con la sua produzione di milioni di litri di olio ogni anno, questo settore era diffusamente considerato inattaccabile e offriva un alternativa di combustione più luminosa e pulita rispetto ad altre fonti maggiormente economiche ma meno sicure, come l'olio di lardo o il canfene. All'epoca era difficile poter immaginare che la gente avrebbe mai accettato di vivere senza olio di balena, giacchè questo avrebbe significato regredire in un passato meno luminoso.
Tuttavia verrebbe da domandarsi se i balenieri, rendendosi conto che ogni anno erano costretti ad allontanarsi sempre più dall'isola di Nantucket per trovare balene da uccidere, si siano mai domandati che cosa accadrebbe quando non ci saranno più balene?
Il mondo occidentale dipendeva dalla macellazione di questi cetacei per avere un'illuminazione di qualità, ciò nonostante, per fortuna, non li abbiamo portate all'estinzione. Come? Trovando delle tecnologie alternative. La prima, a sostituire l'olio di balena come fonte di illuminazione è stato il cherosene ottenuto dal petrolio. Il cheronese è stato poi soppiantato dall'elettricità, che si è rivelata un modo migliore per illuminare il nostro pianeta
nutrendosi di fitoplancton, la balenottera azzurra, accaparra solo per sé 33 tonnellate di CO2 all'anno
Balena al largo della penisola di Valdes, Argentina. Può vivere tra gli 80 e 90 anni, in confronto, un albero immagazzina in media 22 kg di CO2 all'a...