Quamquam pleraque ab dominis de industria corrupta erant et in caedibus uix ullum discrimen aetatis ira fecerat et captiui militum praeda fuerant, tamen et ex pretio rerum uenditarum aliquantum pecuniae redactum esse constat et multam pretiosam supellectilem uestemque missam Carthaginem Octauo mense quam coeptum oppugnari captum Saguntum quidam scripsere; inde Carthaginem Nouam in hiberna Hannibalem concessisse; quinto deinde mense quam ab Carthagine profectus sit in Italiam peruenisse Quae si ita sunt, fieri non potuit ut P Cornelius Ti Sempronius consules fuerint, ad quos et principio oppugnationis legati Saguntini missi sint et qui in suo magistratu cum Hannibale, alter ad Ticinum amnem, ambo aliquanto post ad Trebiam pugnauerint |
Per quanto la maggior parte delle cose fosse stata guastata di proposito dai proprietari e nella strage il furore non avesse quasi fatto differenza alcuna di età e i prigionieri fossero divenuti preda dei soldati, tuttavia, risulta che dal prezzo di vendita degli oggetti fu ricavata una certa somma di denaro e che molte preziose suppellettili e vestiti furono mandati a Cartagine Qualche storico scrisse che Sagunto fu presa otto mesi, dopo che ebbe inizio l'assedio; che poi Annibale si ritirò a svernare a Cartagena e che giunse in Italia cinque mesi dopo la sua partenza da Cartagena Se ciò fosse vero, non sarebbero stati P Cornelio e Tiberio Sempronio i consoli ai quali al principio dell'assedio gli ambasciatori saguntini erano stati mandati e che durante la loro magistratura combatterono contro Annibale, l'uno presso il fiume Ticino ed ambedue, più tardi, presso il fiume Trebbia |
Aut omnia breuiora aliquanto fuere aut Saguntum principio anni, quo P Cornelius Ti Sempronius consules fuerunt, non coeptum oppugnari est sed captum Nam excessisse pugna ad Trebiam in annum Cn Seruili et C Flamini non potest, quia C Flaminius Arimini consulatum iniit, creatus a Ti Sempronio consule, qui post pugnam ad Trebiam ad creandos consules Romam cum uenisset comitiis perfectis ad exercitum in hiberna rediit [16] Sub idem fere tempus et legati qui redierant ab Carthagine Romam rettulerunt omnia hostilia esse, et Sagunti excidium nuntiatum est |
O tutti questi fatti si svolsero in un tempo alquanto più breve, oppure al principio dell'anno, in cui furono consoli P Cornelio e Ti Sempronio, non si cominciò l'assedio di Sagunto, ma si effettuò invece la presa della città Infatti, non si può trasferire la data della battaglia della Trebbia all'anno del consolato di Cn Servilio e C Flaminio, perché C Flaminio cominciò il suo consolato a Rimini, eletto dal console Ti Sempronio, che dopo la battaglia della Trebbia, essendo venuto a Roma per presiedere all'elezione dei consoli, ritornò all'accampamento invernale dell'esercito, dopo che le operazioni elettorali dei comizi erano state compiute Pressapoco nello stesso tempo, anche da parte degli ambasciatori ritornati da Cartagine fu riferito a Roma che là tutto era nemico e fu annunziata la distruzione di Sagunto |
tantusque simul maeror patres misericordiaque sociorum peremptorum indigne et pudor non lati auxilii et ira in Carthaginienses metusque de summa rerum cepit, uelut si iam ad portas hostis esset, ut tot uno tempore motibus animi turbati trepidarent magis quam consulerent nam neque hostem acriorem bellicosioremque secum congressum nec rem Romanam tam desidem unquam fuisse atque imbellem Sardos Corsosque et Histros atque Illyrios lacessisse magis quam exercuisse Romana arma et cum Gallis tumultuatum uerius quam belligeratum |
Nello stesso tempo i senatori furono presi dal dolore e dalla pietà per gli alleati così miseramente uccisi, dal rimorso di non averli aiutati, dallo sdegno contro i Cartaginesi e dalla preoccupazione per le sorti dello stato come se il nemico fosse già alle porte, in modo che gli animi turbati da tanti contemporanei sentimenti erano più in preda allo sgomento che in grado di prendere una deliberazioneò infatti si diceva che mai i Romani avevano combattuto con un nemico più fiero e più bellicoso, né lo spirito di Roma era mai stato tanto inerte ed imbelle I sardi , i Corsi, gli Istri e gli Illiri avevano più provocato che messo alla prova le armi romane e coi Galli si erano avute piuttosto sollevazioni improvvise e disordinate che guerre |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 51-61
