La scena della tempesta che coglie notte tempo gli apostoli sul mare di Galilea (chiamato anche lago di Tiberiade o lago di Gennezaret), spesso erroneamente confusa con quella in cui Cristo cammina sulle acque del medesimo bacino, viene trattata da Rembrandt con incredibile virtuosismo, tanto da comunicare perfettamente anche a chi si avvicina all'opera per la prima volta, lo stato di smarrimento e vertigine che dovettero provare gli apostoli in tale circostanza.
Il turbamento degli apostoli e i loro timori corrispondono alle paure che assalgono l'animo umano di fronte all'ignoto e alla morte, paura alle quali solo la fede nel progetto salvifico di Dio possono dare una risposta.