La Risata - Umberto Boccioni, 1911

La Risata - Umberto Boccioni, 1911

è ambientata in un caffè rumoroso, sovraffollato. Il pittore cerca di restituire il vocio, il caos, visivo e sonoro. Il volto smisurato della donna che ride e il punto focale, della composizione. Da qui partono le linee di propagazione della risata. Una vibrazione sonora che squarcia il brusio del caffè

come l'acqua nelle nuotatrici di Carrà, i caffè e le sale da ballo favoriscono l'immersione, la fusione dell'individuo in un mondo in movimento. Sono il perno di sensazioni che favoriscono la mescolanza di impressioni sonore, visive, tattili, motorie. La struttura elicoidale vuol esprimere la concezione dinamica del mondo. In occasione della prima esposizione, la risata viene danneggiata da un visitatore costringendo Boccioni a riprendere il quadro

È l'epoca in cui il naturale carattere saturnino degli artisti non basta a trovare l'ispirazione, ma serve un sistema per esaltare la propria sensibilità. L'eccesso di emozione è lo stato di grazia che permette ai pittori di dipingere i loro capolavori e ai poeti di trovare le parole giuste per immortalare le emozioni di una società in costante e frenetico cambiamento.

La risata è un quadro dai colori accesi, le pennellate dense, le forme confuse. Si direbbe una tela espressionista. Boccioni ha sicuramente presente il ballo di Renoir, ma vuole produrre un effetto molto più intenso. L'esperimento gli riesce molto bene perché il quadro viene aggredito da uno squilibrato che sfregia l'opera, forse aizzato dagli aspri giudizi che circolano nella mostra.

Ma per l'artista questo danno si trasforma in una opportunità eccezionale. Proprio in quei mesi Boccioni si reca a Parigi dove scopre la proposta cubista di Picasso. Al suo ritorno interviene sulla Risata, trasformandolo in un capolavoro futurista.

Boccioni costruisce un meccanismo geometrico perfetto. Il cono di luce più intenso conduce lo sguardo sul volto di una signora in preda ad una risata irresistibile, che contagia l'intera scena. Ogni gesto si sviluppa con un andamento concentrico a partire dal viso paffuto e paonazzo della donna. In realtà è l'unico dettaglio che si distingue perché il resto è risolto in un intreccio formidabile di frammenti: 

  • dita su cui brillano diamanti
  • vassoi colmi di frutta
  • tavolini a cui siedono uomini solitari 
  • baffi che spuntano da sotto le lampade
L'invenzione di Boccioni è piuttosto eccezionale. Siamo di fronte alla rappresentazione dell'effetto dell'allegria che si ripercuote sugli oggetti e sulle figure.

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