Cicerone, In Verrem: 02; 05-41-45, pag 2

Cicerone, In Verrem: 02; 05-41-45

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-41-45
[XLIV]Condemnat omnis de consili sententia; tamen neque iste in tanta re tot hominum T Vettium ad se arcessit, quaestorem suum, cuius consilio uteretur, neque P Cervium, talem virum, legatum, qui quia legatus isto praetore in Sicilia fuit primus ab isto iudex reiectus est, sed de latronum, hoc est de comitum suorum sententia condemnat omnis [XLIV] Verre condanna tutti gli accusati in base alla sentenza del collegio giudicante; tuttavia il nostro, pur trattandosi di un processo con tanti imputati, non manda a chiamare né il suo questore Tito Vettio, per avvalersi del suo consiglio, né il suo coadiutore Publio Cervio, persona degnissima, che, per essere stato suo coadiutore nel governo della Sicilia, fu da lui ricusato per primo come giudice, Verre invece condanna tutti in base alla sentenza di quel la masnada di briganti formata dai compari del suo se guito
[115] Hic cuncti Siculi, fidelissimi atque antiquissimi socii, plurimis adfecti beneficiis a maioribus nostris, graviter commoventur et de suis periculis fortunisque omnibus pertimescunt: indigne ferunt illam clementiam mansuetudinemque nostri imperi in tantam crudelitatem inhumanitatemque esse conversam, condemnari tot homines uno tempore nullo crimine, defensionem suorum furtorum praetorem improbum ex indignissima morte innocentium quaerere

Nihil addi iam videtur, iudices, ad hanc improbitatem amentiam crudelitatemque posse, et recte nihil videtur

Nam si cum aliorum improbitate certet, longe omnis multumque superabit; [116] sed secum ipse certat, id agit ut semper superius suum facinus novo scelere vincat
115 A questo punto tutti i Siciliani, che sono i nostri più fedeli e antichi alleati, gratificati dai nostri antenati con favori su favori, sono colpiti da un grave turbamento e sono invasi dal terrore per i pericoli che po trebbero correre le loro vite e i loro beni: sono accesi di sdegno vedendo che la ben nota clemenza e amabilità del nostro dominio si è tramutata in una crudeltà e in una barbarie così brutali, che tante persone in una volta sono condannate in base a un'imputazione infondata e che un governatore disonesto cerca di coprire i suoi furti con la morte immeritata e scandalosa di gente innocente

Or mai, o giudici, sembra proprio che non sia più possibile aggiungere ancora qualcosa a questo quadro di malvagi tà, di follia e di crudeltà, e non si sbaglia a ritenere che la misura sia colma

Infatti se dovesse entrare in gara con la disonestà di altri, è sicuro che surclasserebbe tutti di mol te lunghezze; 116 egli però gareggia con se stesso e perciò il suo proposito è quello di superare sempre il suo precedente delitto con un nuovo misfatto
Phalacrum Centuripinum dixeram exceptum esse a Cleomene, quod in eius quadriremi Cleomenes vectus esset; tamen, quia pertimuerat adulescens, quod eandem suam causam videbat esse quam illorum qui innocentes peribant, accedit ad hominem Timarchides; a securi negat esse ei periculum, virgis ne caederetur monet ut caveat

Ne multa, ipsum dicere adulescentem audistis se ob hunc metum pecuniam Timarchidi numerasse

[117] Levia sunt haec in hoc reo

Metum virgarum nauarchus, homo nobilissimus nobilissimae civitatis, pretio redemit: humanum est

Alius ne condemnaretur pecuniam dedit: usitatum est
Avevo detto che Fàlacro di Centúripe era stato eccezionalmente ri sparmiato per intercessione di Cleómene, perché Cleó mene aveva compiuto il viaggio proprio sulla sua quadri reme; tuttavia il giovane si era spaventato, perché s'ac corgeva di trovarsi nella medesima situazione di coloro che si avviavano all'esecuzione innocenti; perciò viene a fargli visita Timàrchide; lo assicura che per lui non c'è pericolo di essere decapitato, lo avverte però di premu nirsi per evitare la fustigazione

Per dirla in breve, voi avete udito la testimonianza diretta del giovane, che ha affermato di aver sborsato a Timàrchide una somma di denaro perché spinto da questa paura

[117] Certo, per un imputato come il nostro, queste sono bazzecole

Un capitano di una nave appartenente a una nobilissima cit tà si riscattò, pagando, dalla paura della fustigazione:niente di più naturale per un uomo

Qualcun altro, per evitare la condanna a morte, ha sborsato dei soldi: niente di più comune

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Cicerone, In Verrem: 02; 04-71-75
Cicerone, In Verrem: 02; 04-71-75

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-71-75

Non vult populus Romanus obsoletis criminibus accusari Verrem, nova postulat, inaudita desiderat; non de praetore Siciliae, sed de nefario tyranno fieri iudicium arbitratur

[XLV]Includuntur in carcerem condemnati; supplicium constituitur in illos, sumitur de miseris parentibus nauarchorum; prohibentur adire ad filios, prohibentur liberis suis cibum vestitumque ferre

