Cicerone, In Verrem: 02; 26-30, pag 2

Cicerone, In Verrem: 02; 26-30

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 26-30
Cum haec omnia tanta contentione, tantis copiis agerentur; cum illum miserum multi accusarent, nemo defenderet; cumque Dolabella cum suis praefectis pugnaret in consilio, Verres fortunas agi suas diceret, idem testimonium diceret, idem esset in consilio, idem accusatorem parasset haec cum omnia fierent, et cum hominem constaret occisum, tamen tanta vis istius iniuriae, tanta in isto improbitas putabatur ut de Philodamo amplius pronuntiaretur

[XXX, 75] Quid ego nunc in altera actione Cn Dolabellae spiritus, quid huius lacrimas et concursationes proferam, quid C Neronis, viri optimi atque innocentissimi, non nullis in rebus animum nimium timidum atque demissum
Poiché tutto questo affare era dunque trattato con tanto accanimento e con un sì largo impiego di mezzi; poiché quel poverino aveva tanti accusatori e nessun difensore;e poichè Dolabella coi suoi prefetti menava battaglia in seno alla giuria, Verre dichiarava che era in gioco la sua posizione, ed era, sempre lui, teste a carico, membro della giuria e ispiratore dellaccusa, nonostante tutto questo, dunque, e nonostante la consapevolezza che era stato ucciso un uomo, così grave veniva considerato il sopruso di Verre e così grande la sua perversità, che si decise laggiornamento del processo contro Filodamo per un supplemento distruttoria

[XXX, 75] Che bisogno ho adesso io di parlare di questo secondo dibattimento, del fare altezzoso di Dolabella, delle lacrime e del correre qua e là di Verre, dellatteggiamento di C Nerone, un galantuomo incapace di fare del male a una mosca, ma in certe situazioni troppo timoroso e debole di carattere
Qui in illa re quid facere oporteret non habebat, nisi forte, id quod omnes tum desiderabant, ut ageret eam rem sine Verre et sine Dolabella

Quicquid esset sine his actum, omnes probarent; tum vero quod pronuntiatum est non per Neronem iudicatum, sed per Dolabellam ereptum existimabatur

Condemnatur enim perpaucis sententiis Philodamus et eius filius

Adest, instat, urget Dolabella ut quam primum securi feriantur, quo quam minime multi ex illis de istius nefario scelere audire possent

[76] Constituitur in foro Laodiceae spectaculum acerbum et miserum et grave toti Asiae provinciae, grandis natu parens adductus ad supplicium, ex altera parte filius, ille quod pudicitiam liberorum, hic quod vitam patris famamque sororis defenderat
Egli in quella situazione non riusciva a trovare una via duscita conveniente, a meno che non volesse escludere dal processo Verre e Dolabella, cosa che allora era nei desideri di tutti

Senza la loro presenza qualunque decisione avrebbe avuto lapprovazione generale; invece, la sentenza che allora venne pronunciata, si riteneva non già emessa da Nerone, bensì estorta da Dolabella

Condanna dunque, con pochissimi voti di maggioranza, per Filodamo e suo figlio

Intervento immediato e insistente di Dolabella per unesecuzione capitale il più possibile sollecita, perché il minor numero possibile di persone potesse apprendere dai condannati la mostruosa scelleratezza di costui

[76] Si prepara nella piazza di Laodicea uno spettacolo crudele, deplorevole e penoso per lintera provincia dAsia, da una parte condotto al supplizio un padre avanzato in età, dallaltra il figlio, il primo perché aveva difeso lonore dei figli, il secondo perché aveva difeso la vita del padre e la reputazione della sorella
Flebat uterque non de suo supplicio, sed pater de fili morte, de patris filius

Quid lacrimarum ipsum Neronem putatis profudisse

Quem fletum totius Asiae fuisse, quem luctum et gemitum Lampsacenorum

Securi esse percussos homines innocentis nobilis, socios populi Romani atque amicos, propter hominis flagitiosissimi singularem nequitiam atque improbissimam cupiditatem

[77] Iam iam, Dolabella, neque me tui neque tuorum liberorum, quos tu miseros in egestate atque in solitudine reliquisti, misereri potest

Verresne tibi tanti fuit ut eius libidinem hominum innocentium sanguine lui velles

Idcircone exercitum atque hostem relinquebas ut tua vi et crudelitate istius hominis improbissimi pericula sublevares

Quod enim eum tibi quaestoris in loco constitueras, idcirco tibi amicum in perpetuum fore putasti
Entrambi in lacrime, ma non per la propria esecuzione, il padre piangeva per la morte del figlio e il figlio per quella del padre

Quanto pianse, secondo voi, lo stesso Nerone

Quali le lacrime dellintera Asia, quale il dolore e quali i gemiti degli abitanti di Lampsaco

Giustiziati degli innocenti di nobile stirpe, degli alleati e amici del popolo romano per la straordinaria malvagità e la sciagurata lascivia del più laido degli uomini

[77] No, no, Dolabella, non posso avere più compassione né di te né dei tuoi figli, quei poverini che tu hai lasciati nella seria e nellabbandono

Verre era per te tanto prezioso che volesti che la sua passionaccia venisse espiata col sangue di innocenti

E abbandonavi lesercito e il nemico per potere con la tua autorità e la tua crudeltà soccorrere questo criminale che si trovava in pericolo

E pensavi che ti sarebbe rimasto legato per sempre per il fatto di essertelo messo accanto come proquestore

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Nesciebas ab eo C Carbonem consulem, cuius re vera quaestor fuerat, non modo relictum sed etiam spoliatum auxiliis, pecunia, nefarie oppugnatum et proditum

Expertus igitur es istius perfidiam tum cum ipse se ad inimicos tuos contulit, cum in te homo ipse nocens acerrimum testimonium dixit, cum rationes ad aerarium nisi damnato te referre noluit
Non sapevi che il console C Carbone, di cui era questore effettivo, era stato da lui non solo abbandonato, ma addirittura spogliato dì quei fondi che costituivano le sue risorse, nonché tradito e attaccato in maniera vergognosa

Facesti dunque esperienza della sua perfidia quando passò spontaneamente dalla parte dei tuoi nemici, quando proprio lui, un ribaldo, fece la più violenta delle deposizioni a carico, quando si rifiutò di presentare il rendiconto della sua amministrazione al tesoro prima della tua condanna

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