La donna viene ritratta seduta su una sedia, il collo compie una leggera torsione e la lunghezza dei capelli non arriva alle spalle. Ripresa in tutta la sua calma e semplicità. Il volto è stilizzato nell'inconfondibile viso ovale che caratterizza le sue opere.
Jeanne aveva 18 anni, era una ragazza schiva, intelligente e riservata. Aveva delle labbra carnose e capelli castani. Coltivava parecchi interessi artistici come suonare il violino e lo studio della pittura. Si trovano e si completano anche se i genitori di lei non approvano la relazione. Con la guerra ormai alle porte, decidono di lasciare Parigi e trasferirsi a Nizza. Nasce una figlia.
Con il tempo, gli amici assistono al lento declino psico-fisico del pittore. Invecchia precocemente, perde i denti e la bellezza della gioventù. Capisce che gli rimane poco tempo. Ora che lui è gravemente malato, la coppia vive in povertà. Lui morirà in ospedale. Lei, incinta del loro secondo figlio, si suicida buttandosi dalla sua camera
GLI INIZI
Profondi occhi scuri, ciuffo spettinato, labbra sensuali, il Livornese Amedeo ha 14 anni più di lei ed è già un personaggio a Parigi, città nella quale si è trasferito da un decennio. Gli piace farsi chiamare Modì, giocando sull'assonanza tra l'abbreviazione del proprio cognome e la parola francese "maudit" maledetto.
Un po' maledetto lo è con le sue notti consumate a vagare per la città, le donne che non gli bastano mai e l'abuso di alcol e di droghe. Inoltre ha una tubercolosi che lo tormenta da quando aveva 16 anni: all'inizio le droghe sono state l'unico mezzo per tenerla a bada, e adesso lui non tiene più a bada la dipendenza. E' proprio per via della tubercolosi che ha dovuto rinunciare alla scultura e alle polveri che quell'attività lo costringeva a inalare, e così è passato alla pittura.
Lei diventa la sua musa. Avviluppata da un amore bruciante ma incostante, Jean dimentica la sua vocazione, smette di dipingere e si dedica a lui come una geisha paziente, pronta a prendersene cura anche quando rientra a casa ubriaco con addosso l'odore di un'altra donna
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DOPO LA MORTE
Modigliani muore a 35 anni. Per evitare lo scandalo, i genitori di Jeanne (da sempre avversi alla relazione) fanno trasportare in segreto la salma a casa di lei dove viene vegliata per tutto il giorno da due amiche. I suoi non vogliono che i funerali di Jeanne si svolgano insieme a quelli di Modigliani. Per pagare i funerali di Modì (che aveva in tasca solo pochi spiccioli) si fa una grande colletta fra gli amici, colleghi, modelle, mercanti d'arte; il feretro viene fatto passare fra due ali di folla commossa per le strade, per i vicoli, per le piazze di Montmartre, Montparnasse e del quartiere Latino.
Tutta la Rive Gauche gli voleva bene e vuole salutare Modigliani. I negozianti, i flics (poliziotti di quartiere) con cui aveva avuto alterchi o si era intrattenuto a chiacchierare o che a volte - sbronzo - lo avevano aiutato a tornare a casa, si tolgono il berretto in segno di rispetto. Sarà sepolto al cimitero Parigino di Pèere-Lachaise.
Di contro il funerale di Jeanne viene invece fissato in tutta clandestinità per le 8 del mattino del giorno dopo, e la bara traslata frettolosamente nel piccolo cimitero fuori Parigi di Bagneux. I genitori di lei, risoluti a non volerli uniti nemmeno dalla morte, cederanno solo nel 1930 alle pressioni e insistenze dei numerosi amici e parenti ad acconsentire affinchè le spoglie di Jeanne fossero messe a riposo accanto a colui che è tanto amava.
Di lui il pittore Maurice Vlaemink dirà:
ho conosciuto bene Modigliani. L'ho visto affamato, l'ho visto ubriaco, l'ho visto con poco denaro, ma mai l'ho visto mancare di grandezza né di generosità. Mai ho sorpreso in lui il minimo sentimento basso.
Maurice Vlaemink