Il titolo significa le fanciulle, le ragazze, le damigelle di corte anche se questo titolo verrà dato tempo dopo. Inizialmente l'opera era conosciuta come: la famiglia di Filippo IV. Al centro del quadro è rappresentata l'infanta Margherita, 5 anni, principessa di Spagna. Fra i presenti è quella che attira di più lo sguardo col viso, unico ad essere illuminato direttamente dalla luce. L'effetto è amplificato dai suoi capelli biondi e dal vestito chiaro. Accanto due damigelle che la seguono, sono le dame di compagnia che non la perdono mai di vista. Una intenta a offrire da bere in un anfora di terracotta e l'altra assiste in un inchino.
Ancora a destra la nana di corte ( consuetudine per i nobili tenerli a corte per intrattenimento ) che, nata in Austria, viene invitata alla corte spagnola dalla stessa regina Marianna d'Austria. Perde il suo status quando sale al potere Filippo V, anziana ritorna in Austria dopo oltre 40 anni vissuta in terra spagnola.
All'estremità notiamo, a destra un bambino che si diverte a stuzzicare un cane accucciato e a sinistra il pittore nell'atto di dipingere. Fissa lo sguardo verso l'osservatore. Non si vede il soggetto della tela ma solo il retro. Più indietro un uomo e una donna, sono la governante e lo scudierio delle dame di corte, discutono tra di loro e in fondo un uomo nell'atto di salire le scale, si tratta del ciambellano della regina, Jose Nieto Velazquez, non sappiamo se parente del pittore
La chiave per comprendere il senso del ritratto è uno specchio dipinto che a prima vista può essere scambiato per un quadro. Lo specchio riflette l'immagine del re Filippo IV e della regina Marianna d'Austria, ora capiamo che Velazquez sta ritraendo il re e la regina nella stanza che viene qui rappresentata. L'attenzione di quasi tutti i personaggi è dunque rivolta verso di loro.
Velazquez vuole rappresentare una scena della vita di corte, che conosceva molto bene dato che era il pittore di corte, dove la piccola Margherita, accompagnata dalle damigelle, va a trovare i genitori mentre l'artista li sta ritraendo.
Il sofisticato gioco di specchi cambia il punto di vista del quadro, non si vede più quello che vede il pittore ma quello che vede lo spettatore la cui posizione combacia con quella del re e della regina. L'attenzione dei vari personaggi e dunque rivolta verso chi guarda come se lo spettatore facesse parte del quadro.
Un gioco simile era gia' stato rappresentato in passato da Jan Van Eych nella sua tela del 1434 intitolata I coniugi Arnolfini opera che all'epoca faceva parte della collezione del re di Spagna. Altri pittori nei decenni successivi hanno giocato con lo specchio come Jan Vermeer in lezione di musica. Lo specchio sopra la spinetta mostra il volto della giovane suonatrice ma rivela anche la discreta presenza del pittore, che vi dipinge l'immagine riflessa della base del suo cavalletto
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Inizialmente c'era un drappeggio rosso al posto della figura del pittore. Una mano appariva, dietro la tenda, nel porgere il bastone del comando alla infanta, forse l'atto in se voleva rappresentare la scelta dell'erede al trono. Questa l'idea iniziale del pittore quando comincia a lavorare sull'opera, ma un anno più tardi nasce l'erede maschio. Velazquez riprende il dipinto e il drappeggio sparisce. Non tutti gli storici concordato con questa ricostruzione.
Velazquez si ritrae con la croce rossa dei cavalieri sul petto, da tempo sua massima aspirazione, nonostante al tempo non fosse stato ancora nominato... Avverà anni dopo, inoltre riprende - nello specchio - per la prima e unica volta, il re Filippo IV e la regina Marianna d'Austria insieme. Li aveva dipinti altre volte ma sempre separatamente
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