DEMEA MICIO DE Ehem opportune: te ipsum quaerito MI quid tristis es DE rogas me, ubi nobis Aeschinus siet, quid tristis ego sim MI dixin hoc fore quid fecit DE quid ille fecerit quem neque pudet quicquam neque metuit quemquam neque legem putat [85] tenere se ullam nam illa quae antehac facta sunt omitto: modo quid dissignavit MI quid id est DE fores ecfregit atque in aedis inruit alienas; ipsum dominum atque omnem familiam mulcavit usque ad mortem; eripuit mulierem [90] quam amabat: clamant omnes indignissume factum esse hoc advenienti quot mihi, Micio, dixere in ore est omni populo denique, si conferendum exemplum est, non fratrem videt rei dare operam, ruri esse parcum ac sobrium [95] nullum huius simile factum |
DEMEA MICIONE DEMEA Capiti al momento giusto: stavo proprio cercando te MICIONE Perché così scuro in volto DEMEA A me, che ho Eschino per figlio, vieni ancora a chiedere perché sono scuro in volto MICIONE (a parte) Non l'avevo detto (a voce alta) Che ha combinato DEMEA Cosa può aver combinato Lui che non si vergogna di nulla, che non ha paura di nessuno, che ritiene di non [85] dover rispettare alcuna legge Lasciamo perdere quel che ha combinato in passato: adesso ha veramente superato il limite MICIONE Che diamine è accaduto DEMEA Ha fatto irruzione in casa altrui dopo aver buttato giù una porta; ha pestato a sangue il padrone e i suoi schiavi; ha rapito la donna di cui era innamorato: gridano [90] tutti che è roba dell'altro mondo In quanti, caro Micione, me l'hanno detto, lungo la strada È sulla bocca di tutti Ma insomma, se è un esempio che bisogna dargli, non lo vede suo fratello Si occupa degli interessi di famiglia, vive semplicemente e sobriamente in campagna [95] e non ha mai combinato niente di simile |
haec quom illi, Micio, dico, tibi dico: tu illum corrumpi sinis MI homine inperito numquam quicquam iniustius est, qui nisi quod ipse fecit nil rectum putat DE quorsum istuc MI quia tu, Demea, haec male iudicas [100] non est flagitium, mihi crede, adulescentulum scortari neque potare: non est; neque fores ecfringere haec si neque ego neque tu fecimus, non siit egestas facere nos tu nunc tibi id laudi ducis quod tum fecisti inopia [105] iniurium est; nam si esset unde id fieret, faceremus et tu illum tuom, si esses homo, sineres nunc facere dum per aetatem decet potius quam, ubi te exspectatum eiecisset foras, alieniore aetate post faceret tamen [110] DE pro Iuppiter, tu homo adigis me ad insaniam non est flagitium facere haec adulescentulum |
Questo, Micione, mentre lo dico a lui, lo dico anche a te Sei tu che lasci che si rovini MICIONE Non c'è persona più ingiusta dell'inesperto, che ritiene che sia ben fatto solo quel che fa lui DEMEA A che proposito dici questo [100] MICIONE Perché tu, Demea, sbagli nel giudicare queste cose Andare a donne e ubriacarsi, quando si è giovani, non è un delitto, credimi, proprio non lo è; e neppure buttar giù una porta Se tu ed io non l'abbiamo fatto, è solo perché non ne avevamo la possibilità Adesso non verrai mica a dirmi che quel che hai fatto perché eri povero [105] torna a tuo vanto Sarebbe ingiusto; perché, se ne avessimo avuto i mezzi, lo avremmo fatto anche noi E se tu fossi un essere umano, lasceresti che lo facesse anche il figlio che hai con te, adesso che l'età glielo consente, invece di dover attendere di averti sotterrato, per farlo poi ugualmente quando non è più l'ora [110] DEMEA Perdìo, essere umano, vuoi farmi diventare pazzo Fare questo quando si è giovani non è un delitto |
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Terenzio, Adelphoe: Actus V, 855-881
Latino: dall'autore Terenzio, opera Adelphoe parte Actus V, 855-881
MI ah ausculta, ne me obtundas de hac re saepius: tuom filium dedisti adoptandum mihi; is meus est factus: si quid peccat, Demea, [115] mihi peccat; ego illi maxumam partem fero obsonat, potat, olet unguenta: de meo; amat: dabitur a me argentum dum erit commodum; ubi non erit, fortasse excludetur foras fores ecfregit: restituentur; discidit [120] vestem: resarcietur; et dis gratia est unde haec fiant, et adhuc non molesta sunt postremo aut desine aut cedo quemvis arbitrum: te plura in hac re peccare ostendam DE ei mihi, pater esse disce ab aliis qui vere sciunt [125] MI natura tu illi pater es, consiliis ego DE tun consulis quicquam MI ah, si pergis, abiero DE sicin agis MI an ego totiens de eadem re audiam |
MICIONE Ooh, sentimi; così non mi seccherai più oltre sull'argomento: tu mi hai affidato tuo figlio in adozione; lui è affar mio: se sbaglia, caro Demea, sbaglia per me; me [115] ne assumo io la responsabilità maggiore Gozzoviglia, si ubriaca, olezza di profumi: lo fa con denari miei; è innamorato: gli darò soldi finché gli serviranno; se non ne avrà, forse lo chiuderanno fuori Ha buttato giù una porta: sarà rimessa a posto; ha lacerato un abito: sarà [120] ricucito, grazie al cielo ho di che provvedere e finora non mi dispiace farlo Insomma o la fai finita, oppure prendi chi vuoi come giudice Ti dimostrerò che in questa faccenda chi sbaglia di più sei tu DEMEA Ahimè Impara a fare il padre da quelli che sanno esserlo davvero [125] MICIONE Tu gli sei padre perché lo hai messo al mondo, io perché gli insegno a stare al mondo DEMEA Perché, sei forse in grado d'insegnare qualcosa, tu MICIONE Senti, se continui, me ne vado DEMEA Ah, è così che mi tratti MICIONE Secondo te, invece, dovrei stare a sentire un sacco di volte la stessa canzone |
DE curae est mihi MI et mihi curae est verum, Demea, curemus aequam uterque partem: tu alterum, [130] ego item alterum; nam ambos curare propemodum reposcere illum est quem dedisti DE ah Micio MI mihi sic videtur DE quid istic si tibi istuc placet, profundat perdat pereat; nil ad me attinet iam si verbum unum posthac MI rursum, Demea, [135] irascere DE an non credis repeto quem dedi aegre est; alienus non sum; si obsto em desino unum vis curem: curo; et est dis gratia quom ita ut volo est iste tuos ipse sentiet posterius nolo in illum gravius dicere [140] |
DEMEA Sono io che devo occuparmene MICIONE Ma io pure Comunque, Demea, dividiamoci equamente i pensieri: tu pensi a uno e io all'altro; voler pensare [130] a entrambi da parte tua è come chiedermi indietro quello che mi hai affidato DEMEA Senti, Micione MICIONE Io la vedo così DEMEA Che devo dirti a questo punto Se a te va bene così, sperperi, rovini, si rovini; la cosa non mi riguarda Ma se d'ora in avanti dirò una sola parola [135] MICIONE Di nuovo in collera, Demea DEMEA Non mi credi Ti chiedo forse indietro quello che ti ho affidato È dura; non sono un estraneo; se mi oppongo va be', basta Tu desideri che io pensi a uno solo: d'accordo, e grazie al cielo lui è come voglio che sia Il tuo se ne accorgerà in seguito non voglio andar giù troppo pesante sul suo conto (si allontana) [140] |