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 22; 51-61
Poenum hostem ueteranum, trium et uiginti annorum militia durissima inter Hispanas gentes semper uictorem, duci acerrimo adsuetum, recentem ab excidio opulentissimae urbis, Hiberum transire; trahere secum tot excitos Hispanorum populos; conciturum auidas semper armorum Gallicas gentes; cum orbe terrarum bellum gerendum in Italia ac pro moenibus Romanis esse [17] Nominatae iam antea consulibus prouinciae erant; tum sortiri iussi Cornelio Hispania, Sempronio Africa cum Sicilia euenit Sex in eum annum decretae legiones et socium quantum ipsis uideretur et classis quanta parari posset Quattuor et uiginti peditum Romanorum milia scripta et mille octingenti equites, sociorum quadraginta milia peditum, quattuor milia et quadringenti equites; naues ducentae uiginti quinqueremes, celoces uiginti deducti |
I Cartaginesi, invece, erano antichi nemici che sempre avevano vinto per ventitré anni in una durissima esperienza di guerra fra le genti ispane, abituati a capitani fierissimi come Annibale, che passava l'Ebro avendo appena distrutta una ricchissima città, pronto a sollevare i popoli della Gallia bramosi sempre di combattere: contro il mondo intero e in difesa delle stesse mura di Roma la guerra avrebbe dovuto essere combattuta in Italia Già in precedenza erano state assegnate ai consoli le province; allora fu ad essi comandato di trarre a sorte la designazione di ciascuna A Cornelio toccò la Spagna, a Sempronio l'Africa con la Sicilia Per quell'anno furono decretate sei legioni e degli alleati quel contingente che a ciascuno di essi sembrasse opportuno, della flotta quante navi si potessero armare Dei Romani furono arruolati quattromila e venti soldati di fanteria e milleottocento cavalieri; degli alleati quarantamila soldati di fanteria, quattromilaquattrocentoquaranta cavalieri; furono varate duecentoventi quinqueremi e venti navi da corsa |
Latum inde ad populum uellent iuberent populo Carthaginiensi bellum indici; eiusque belli causa supplicatio per urbem habita atque adorati di, ut bene ac feliciter eueniret quod bellum populus Romanus iussisset Inter consules ita copiae diuisae: Sempronio datae legiones duae, ea quaterna milia erant peditum et treceni equites, et sociorum sedecim milia peditum, equites mille octingenti; naues longae centum sexaginta, celoces duodecim Cum his terrestribus maritimisque copiis Ti Sempronius missus in Siciliam, ita in Africam transmissurus si ad arcendum Italia Poenum consul alter satis esset Cornelio minus copiarum datum, quia L Manlius praetor et ipse cum haud inualido praesidio in Galliam mittebatur; nauium maxime Cornelio numerus deminutus |
Fu consultato quindi il popolo se volesse e se comandasse di dichiarare guerra al popolo cartaginese; a tal fine si tennero nella città cerimonie sacre e furono supplicati gli dei perché fosse favorevole l'esito di quella guerra che il popolo romano avesse voluto fare Le milizie furono così divise fra i consoli: a Sempronio furono date due legioni, la cui forza risultava ciascuna di quattromila fanti e trecento cavalieri, inoltre furono assegnati sedicimila fanti e milleottocento cavalieri degli alleati; Sempronio ebbe anche centosessanta navi lunghe e dodici navi piccole e veloci Con queste forze di terra e di mare Ti Sempronio fu mandato in Sicilia con lordine di passare in Africa se laltro console fosse bastato a tenere il Cartaginese lontano dallItalia A Cornelio furono assegnate forze minori, perché il pretore Lucio Manlio era mandato in Gallia anchegli con lo stesso compito, a capo di un contingente non esiguo; a Cornelio furono soprattutto diminuite le forze navali |
