L'artista cattura tutto il senso effimero della vita moderna parigina. Viene rappresentato l'interno vivace di una delle sale da concerto più importanti di Parigi, il Folies-Bergère celebre ritrovo della borghesia parigina
Il quadro rappresenta l'ultimo grande dipinto di Manet realizzato dal pittore quando ormai era molto malato. In contrasto con l'atmosfera gioiosa si pone la barista con uno sguardo malinconico, forse è stanca del proprio lavoro o forse delusa dalla propria vita. Poggia le mani in maniera poco signorile sul bancone, una cameriera in una raffinata divisa da lavoro in un raro momento di inattività. Il locale era anche noto come luogo di prostituzione e in merito lo scrittore Guy de Maupassant descrisse le bariste che vi lavoravano come venditrici di bevande e di amore.
La barista si chiamava Suzon, i suoi occhi malinconici, che contrastano con la malizia del costume, sono l'immagine di sogni e speranze che animano i giovani in cerca della propria strada. Gli occhi sono altrove, alienati, vinti dalla stanchezza. Un misto di amarezza e tristezza, non ama quel lavoro che le serve per vivere. Lo specchio mostra il contrasto tra lei e l'atmosfera festosa del locale e nelle vicinanze un cliente si avvicina. Si trova nella stessa posizione dell'osservatore con un gioco di riflessi che ricorda il celebre Ritratto dei coniugi Arnolfini o Las Meninas di Diego Velazquez