Utilitarismo e Liberalismo

Utilitarismo e Liberalismo

Rispetto alla natura, il progresso è secondo alcuni una forma di violenza; altri pensano che la ricchezza sia legittima solo se si trasformasse poi in beneficio comune

Utilitarismo. Per utilitarismo si intende quella dottrina etica che ha le sue origini negli scritti di Bentham risalenti all'Ottocento e alla loro elaborazione dovuta a Mill. L'utilitarismo fa costante riferimento all'esperienza e attribuisce un valore intrinseco alla felicità (o benessere generale): qui l'ammontare del piacere è superiore all'ammontare del dolore. L'utilità è la proprietà che un'azione o una linea di condotta hanno di produrre conseguenze positive nel bilancio del piacere e del dolore. Questa dottrina dunque prescrive di scegliere le azioni che tendono a promuovere la maggiore utilità possibile, sia dell'agente che degli esseri senzienti (che provano piacere o dolore).

L'azione non viene valutata in sé stessa ma per le conseguenze che ne possono derivare. L'utilitarismo differisce quindi dalla dottrina kantiana per cui alcune azioni devono essere compiute unicamente in quanto giuste in sé stesse, a prescindere dalle possibili conseguenze. Si possono trovare antecedenti di questa dottrina già nella filosofia greca (epicureismo), ma solo in epoca illuministica il principio di utilità di manifestò come un secondo criterio di interpretazione. 

Jeremy Bentham. Egli raccolse e sviluppò i vari spunti che provenivano dai settori più avanzati della cultura europea dell'epoca, facendo dell'utilitarismo un'efficace chiave di lettura dei nuovi rapporti sociali che andavano trasformando l'assetto della società tradizionale. Bentham intese promuovere la morale e la legislazione al rango di discipline scientifiche. La sua dottrina morale prende le mosse dalla constatazione che i moventi essenziali che spingono l'uomo all'azione sono la ricerca del piacere e la fuga dal dolore. La concezione che identifica il bene con il piacere e il male con il dolore, definita edonismo, era già diffusa nell'antichità classica ed era stata ripresa da Hobbes. Con questi il principio di utilità veniva a configurarsi come il principio che approvava e promuoveva le azioni in grado di produrre un saldo attivo di felicità (prevalenza del piacere sul dolore) per tutti coloro che sono coinvolti nell'azione stessa. Utilitarismo non coincide dunque con egoismo. Secondo Bentham il principio di utilità ha come scopo la promozione della massima felicità per il maggior numero di individui: questo può sembrare un progetto utopico ma molti esponenti dell'Illuminismo lo condivisero. Sorgeva però una difficoltà: com'è possibile convincere un individuo, mosso dalla ricerca del proprio piacere, a tenere conto della felicità generale, magari sacrificando una parte della propria?