[118] Patres hi quos videtis iacebant in limine, matresque miserae pernoctabant ad ostium carceris ab extremo conspectu liberum exclusae; quae nihil aliud orabant nisi ut filiorum suorum postremum spiritum ore excipere liceret
Il popolo romano non vuole che Verre sia accusato di colpe banali, nè esige di quelle ecceziona li, nè desidera di quelle mai sentite prima; perché si aspetta di assistere al processo non di un governatore del la Sicilia ma di uno sciagurato tiranno

[XLV] I condannati sono rinchiusi in carcere; contro di loro è decretato il supplizio, che viene però inflitto subito ai po veri genitori dei capitani delle navi; in quanto si proibisce loro di far visita ai propri figli, si proibisce loro di porta re cibo e vestiti ai propri figlioli

[118] I padri, che ve dete qui presenti, giacevano prostrati sulla soglia del carcere e le povere madri trascorrevano la notte intera da vanti alla porta, colpite dal divieto di vedere i propri fi glioli per l'ultima volta; ed esse non imploravano nien t'altro se non il permesso di poter raccogliere in un bacio l'ultimo respiro dei loro figli
Aderat ianitor carceris, carnifex praetoris, mors terrorque sociorum et civium Romanorum, lictor Sextius, cui ex omni gemitu doloreque certa merces comparabatur

'Ut adeas, tantum dabis, ut cibum tibi intro ferre liceat, tantum

' Nemo recusabat

'Quid

ut uno ictu securis adferam mortem filio tuo, quid dabis

Ne diu crucietur, ne saepius feriatur, ne cum sensu doloris aliquo spiritus auferatur

' Etiam ob hanc causam pecunia lictori dabatur

[119] O magnum atque intolerandum dolorem

o gravem acerbamque fortunam

Non vitam liberum, sed mortis celeritatem pretio redimere cogebantur parentes
C'era lì il custode del car cere, il boia al servizio del governatore, morte e terrore degli alleati e dei cittadini romani, il littore Sestio, che fissava la ricompensa in denaro per ogni gemito e per ogni manifestazione di dolore e ne riscuoteva l'importo

Per entrare, pagherai tanto; per avere il permesso di portar dentro il cibo, tanto

' Nessuno si tirava indietro

Dimmi un po'

cosa mi darai perché io procuri la morte a tuo figlio con un solo colpo di scure

Perché non si pro traggano le sue torture, perché non sia ucciso dopo trop pi colpi, perché gli sia strappato l'ultimo respiro senza quasi fargli sentir dolore

Anche questi erano buoni motivi per spillar denaro

[119] Oh immenso e stra ziante dolore

oh sorte crudele e amara

I genitori erano costretti non già a riscattare la vita dei propri figlioli ma a pagare per ottenerne una morte rapida

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Cicerone, In Verrem: 02; 04-41-45
Cicerone, In Verrem: 02; 04-41-45

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-41-45

Atque ipsi etiam adulescentes cum Sextio suo de plaga et de uno illo ictu loquebantur, idque postremum parentis suos liberi orabant, ut levandi cruciatus sui causa lictori pecunia daretur

Multi et graves dolores inventi parentibus et propinquis, multi; verum tamen mors sit extremum

Non erit

Estne aliquid ultra quo crudelitas progredi possit

Reperietur; nam illorum, cum erunt securi percussi ac necati, corpora feris obicientur

Hoc si luctuosum est parentibus, redimant pretio sepeliendi potestatem
E persino gli stessi giovani discutevano con Sestio i particolari di quel fendente che doveva essere inferto con un unico colpo di scure e i figli imploravano dai loro genitori quest'ultima grazia, di versare il denaro al littore per abbreviare la lo ro tortura

Molte e strazianti sofferenze vennero escogi tate per il tormento dei genitori e dei parenti, sì, molte; ma che almeno la morte sia l'ultimo

Invece non lo sarà

Ma al di là di questa esiste forse qualche altra mostruosi tà alla quale la crudeltà si possa spingere

La si troverà; infatti i corpi delle vittime uccise senza pietà a colpi di scure, saranno gettati alle bestie feroci

Se questo è moti vo di cordoglio per i genitori, si guadagnino il permesso della sepoltura comprandolo a peso d'oro
[120] Onasum Segestanum, hominem nobilem, dicere audistis se ob sepulturam Heraclei nauarchi pecuniam Timarchidi numerasse; ne hoc possis dicere, 'Patres enim veniunt amissis filiis irati,' vir primarius, homo nobilissimus, dicit, neque de filio dicit

Iam hoc quis tum fuit Syracusis quin audierit, quin sciat, has Timarchidi pactiones sepulturae cum vivis etiam illis esse factas

Non palam cum Timarchide loquebantur, non omnes omnium propinqui adhibebantur, non palam vivorum funera locabantur
[120] Avete udito la deposizione di Onaso di Segesta, un uomo rag guardevole, che testimoniò di aver pagato in contanti Timarchide per poter seppellire Eraclio,il capitano della nave della sua città; tanto perché tu non possa dire Eh già, i padri arrivano qui gonfi d'ira perché hanno perso i loro figli, un uomo ragguardevolissimo, che oltre tutto non sta parlando di suo figlio

Ma poi, ci fu forse qualcuno allora a Siracusa che non abbia sentito dire e che non sappia che Timarchide concluse questi accordi sulla sepoltura con i condannati mentre ancora erano in vita

Non ne trattavano apertamente con Timàrchide, non erano ammessi tutti i parenti di tutti i prigionieri, non si contrattava apertamente il prezzo dei funerali di persone viventi

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