Le indagini avevano rivelato la sua omosessualità e il prefetto di Milano, in ottemperanza alle legge fasciste, si apprestava a mandarlo al confino come "perturbatore della morale". In quella occasione De Pisis era riuscito a farla franca grazie all'intervento di un gerarca fascista di Ferrara che era stato suo compagno di scuola.
Nel 1945 De Pisis è a Venezia. Qui organizza nel suo studio una grande festa. I partecipanti, tutti bellissimi, che sono o sono stati i suoi modelli, sono coperti solo di gusci di granceola e i loro corpi decorati dallo stesso De Pisis. La notizia della festa qualcuno la riferisce alla sezione comunista del quartiere e i partigiani, moralizzatori, fanno irruzione nello studio del pittore. Vestiti sommariamente, col corpo e il volto dipinti, i partecipanti alla festa vengono accompagnati in questura dai partigiani armati. La morale e la visione della sessualità nell'Italia post bellica non sarà diversa dal fascismo