Dopo una lunga epoca di relativa Indipendenza, residuo dell'originaria società matriarcale, in cui le donne potevano ereditare gestire proprietà, studiare e praticare le stesse discipline degli uomini, l'avvento dei samurai nel XII secolo ha rappresentato un colpo di spugna su tutte le libertà che non fossero quella di difendere se stessi e la propria casa con armi maschili. E' la morale confuciana del periodo Edo, a partire dal 1600, ha sancito la sottomissione con tre grandi precetti di ubbidienza:
- al padre durante la giovinezza
- al marito nel matrimonio
- ai figli nella vecchiaia
Eppure, anche nei secoli più bui, spesso sottotraccia, più di rado dai palazzi del potere, il sesso debole ha giocato il suo ruolo nella storia nipponica, nell'evoluzione dei costumi e del pensiero, nei mutamenti sociali. nel bene e nel male, il Giappone è quello che anche grazie a queste donne fuori dall'ordinario, che hanno saputo percorrere la loro strada fino in fondo, qualche volta al prezzo della vita
Nel ottobre del 1883 i quotidiani giapponesi regalano una non del tutto desiderabile notorietà a una tranquilla ragazza di buona famiglia che la polizia ha inaspettatamente arrestato e gettato in galera. La ragazza si chiama Toshiko Kishida, ha 22 anni e davanti a 600 persone ha tenuto un discorso che ha messo in allarme le autorità. E' la prima volta in Giappone che una donna arringa la folla e soprattutto quella donna parla di condizione femminile.
Nell'arcipelago è già arrivato l'occidente, ma a orientare i ruoli all'interno della famiglia è ancora il pensiero confuciano. La donna deve generare, allevare i figli e occuparsi della conduzione della casa. Nessuno le chiede di avere un'istruzione tantomeno di trasmetterla. meglio che ad occuparsi dell'educazione siano gli uomini
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Il 10 ottobre 1868 ad Aizu fa già molto freddo, l'alba si vela di nevischio. Le ultime truppe dello shogunato, ormai allo stremo, si sono asserragliati nel castello Tsuruga, sede dei signori locali. ...
Toshiko fa eccezione: sua madre, oltre a Insegnarle cose da donna come l'ikebana e il koto, lo strumento musicale della tradizione, le ha aperto territori prettamente maschili come il cinese classico, il teatro, i testi sapienziali del buddismo.
In quel discorso che le vale 10 giorni di galera, l'oratrice parla di tutte le altre, meno fortunate di lei. Le definisce hakoiri musume - ragazze in scatola -, fiori di serra che non vedono mai il mondo di fuori. Allevate sotto una campana di vetro, esautorate da tutto, le figlie del Giappone crescono senza gli strumenti per gestire la propria vita, e devono appoggiarsi perpetuamente a una figura maschile. Toshiko chiede pari opportunità nell'apprendimento, vuole che la legge tuteli la donna in materia di proprietà e diritto civile. Il governo la mette a tacere con la legge per la tutela della pace, che dal 1887 proibisce alle donne di svolgere attività politica. Ma un primo seme è gettato.
Solo nel 1922 il governo è costretto a cedere e ammette la partecipazione femminile al dibattito pubblico