preziosa risulta la resa pittorica dei dettagli, dall'abito del conte all'armatura appoggiata sul tavolo alle sue spalle, dalla folta barba all'indagine fisionomica e al lucore dello sguardo, insieme a uno studio attento degli effetti luministici che si muovono dalla penombra della folta chioma arborea posta sulla destra, ai riflessi metallici dell'elmo e sulla mazza, alla morbidezza setosa dell'epidermide e delle maniche di velluto dell'abito.
Il contrasto tra la metallica incombenza dell'armatura e l'eleganza dell'abbigliamento e della postura del conte Sanvitale, accentua il suo ruolo di signore colto e moderno che pur non rinunciando alle origini cavalleresche intende porsi come uomo del suo tempo che non teme di superare i confini tradizionali rappresentati simbolicamente dal medaglione raffigurante le colonne d'Ercole fissato in bella mostra sul cappello.
L'opera è citata nell'inventario del 1587 nelle collezioni parmensi del principe Ranuccio Farnese. Poi, nel 1802, persa memoria del nome dell'effigiato e credendolo un ritratto di Cristoforo Colombo ( per la medaglia fissata sul cappello e raffigurante le colonne d'Ercole ) venne collocato nella galleria a Francavilla