La vicenda riguarda un furioso incendio che nel 847 scoppiò nel quartiere di Borgo che si trovava di fronte la basilica di san Pietro. Leone IV impartisce la benedizione solenne dalla loggia delle benedizioni e così facendo riesce a spegnere miracolosamente le fiamme
Leone X, successore di Giulio II, scelse come tema della decorazione della stanza la celebrazione dei papi del passato con il suo stesso nome. C'è una forte contrapposizione nel dipinto tra uomini e donne che fuggono, e chi combatte per domare il fuoco. Palpabile l'agitazione e il fuoco è l'elemento determinante della scena. Unico mezzo per contrastarlo è l'acqua. Una donna dal primo piano cerca di passare il bimbo ancora in fasce ad un uomo di sotto, sperando che almeno lui possa salvarsi.
Il papa circordanto dai vescovi appare nella loggia della basilica di san Pietro e benedice la folla radunata che prega, salvandola. La concitazione in primo piano è contrapposta alla serenità del papa sullo sfondo. Sua è la serenita. Il messaggio trasmesso è la capacita della chiesa di superare indenne qualunque avversità. L'incendio di Borgo si incrocia con il devastante incendio di Troia. In basso a sinistra sono in fuga Enea, che diede origine alla stirpe fondando la città eterna. Enea porta sulle spalle il padre Anchise e tiene per mano il figlioletto Ascanio seguito dalla moglie Creusa