Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 11-20, pag 3

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 11-20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 11-20
Et cum adsumere nouos liceret socios, quis aequum censeret aut ob nulla quemquam merita in amicitiam recipi aut receptos in fidem non defendi, tantum ne Carthaginiensium socii aut sollicitarentur ad defectionem aut sua sponte desciscentes reciperentur

Legati Romani ab Carthagine, sicut iis Romae imperatum erat, in Hispaniam ut adirent ciuitates ut in societatem perlicerent aut auerterent a Poenis traiecerunt

Ad Bargusios primum uenerunt, a quibus benigne excepti, quia taedebat imperii Punici, multos trans Hiberum populos ad cupidinem nouae fortunae erexerunt

Inde est uentum ad Uolcianos, quorum celebre per Hispaniam responsum ceteros populos ab societate Romana auertit
e poiché si riconosceva legittimo accogliere nuovi alleati, chi poteva ritener giusto o che nessun popolo, per quanto grandi fossero i suoi meriti, fosse accolto come alleato, o che non si difendessero coloro che erano stati ricevuti in amicizia; si era poi aggiunto soltanto che gli alleati dei Cartaginesi o non fossero istigati alla sollevazione o non venissero accolti come amici se di loro spontanea volontà si fossero ribellati

Gli ambasciatori romani passarono poi da Cartagine in Spagna, come a Roma era stato a loro comandato, affinché avvicinassero le città per indurle con lusinghe all'alleanza od almeno per allontanarle dai Cartaginesi

Giunsero dapprima ai Bargusii, dai quali furono benevolmente accolti, perché essi mal sopportavano la dominazione punica; successivamente destarono in molte popolazioni al di là dell'Ebro il desiderio di una nuova situazione

In seguito vennero ai Volciani, la cui risposta, divenuta poi famosa per tutta la Spagna, valse a distogliere le altre popolazioni dall'alleanza romana
Ita enim maximus natu ex iis in concilio respondit: Quae uerecundia est, Romani, postulare uos uti uestram Carthaginiensium amicitiae praeponamus, cum qui id fecerunt [Saguntini] crudelius quam Poenus hostis perdidit uos socii prodideritis

Ibi quaeratis socios censeo ubi Saguntina clades ignota est; Hispanis populis sicut lugubre, ita insigne documentum Sagunti ruinae erunt ne quis fidei Romanae aut societati confidat

Inde extemplo abire finibus Uolcianorum iussi ab nullo deinde concilio Hispaniae benigniora uerba tulere

Ita nequiquam peragrata Hispania in Galliam transeunt

In iis noua terribilisque species uisa est, quod armati ita mos gentis erat in concilium uenerunt
Infatti, il cittadino più anziano fra di loro così rispose nell'assemblea: Che sfacciataggine è la vostra, o Romani, chiederci di anteporre la vostra amicizia a quella dei Cartaginesi, quando coloro che lo fecero, cioè i Saguntini, voi come alleati avete abbandonato più crudelmente di quanto li abbia tratti a rovina; Cartaginese come nemico

Io vi consiglio di andare a cercare alleati là dove nessuno conosce la strage di Sagunto: per le genti di Spagna le rovine di Sagunto resteranno ammonimento tanto doloroso quanto solenne perché nessuno più si fidi della lealtà o dell'alleanzaromana

in seguito, ricevuto subito l'ordine di partire dalle terre dei Volciani, da nessun'altra assemblea di popoli della Spagna gli ambasciatori romani ricevettero dichiarazioni più benevole

Così, dopo aver invano attraversato la Spagna,passarono in Gallia

Fra le popolazioni della Gallia gli ambasciatori romaniassistettero ad uno spettacolo impressionante poiché, tendo il costume di quei popoli, i cittadini vennero in assemblea coperti di armi
Cum uerbis extollentes gloriam uirtutemque populi Romani ac magnitudinem imperii petissent ne Poeno bellum Italiae inferenti per agros urbesque suas transitum darent, tantus cum fremitu risus dicitur ortus ut uix a magistratibus maioribusque natu iuuentus sedaretur; adeo stolida impudensque postulatio uisa est censere, ne in Italiam transmittant Galli bellum, ipsos id auertere in se agrosque suos pro alienis populandos obicere

Sedato tandem fremitu responsum legatis est neque Romanorum in se meritum esse neque Carthaginiensium iniuriam ob quae aut pro Romanis aut aduersus Poenos sumant arma

contra ea audire sese gentis suae homines agro finibusque Italiae pelli a populo Romano stipendiumque pendere et cetera indigna pati
Quando, dopo aver esaltato nel loro discorsi la gloria ed il valore del popolo romano e la grandezza del suo dominio, gli ambasciatori chiesero ai Galli di non dare alcun passaggio attraverso le città ed i campi ad Annibale che portava la guerra in Italia, si dice che fra i mormorii si fosse levata una risata generale, tanto che a stento i giovani furono calmati dai magistrati e dai cittadini più autorevoli: così stolta e sfacciata apparve la pretesa dei Romani, che i Galli prendessero su di sé il peso della guerra ed esponessero al saccheggio i propri campi in luogo di quelli altrui, per impedire che la guerra passasse in Italia

Alla fine, sedate le proteste, fu risposto agli ambasciatori che i Romani non avevano alcun diritto alla riconoscenza dei Galli, né i Cartaginesi alcun torto verso di loro, perché i Galli prendessero le armi in favore dei Romani contro i Cartaginesi

Al contrario si sapeva che uomini della loro stirpe erano tenuti a forza lontano dai campi e dai territori dell'Italia dal popolo romano, che pagavano un tributo e che soffrivano una vergognosa soggezione

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 22; 51-61

Eadem ferme in ceteris Galliae conciliis dicta auditaque, nec hospitale quicquam pacatumue satis prius auditum quam Massiliam uenere

Ibi omnia ab sociis inquisita cum cura ac fide cognita: praeoccupatos iam ante ab Hannibale Gallorum animos esse; sed ne illi quidem ipsi satis mitem gentem fore adeo ferocia atque indomita ingenia esse ni subinde auro, cuius auidissima gens est, principum animi concilientur

Ita peragratis Hispaniae et Galliae populis legati Romam redeunt haud ita multo post quam consules in prouincias profecti erant

Ciuitatem omnem in exspectationem belli erectam inuenerunt, satis constante fama iam Hiberum Poenos tramisisse

Circa le stesse dichiarazioni furono fatte ed udite nelle altre assemblee della Gallia; nessuna espressione amichevole e pacifica fu udita prima che gli ambasciatori venissero a Marsiglia

Qui appresero ogni specie di notizie che i loro alleati avevano indagato con diligenza e con lealtà, cioè che l'animo dei Galli era stato già precedentemente guadagnato alla causa di Annibale; ma neppure a lui stesso quella popolazione sarebbe stata sufficientemente favorevole, tanto la natura dei Galli è fiera ed indomita, se la simpatia dei loro capi non fosse stata via via accattivata con l'oro di cui quella gente è avidissima

Così, percorse le terre della Spagna e della Gallia, gli ambasciatori ritornarono a Roma non molto tempo dopo che i consoli erano partiti per le loro province

Trovarono tutta la cittadinanza eccitata nell'attesa della prossima guerra, essendo ormai confermata la notizia che i Cartaginesi avevano passato l'Ebro

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Livio, traduzione Ab urbe condita