Di Ferdinando II, si raccontano aneddoti sfiziosi, più con l'intenzione di divertire i lettori che di denigrare il Granduca, del quale si dice anzi che "nel governo fece spiccare il suo valore è sovra ogni altro principe del mondo".
Un primo aneddoto narra che l'arciduchessa una volta gli riferisce che è molto diffuso "un abuso di carne nella città di Firenze", anche tra persone altolocate, e lei ha fatto una lunga lista di queste persone sessualmente disordinate. Il Granduca, dopo aver scosso la lista, le dice che non è ben informata, che la lista è incompleta e vi aggiunge in alto il proprio nome. L'arciduchessa ribatte che il suo gesto serve solo a coprire gli accusati, mentre lei invece li vuole punire. Allora Il Granduca chiede a quale penna li voglia condannare. e quando lei risponde che la pena giusta è arderli vivi, il Granduca, gettando la lista nel fuoco, le disse: "Eccoli puniti come le avete condannati"
Gian Gastone muore nel 1737 a 66 anni, e con lui finisce la dinastia dei Medici. Secondo la tradizione popolare, amplificata dai suoi avversari e dai Lorena che diventano i nuovi signori della Toscana, i "vizi" di Gian Gastone sono la causa della fine di questa famiglia così importante. Bisogna ricordare però che la fine dei Medici coincide con quella di altre grandi famiglie italiane, dai Farnese ai Gonzaga.
Esibire in modo sfacciato la propria omosessualità è una possibilità riconosciuta solo ai potenti quindi, o al massimo a chi dai potenti riceve una forte protezione. E' il caso di Tommaso Sgricci (1789-1836), forse il primo artista italiano che nei primi dell'Ottocento osa vivere apertamente il proprio orientamento sessuale.