Evitare la "femminilizzazione" delle professioni altamente qualificate

Evitare la "femminilizzazione" delle professioni altamente qualificate

La religione di Stato iraniana volle legittimare l'ingresso in massa delle bambine nelle scuole e delle ragazze nell'istruzione universitaria. Attualmente le donne iraniane rappresentano più del 60% delle matricole universitarie nel 70% della popolazione studentesca studentesca iscritte a facoltà scientifiche ma ...

Il governo iraniano, nel 2008 si è trovato spiazzato davanti a questi numeri e ha pensato di dover introdurre le "quote azzurre" per l'iscrizione universitaria, per evitare la "femminilizzazione "delle professioni altamente qualificate. Siccome però le quote azzurre non sono state sufficienti per riequilibrare lo sbilanciamento di genere a favore delle donne nell'istruzione superiore, nel 2012 il governo ha pensato di stilare una lista dei corsi universitari cui le donne non potevano iscriversi.

Dopo che questa scelta politica ha sortito però effetti negativi e ha scatenato una serie di proteste di discussione non solo dentro le università, ma anche all'interno del Parlamento, dall'anno accademico 2013-2014 molte di queste restrizioni sono state nuovamente sollevate, anche se la decisione finale spetta alle singole università, che per l'esame di ammissione ai corsi possono decidere o meno di non ammettere le donne. Questo fa capire come il rapporto del governo con le donne iraniane sia altamente problematico e rappresenti di fatto una questione cruciale, se non addirittura "la questione per eccellenza" che anima il discorso politico all'interno del paese

Le ragazze entrate in modo massiccio nelle scuole di specializzazione universitaria si sono avviate lungo un cammino di indipendenza culturale e, parzialmente, anche economica e questo ha portato una serie di effetti dirompenti nella società: la famiglia tradizionale iraniana, che poi era una reinvenzione della tradizione cara al modello rivoluzionario sciita, oggi somiglia in tutto e per tutto alle famiglie occidentali: si tratta di nuclei rimpiccioliti, composti da 2-3 persone; oggi l'Iran (in cui oltre il 70% della popolazione ha meno di 35 anni.) ha il tasso di fertilità più basso del Medio Oriente con 1,3 figli per donna, è sempre meno giovani che decidono di sposarsi.

Nel 1979 Metà della popolazione iraniana erano alfabeta. Quando andò al potere, l'Islam di stato rappresentò una vera novità per questi iraniani e soprattutto una grande opportunità. Lo sciismo rivoluzionario si fece Infatti garante di un modo di vedere il mondo, le relazioni di genere e anche l'istruzione universitaria, totalmente nuovo.

Ai tempi dello Shah, le famiglie più tradizionaliste, anche potendoselo permettere, non avrebbero mai mandato le proprie figlie a studiare in aula universitarie promiscue, dove le ragazze avrebbero "messa a rischio il proprio nome", dopo la rivoluzione, lo Stato si fece carico di garantire l'onore delle fanciulle, attraverso il controllo della morale nei luoghi pubblici, la separazione dei sessi, il velo obbligatorio.

Le famiglie venivano sostanzialmente "sollevate" dal peso di dover controllare le donne. La sfera pubblica divenne privata, il privato divenne pubblico. Anche la voce del premio Nobel per la pace, l'avvocatessa Shirin Ebadi racconta bene questo fenomeno:

non c'era più alcuna ragione perché i padri tenessero le figlie lontane da scuola e loro, poco a poco, cominciarono ad affollare le classi, allontanandosi da casa per trasferirsi nei Campus di Teheran. una generazione di donne le cui madri erano state tenute al guinzaglio si trovava in città a leggere libri.. piano piano per lei, per le figlie delle famiglie conservatrici, frequentare l'università diventò una moda

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