Il dramma di Varennes. Cronologia

il dramma di Varennes. Cronologia

La reggia di Versailles era stata presa d'assalto e i regnanti scortati a Parigie confinati al palazzo delle Tuileries, dove avrebbero occupato l'appartamento che era servito, in passato, alla regina durante le escursioni parigine

L'enorme edificio era composto da circa 386 stanze. Era stato suddiviso in appartamenti assegnati a cortigiani, artisti e artigiani in passato ed era mantenuto e arredato con cianfrusaglie. La sera del 6 ottobre tutti gli inquilini erano stati sfrattati per fare spazio alla famiglia reale e al suo seguito. 

L'area intorno al palazzo era congestionata da lunghe file di carrozze che portavano mobili da Versailles e tutti gli effetti personali che il re e la regina desideravano avere nella loro nuova residenza. I giardini vennero lasciati aperti al pubblico, perché il popolo era spinto da un'insaziabile curiosità a spiare i sovrani, che insegnarono ai figli a essere gentili con i più indiscreti

In questa situazione, Fersen era diventato il consigliere più ascoltato della coppia. poteva andare da Maria Antonietta a tutte le ore del giorno. Per garantirgli un accesso a lei facile e senza ostacoli, La Fayette aveva dato ordini perché una delle porte del palazzo restasse perennemente incustodita. 

Per come stavano le cose allora, il conte riteneva che la coppia reale potesse essere salvata solo con una fuga dalla capitale e Maria Antonietta si persuase facilmente del fatto che avesse ragione. 

I sentimenti di Axel per Maria Antonietta non erano mai stati così permeati di tenerezza. Nelle lettere alla sorella Sophie fa costantemente allusione alle disgrazie della sua amata. "e la creatura più perfetta ch'io conosca.... è estremamente infelice e molto coraggiosa. E' un angelo. Cerco di consolarla meglio che posso. Glielo devo: è così meravigliosa con me. Il mio unico dolore è il fatto di non essere in grado di consolarla completamente per tutte le sue disgrazie e di non renderla felice come merita di essere... mancava lei alla mia felicità e senza di lei non posso avere una felicità perfetta"

DESTINAZIONE VARENNES

  • Lunedì 20 giugno 1791 era il giorno scelto dal re e della regina per la fuga. Nel pomeriggio alle loro maestà venne annunciato Fersen che andava a fornire i dettagli degli ultimi preparativi per il viaggio
  • Informati già da una settimana dei piani del re della regina, Monsieur e Madame de Provence avevano deciso di partire la stessa sera, percorrendo un'altra strada. Al Delfino fu fatto indossare un abito da femminuccia, e pensò si trattasse di un travestimento per recitare in un'opera di teatro
  • La sera dopo le 21:00 Fersen, vestito da cocchiere prese i delfini di Francia, accompagnati dai genitori, per condurli nella carrozza
  • Re e Regina tornarono nelle loro stanze da letto per la tradizionale cerimonia del coucher. Questo per non allarmare la folla che era andata ad assistere
  • Dopo le 23:00 anche il re e la regina, separatemente, raggiungono la carrozza e si parte
  • Alle 2:00 del mattino superarono La dogana nazionale e nella strada per Bondy, cambiarono berlina
  • A Bondy le strade tra i reali e Fersen si separarono. Avrebbero dovuto ricongiungersi due giorni dopo. Il re aveva commesso l'errore di lasciare sulla sua scrivania, dove tutti potessero vederlo, un proclama per giustificare la sua partenza. In quel lungo atto d'accusa, nel quale denunciava la rivoluzione fin dal suo inizio, affermava che tutti i suoi gesti gli erano stati estorti con la coercizione
  • Quando i Parigini si accorsero della fuga del re, alle 9:00 l'assemblea si riunì e assunse il potere esecutivo, ponendo i ministri sotto la propria giurisdizione. Fu emesso un mandato di cattura negli 83 dipartimenti del regno. La tesi difficilmente sostenibile indicata nell'ordine di cattura era che il monarca era stato rapito dai controrivoluzionari, un gruppo le cui intenzioni erano in contrasto con quelle dei bravi cittadini che stavano lavorando per ostacolare i malvagi disegni dei nemici della rivoluzione. Questa tesi avrebbe consentito di non cambiare la costituzione qualora il re fosse stato rintracciato: Luigi XVI sarebbe stato reintegrato, in quanto assolto anzitempo dal finto rapimento. La scoperta del proclama sulla scrivania del re rimise tutto in discussione. Quando venne eletto, ebbe l'effetto di un fulmine a ciel sereno. la finzione forzata di un rapimento crollò
  • A una ventina di km da Chalons-sur-Marne, alla locanda di posta di Chaintrix, un piccolo villaggio, il genero del maestro di posta riconobbe i fuggitivi e salutò alla famiglia reale con rispetto e la invitò a rinfrescarsi. Dalla stazione di posta,  i postiglione si scambiarono l'incredibile notizia: la persona che stavano conducendo in una destinazione ignota era il re. Da quel momento la notizia precedette la berlina, la cui velocità non poteva certo eguagliare quella di un cavallo al galoppo
interni decorati del palazzo di Versailles interni decorati del palazzo di Versailles

  • Intorno alle 16:30, i reali presero tranquilli la strada per Metz. Alla Stazione di Posta successiva, il re avrebbe dovuto incontrare il primo distaccamento delle truppe che dovevano scortarlo a Montmedy, ma a Pont-de-Somme-Vesle non c'era nessuno
  • a Sainte-Menehould, la fermata successiva, un ufficiale si avvicinò alla berlina e consigliò con discrezione alle guardie della scorta di rimettersi velocemente per strada perché disse le cose erano cominciate male
  • Venne convocata la Guardia Nazionale che si mosse in direzione Varennes dove si sapeva che la berlina avrebbe dovuto cambiare i cavalli
  • Ignara del subbuglio che aveva causato, la famiglia reale continuò tranquilla Il cammino. Arrivarono a Varennes nel buio della notte. I postiglioni di Sainte-Menehould non conoscevano la locanda di posta privata dove avrebbero dovuto cambiare i cavalli
  • Furono fermati e un rappresentante municipale chiese loro i passaporti. Cominciò a spargersi una voce che l'esercito di Bouillè stava marciando su Varennes. Convinto che le truppe di Bouillè sarebbero arrivati da un momento all'altro, Luigi XVI cercò di guadagnare tempo ma alla fine i sovrani iniziarono il viaggio di ritorno nella capitale sballottata da una marea umana

una giovane Maria Antonietta a Versailles

la prima frase rivolta da Maria Antonietta a Madame du Barry

l’ultima conversazione tra Lady Oscar e Maria Antonietta

il diario del conte Hans Axel von Fersen

se si spegne anche la quarta candela, lo considererò un pessimo presagio

Maria Antonietta immortalata con una rosa