Non posso esprimere l'impressione che provai entrando a Napoli. Quel Sole così splendente, la distesa di quel mare, quelle isole che si vedono da lontano, il Vesuvio da cui si innalzava una grossa colonna di fumo, e anche quella popolazione, così vivace, rumorosa, e così diversa da quella romana sì da far pensare che tra l'una e l'altra vi siano mille leghe di distanza, tutto mi incantò[...]
Ero al settimo cielo perché abitavo palazzo Marocco, senza parlare dei miei vicini così piacevoli. Godevo, dalla mia finestra, la vista più splendida e lo spettacolo più allietante. Il mare e l'isola di Capri di fronte; a sinistra il Vesuvio, che faceva prevedere un'eruzione per la quantità di fumo che emanava; a destra il pendio di Posillipo, cosparso di case deliziose e di una vegetazione lussureggiante; la riviera di Chiaia poi, sempre così animata, mi offriva continuamente scene varie e divertenti; talvolta dei lazzaroni venivano a bere il getto d'acqua che zampillava da una bella fontana davanti alla mia finestra, oppure giovani lavandaie venivano a sciorinarvi la loro biancheria; alla domenica, contadinelle tutte in ghingheri ballavano la tarantella davanti a casa mia, suonando il tamburello e tutte le sere vedevo i pescatori con torce la cui vivida luce si rifletteva nel mare come lame di fuoco[...]
Il mio desiderio più vivo, è superiore a ogni altro, era quello di salire sul Vesuvio. [...]
Quasi quasi mi farei vesuviana, tanto che mi piace questo magnifico vulcano; credo che mi voglia bene anche lui, perché mi ha festeggiato e ricevuta nel modo più grandioso. Cosa sono mai i più bei fuochi d'artificio, compresa la grande Girandola di Castel Sant'Angelo, se si pensa al Vesuvio?[...]
la prima volta che vi salimmo, i miei compagni e io, fummo sorpresi da un terribile temporale, e da una pioggia diluviale. Eravamo inzuppate, ma non di meno camminavamo verso un'altura per vedere grandi lave che colavano ai nostri piedi. Credevo di arrivare ai viali dell'inferno. Un braciere, che mi soffocava, serpeggiava sotto i miei occhi: la sua circonferenza era di 3 miglia. Ma il brutto tempo ci impedì quel giorno di andare oltre, e il fumo, la pioggia di cenere che ci coprivano, rendevano invisibile la vetta del monte, quindi risalimmo sui nostri muli e scendemmo nella nera lava.[...]
Arrivai a casa in uno stato pietoso: il mio vestito era cenere bagnata; ero morta di stanchezza; mi asciugai e mi coricai con molta gioia[...]
lungi dall'essere disgustata da quel debutto, pochi giorni dopo ritornai al mio caro Vesuvio. Quella volta la mia morettina faceva parte della spedizione; volevo che vedesse quel grande spettacolo.[...]
c'era il più bel tempo del mondo. Prima della notte eravamo sulla montagna per vedere le antiche lave il tramonto del sole sul mare. Allora il vulcano era più che mai furente e, dato che di giorno non si distingue il fuoco, vedemmo uscire dal cratere soltanto un enorme fumo biancastro e argenteo, con nuvole di cenere di lava splendidamente illuminate dal sole. dipinsi questo effetto divino.[...]
Salimmo dall'eremita. Il sole tramontava e vidi i suoi raggi perdersi sotto Capo Miseno, sotto Ischia e Procida: che vista! Finalmente cadde la notte il fumo si trasformò in fiamme, le più belle che abbia mai viste in vita mia. Fasci di fuoco si slanciavano dal cratere e si succedevano rapidamente, gettando da tutte le parti pietre infuocate che cadevano con fracasso. Contemporaneamente scendeva dalla vetta una cascata di fuoco che percorreva quattro-cinque Miglia. [...]
Vedevamo quella tremenda lava bruciare arboscelli, alberi, vigne; la fiamma si accendeva e si spegneva, e sentivo il crepitio della vicina sterpaglia consumata dalla lava.[...]
tornando a Napoli non potevo più parlare; in cammino Non smettevo di girare la testa per vedere ancora quei fasci e quel fiume di fuoco.
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