loro il sorteggio Ser Sulpicio ebbe in sorte la giurisdizione urbana, Q Terenzio la peregrina, L Terenzio la Sicilia, Q Fulvio la Sardegna, Ap Claudio Taranto, M Furio la Gallia Quellanno L Minucio Mirtilo e L Manlio, per aver percosso, si diceva, dei legati cartaginesi, furono dai Feziali , per ordine del pretore urbano M Claudio, consegnati ai legati e trasportati a Cartagine |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 05 - 06
In Liguribus magni belli et gliscentis in dies magis fama erat Itaque consulibus novis, quo die de provinciis et de re publica retulerunt, senatus utrisque Ligures provinciam decrevit Huic senatus consulto Lepidus consul intercedebat, indignum esse praedicans consules ambos in valles Ligurum includi, M Fulvium et Cn Manlium biennium iam, alterum in Europa, alterum in Asia, velut pro Philippo atque Antiocho substitutos regnare Si exercitus in his terris esse placeat, consules iis potius quam privatos praeesse oportere Vagare eos cum belli terrore per nationes, quibus bellum indictum non sit, pacem pretio venditantis |
Di una grande guerra in Liguria, che divampava ogni giorno più, si era sparsa la voce Pertanto ai nuovi consoli, il giorno che consultarono il senato sulle province e sulla condotta politica, fu assegnata a entrambi come provincia la Liguria A questo senatoconsulto faceva opposizione il console Lepido, protestando non essere giusto che entrambi i consoli andassero a rinchiudersi in fondo alle valli della Liguria, mentre M Fulvio e Cn Manlio da due anni spadroneggiavano, uno in Europa, uno in Asia come se fossero al posto di Filippo e di Antioco Se si voleva che in questi paesi vi fossero due eserciti, dovevauo stame a capo i consolipiuttosto che due privati Quelli scorrazzavano portando con sé il terrore della guerra fra le popolazioni a cui non era stata dichiarata, e andavano mettendo la pace a prezzo |
Si eas provincias exercitibus obtinere opus esset, sicut M Acilio L Scipio consul, L Scipioni M Fulvius et Cn Manlius successissent consules, ita Fulvio Manlioque C Livium et M Valerium consules debuisse succedere Nunc certe, perfecto Aetolico bello, recepta ab Antiocho Asia, devictis Gallis, aut consules ad exercitus consulares mitti aut reportari legiones inde reddique tandem rei publicae debere Senatus his auditis in sententia perseveravit, ut consulibus ambobus Ligures provincia esset; Manlium Fuluiumque decedere de provinciis et exercitus inde deducere ac redire Romam placuit [43] Inimicitiae inter M Fulvium et M Aemilium consulem erant, et super cetera Aemilius serius biennio se consulem factum M Fulvii opera ducebat |
Se era necessario tenere occupate con eserciti quelle province, come a M Acilio era successo il console L Scipione, e a L Scipione i consoli M Fulvio e Cn Manlio, così a Fulvio e a Manlio avrebbero dovuto succedere i consoli C Livio e M Valerio Ora almeno che era finita la guerra etolica, tolta a Antioco lAsia, sconfitti i Galli, o si dovevano mandare i consoli a comandare i due eserciti consolari o si dovevano ritirare di là le legioni e renderle finalmente alla repubblica Il senato, sentiti questi argomenti, rimase tuttavia fermo nel parere che ad entrambi i consoli toccasse come provincia la Liguria; per Manlio e Fulvio si decise che lasciassero le province, ne ritirassero gli eserciti e tornassero a Roma [43] Una inimicizia era scoppiata tra il console M Fulvio e M Emilio; fra laltro Emilio si riteneva eletto console con due anni di ritardo per una manovra di M Fulvio |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 15 - 16
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Itaque ad invidiam ei faciundam legatos Ambraciensis in senatum subornatos criminibus introduxit, qui sibi, cum in pace essent imperataque prioribus consulibus fecissent et eadem oboedienter praestare M Fulvio parati essent, bellum illatum questi, agros primum depopulatos, terrorem direptionis et caedis urbi iniectum, ut eo metu claudere cogerentur portas; obsessos deinde et oppugnatos se, et omnia exempla belli edita in se caedibus incendiis ruinis direptione urbis, coniuges liberos in servitium abstractos, bona adempta, et, quod se ante omnia moveat, templa tota urbe spoliata ornamentis; simulacra deum, deos immo ipsos, convulsos ex sedibus suis ablatos esse; parietes postesque nudatos, quos adorent, ad quos precentur et supplicent, Ambraciensibus superesse: haec querentis interrogando criminose ex