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sexaginta quinqueremes datae, neque enim mari uenturum aut ea parte belli dimicaturum hostem credebant et duae Romanae legiones cum suo iusto equitatu et quattuordecim milibus sociorum peditum, equitibus mille sescentis Duas legiones Romanas et decem milia sociorum peditum, mille equites socios, sescentos Romanos Gallia prouincia eodem uersa in Punicum bellum habuit [18] His ita comparatis, ut omnia iusta ante bellum fierent, legatos maiores natu, Q Fabium M Liuium L Aemilium C Licinium Q Baebium in Africam mittunt ad percontandos Carthaginienses publicone consilio Hannibal Saguntum oppugnasset, et si id quod facturi uidebantur faterentur ac defenderent publico consilio factum, ut indicerent populo Carthaginiensi bellum |
Gli furono date sessanta quinqueremi poiché non si credeva che il nemico sarebbe venuto per mare e che avrebbe combattuto la guerra marittima Cornelio ebbe anche due legioni con il corrispondente reparto di cavalleria e quattordicimila fanti degli alleati con milleseicento cavalieri La provincia di Gallia, esposta anchessa al pericolo della guerra punica, ebbe un presidio di diecimila fanti e mille cavalieri alleati e seicento cavalieri romani 18 Compiuti questi preparativi, affinché prima della guerra tutto fosse fatto secondo la tradizione, i Romani mandarono in Africa uomini anziani e autorevoli, Quinto Fabio, M Livio, L Emilio, C Licinio, Q Bebio, perché chiedessero ai Cartaginesi se Annibale aveva aggredito Sagunto per ordini ricevuti da Cartagine e dichiarassero guerra ai Cartaginesi se, cosa che pareva avrebbero fatto, confessassero e sostenessero che l'espugnazione di Sagunto era avvenuta in seguito a pubblica deliberazione |
Romani postquam Carthaginem uenerunt, cum senatus datus esset et Q Fabius nihil ultra quam unum quod mandatum erat percontatus esset, tum ex Carthaginiensibus unus: Praeceps uestra, Romani, et prior legatio fuit, cum Hannibalem tamquam suo consilio Saguntum oppugnantem deposcebatis; ceterum haec legatio uerbis adhuc lenior est, re asperior Tunc enim Hannibal et insimulabatur et deposcebatur; nunc ab nobis et confessio culpae exprimitur et ut a confessis res extemplo repetuntur Ego autem non priuato publicone consilio Saguntum oppugnatum sit quaerendum censeam sed utrum iure an iniuria; nostra enim haec quaestio atque animaduersio in ciuem nostrum est quid nostro aut suo fecerit arbitrio uobiscum una disceptatio est licueritne per foedus fieri |
Venuti a Cartagine, i Romani accolti in udienza al senato, avendo Quinto Fabio fatta la sola richiesta per cui era stato incaricato, uno dei Cartaginesi rispose: Avventata o Romani è questa vostra ambasceria e quella che l'ha preceduta, quando ci chiedevate la consegna di Annibale fingendo di credere che egli solo avesse deciso di assalire Sagunto; quest'ambasceria è solo in apparenza più moderata in sostanza è più ostile Annibale era in stato di accusa e voi richiedevate che vi fosse consegnato: ora, invece, esigete da noi un riconoscimento di colpa e qui all'istante ci chiedete soddisfazione come a rei confessi A me poi parrebbe che si debba indagare non se Sagunto sia stata assediata per iniziativa privata o pubblica, ma solo se la cosa sia stata fatta a buon diritto e contro il diritto: è cosa, infatti, che riguarda solo noi una tale inchiesta e l'eventuale incriminazione di un nostro concittadino, la ricerca di che cosa abbia fatto ad arbitrio suo o per nostro ordine Con voi, pertanto, una sola è la questione, se il far ciò fosse lecito, senza trasgredire i patti |
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Itaque quoniam discerni placet quid publico consilio, quid sua sponte imperatores faciant, nobis uobiscum foedus est a C Lutatio consule ictum in quo, cum caueretur utrorumque sociis, nihil de Saguntinis, necdum enim erant socii uestri, cautum est At enim eo foedere quod cum Hasdrubale ictum est Saguntini excipiuntur Aduersus quod ego nihil dicturus sum nisi quod a uobis didici Uos enim, quod C Lutatius consul primo nobiscum foedus icit, quia neque auctoritate patrum nec populi iussu ictum erat, negastis uos eo teneri; itaque aliud de integro foedus publico consilio ictum est Si uos non tenent foedera uestra nisi ex auctoritate aut iussu uestro icta, ne nos quidem Hasdrubalis foedus quod nobis insciis icit obligare potuit |
