Properzio, Elegie: Libro III, Elegia IX, pag 2

Properzio, Elegie: Libro III, Elegia IX

Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro III, Elegia IX
non ego velifera tumidum mare findo carina:[35] tuta sub exiguo flumine nostra mora est Io non solco il mare gonfio con la barca a vela:[35] la mia sosta è sicura sotto un piccolo fiume
non flebo in cineres arcem sedisse paternos Cadmi, nec semper proelia clade pari; nec referam Scaeas et Pergama, Apollinis arces, et Danaum decimo vere redisse rates,[40] moenia cum Graio Neptunia pressit aratro victor Palladiae ligneus artis equus Non piangerò che la rocca di Cadmo sia crollata sulle ceneri paterne, né canterò le porte Scee e Pergamo,le rocche di Apollo, e che le navi dei Danai siano tornate nella decima primavera, [40] quando il cavallo di legno, arte di Pallade, vincitore spianò le mura di Nettuno con l'aratro greco
inter Callimachi sat erit placuisse libellos et cecinisse modis, Coe poeta, tuis Sarà sufficiente essere piaciuto accanto ai libri di Callimano e aver cantato nei tuoi modi, o poeta di Cos

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Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia XXV

haec urant pueros, haec urant scripta puellas[45] meque deum clament et mihi sacra ferant Questi versi infiammino i fanciulli, questi versi infiammino le fanciulle [45] e mi chiamino dio e mi offrano riti sacri
te duce vel Iovis arma canam caeloque minantem Coeum et Phlegraeis Eurymedonta iugis; eductosque pares silvestri ex ubere reges, ordiar et caeso moenia firma Remo,[50] celsaque Romanis decerpta Palatia tauris, crescet et ingenium sub tua iussa meum; prosequar et currus utroque ab litore ovantis, Parthorum astutae tela remissa fugae, claustraque Pelusi Romano subruta ferro,[55] Antonique gravis in sua fata manus Sotto la tua guida, canterò anche le armi di Giove e Ceo che minaccia il cielo ed Eurimedonte nei gioghi Flegrei; celebrerò i re gemelli nutriti dalla mammella campagnola, e le mura fondate dal morto Remo,[50] e i famosi palazzi Palatini distrutti dai tori romani, e crescerà sotto i tuoi comandi il mio ingegno; e seguirò i carri trionfali dell'uno e dell'altro lido, le frecce dell'astuta fuga dei Parti lanciate, e il forte di Pelusio abbattuto dal ferro romano, [55] e la mano di Antonio feroce verso il suo destino

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mollia tu coeptae fautor cape lora iuventae, dexteraque immissis da mihi signa rotis Tu fautore prendi le briglie tenere della giovinezza iniziata, e dammi segni sicuri con le ruote lanciate
hoc mihi, Maecenas, laudis concedis, et a te est quod ferar in partis ipse fuisse tuas O Mecenate, concedimi questo come gloria e da te dipende che io stesso riterrò di essere stato fra i tuoi seguaci

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