Ritratto del doge Marcantonio Trevisan - Bottega di Tiziano

ritratto del doge Marcantonio Trevisan - Bottega di Tiziano

a seguito della nomina a pittore ufficiale della Repubblica nel gennaio 1517, Tiziano aveva l'incarico di ritrarre i nuovi dogi. L'immagine del doge sembra cosi viva che "par che parli, che pensi, et che respiri"

L'opera ha sollevato dubbi tra gli studiosi e sull'effettiva partecipazione di Tiziano. Alcuni lo propongono come un lavoro di bottega, nei dettagli modesti come la mano sinistra, la semplicità di impasti nel manto di broccato dorato e in generale una pittura spenta. Una minor espressività dell'immagine rispetto ad altri autoritratti.

L'assestarsi più pacato della figura dimostra una diversa relazione con l'ambiente circostante: ora che Tiziano ha superato l'artificiosità degli impianti manieristici, essa sta di nuovo entro uno spazio abitabile, definito dall'ampio arco del busto, ed è il leggero volgere della testa in opposizione alla fermezza del corpo, che restituisce una naturalezza più antica, priva di complessità formali o di retorica

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