Dal momento poi che si crede opportuno distinguere che cosa i generali facciano di propria iniziativa o per deliberazione pubblica, fra noi e voi c'è il trattato concluso con il console C Lutazio, nel quale, mentre si provvedeva agli alleati sia dei Romani che dei Cartaginesi, non si fissò alcuna condizione riguardo ai Saguntini, che allora non erano ancora vostri alleati Ma, si potrebbe obbiettare, i Saguntini restano garantiti da quel patto che fu concluso con Asdrubale Contro questa obbiezione io non ho nulla da dire, se non ciò che ho imparato da voi voi, infatti, vi siete rifiutati di attenervi a quel trattato che dapprima C Lutazio strinse con noi, dicendo che era stato concluso senza l'autorizzazione dei senatori e del popolo: perciò con deliberazione pubblica si stipulò di nuovo un altro trattato Se i vostri patti non obbligano voi se non quando sono consacrati da un decreto del senato o da un ordine del popolo, neppure noi siamo tenuti ad osservare il patto concluso da Asdrubaie a nostra insaputa |
Proinde omittite Sagunti atque Hiberi mentionem facere et quod diu parturit animus uester aliquando pariat Tum Romanus sinu ex toga facto, hic inquit, uobis bellum et pacem portamus; utrum placet sumite Sub hanc uocem haud minus ferociter, daret utrum uellet, succlamatum est et cum is iterum sinu effuso bellum dare dixisset, accipere se omnes responderunt et quibus acciperent animis iisdem se gesturos [19] Haec derecta percontatio ac denuntiatio belli magis ex dignitate populi Romani uisa est quam de foederum iure uerbis disceptare, cum ante, tum maxime Sagunto excisa Nam si uerborum disceptationis res esset, quid foedus Hasdrubalis cum Lutati priore foedere |
Smettetela ormai di parlare di Sagunto e dellEbro e finalmente fate uscire alla luce alla luce quello che da lungo tempo le vostre intenzioni vogliono far palese Allora il Romano, fatto seno della toga, rispose: qui noi portiamo guerra e pace, scegliete voi quale delle due volete Appena ebbe dette queste parole, con non minore fierezza i senatori cartaginesi rivolti a Fabio gli gridarono che scegliesse lui quello che preferiva Come poi Fabio di rincontro, disfatto il seno della toga, ebbe dichiarato che offriva la guerra, tutti, nessuno escluso, risposero di accettarla e di essere pronti a combatterla con io stesso animo col quale l'avevano accolta Questa domanda schietta e senza ambagi e la dichiarazioe di guerra apparvero più conformi alla dignità del polo romano che il discutere a parole intorno all'interretazione dei trattati, sia per l'innanzi, sia ora specialente dopo l'espugnazione di Sagunto Infatti, se fosse stata una questione da risolversi a parole, in che cosa si sarebbe potuto paragonare il patto di Asdrubale con quello precedente di Lutazio |
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quod mutatum est, comparandum erat, cum in Lutati foedere diserte additum esset ita id ratum fore si populus censuisset, in Hasdrubalis foedere nec exceptum tale quicquam fuerit et tot annorum silentio ita uiuo eo comprobatum sit foedus ut ne mortuo quidem auctore quicquam mutaretur Quamquam, etsi priore foedere staretur, satis cautum erat Saguntinis sociis utrorumque exceptis; nam neque additum erat iis qui tunc essent nec ne qui postea adsumerentur |
Questo, infatti, era stato mutato poiché nel trattato di Lutazio era stata implicitaente aggiunta la clausola che l'impegno sarebbe stato conosciuto a condizione che il popolo l'avesse ratificao, mentre, al contrario, nel testo del trattato di Asdrubale non era stata posta una simile restrizione; in virtù, poi, del silenzio di tanti anni il trattato,mentre Asdrubale ancor viveva, era stato riconosciuto valido tanto che non mutato poi in alcuna parte, neppure quando ormai il suo promotore era morto Nonostante ciò, anche se ci si fosse voluti attenere ai precedenti patti, si era già abbastanza provveduto a proteggere i Saguntini, dal momento che vi si faceva un'eccezione per gli alleati di ambedue le parti; infatti non era stata aggiunta la clausola che riguardava solo gli alleati di quel momento, escludendo che se ne potessero aggiungere altri in futuro |