composito consul ad plura velut non sua sponte dicenda eliciebat | Così, per creargli della impopolarità, introdusse i delegati ambracesi dopo averli subornati suggerendo loro le accuse; e quelli levarono proteste che fosse stata portata loro la guerra mentre tenevano un atteggiamento pacifico e avevano eseguito gli ordini dei consoli precedenti, pronti a prestare la stessa obbedienza a M Fulvio: dicevano che prima erano state devastate le loro campagne, e fatto pesare sulla città lincubo del saccheggio e della strage, da obbligarli con questa minaccia a chiudere le porte; poi erano stati assediati e attaccati, e contro di loro erano stati dati tutti i saggi di che cosa sia una guerra con stragi, incendi, demolizioni, saccheggio della città; mogli e figli trascinati in schiavitù, tolti loro i beni, e, quello che più di tutto li offendeva, spogliati i templi dei loro ornamenti per tutta la città; e le statue degli dii, anzi gli dèi stessi strappati dalle loro sedi e portati via; agli Ambracesi non restavano che pareti e porte spoglie da adorare, e a cui rivolgere le loro preghiere e le loro suppliche: e mentre così protestavano, (il console), con domande maliziose come eran daccordo, cavava da loro più particolari, come se non stesse a loro dirli da sé |
Motis patribus alter consul C Flaminius M Fulvii causam excepit, qui veterem viam et obsoletam ingressos Ambracienses dixit; sic M Marcellum ab Syracusanis, sic Q Fulvium a Campanis accusatos Quin eadem opera T Quinctium a Philippo rege, M Acilium et L Scipionem ab Antiocho, Cn Manlium a Gallis, ipsum M Fulvium ab Aetolis et Cephallaniae populis accusari paterentur 'Ambraciam oppugnatam et captam et signa inde ornamentaque ablata et cetera facta, quae captis urbibus soleant, negaturum aut me pro M Fulvio aut ipsum M Fulvium censetis, patres conscripti, qui ob has res gestas triumphum a vobis postulaturus sit, Ambraciam captam signaque, quae ablata criminantur, et cetera spolia eius urbis ante currum laturus et fixurus in postibus suis |
E avendo impressionato i senatori, laltro console C Flaminio prese le difese di M Fulvio e disse che gli Ambracesi erano ricorsi a una tattica che aveva fatto il suo tempo:così erano stati accusati M Marcello dai Siracusani e Q Fulvio dai Campani Perché con lo stesso sistema non si lasciava accusare T Quinzio dal re Filippo, M Acilio e L Scipione da Antioco, Cn Manlio dai Galli, e lo stesso M Fulvio dagli Etoli e dalle popolazioni di Cefallenia Che Ambracia sia stata attaccata e presa, e di là portate via statue e oggetti darte, e compiuto ogni altro atto che si suole compiere dopo la presa di una città, questo credete, senatori, che voglia negare io per difendere M Fulvio, o voglia negarlo lo stesso M Fulvio, che per queste sue gesta si dispone a chiedervi il trionfo, o senatori,e si prepara a recare davanti al suo cocchio e ad affiggere alle sue porte limmagine di Ambracia conquistata e quelle statue che gli si fa un torto di aver portate via e tutto laltro bottino della città |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 44; 01 - 20
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 44; 01 - 20
Nihil est, quod se ab Aetolis separent; eadem Ambraciensium et Aetolorum causa est Itaque collega meus vel in alia causa inimicitias exerceat, vel, si in hac utique mavult, retineat Ambraciensis suos in aduentum M Fulvii; ego nec de Ambraciensibus nec de Aetolis decerni quicquam absente M Fulvio patiar' [44] Cum Aemilius callidam malitiam inimici velut notam omnibus insimularet et tempus eum morando extracturum diceret, ne consule inimico Romam veniret, certamine consulum biduum absumptum est; nec praesente Flaminio decerni quicquam videbatur posse |
Non cè ragione che costoro separino il loro caso da quello degli Etoli: identica è la posizione degli Ambracesi e degli Etoli Perciò il mio collega o trovi altri argomenti per sfogare le sue inimicizie o, se preferisce questi a ogni costo, trattenga codesti suoi Ambracesi fino allarrivo di M Fulvio; io non permetterò che si prenda alcuna decisione in assenza di M Fulvio, né per gli Ambracesi né per gli Etoli Siccome M Emilio denunciava come nota a tutti la sottile malizia dellavversario e precisava che Fulvio avrebbe tirato in lungo col suo ritardo per non venire a Roma durante il consolato del rivale, la contesa fra i due consoli portò via due giorni: e non appariva possibile prendere una decisione presente Flaminio |