Ritratto dei Coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck

Ritratto dei Coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck

L'opera rappresenta un matrimonio. Il pittore partecipa in qualità di testimone. Nel 1857 due storici dell'arte riconoscono nel quadro Giovanni Arnolfini e la moglie Giovanna Cenami ma sull'identità della donna ci sono più versioni

Il quadro è ricco di dettagli. Van Eyck non lascia nulla al caso e gli oggetti e i gesti hanno un significato ben preciso. Il pittore è considerato l'inventore della pittura a olio in un periodo in cui la pittura fiamminga e quella italiana prendono due strade diverse. Un dipindo nel rinascimento italiano va letto prima nell'insieme e poi nel dettagli, uno fiammingo al contrario.

I coniugi Arnolfini - mercanti originari di Prato e trasferiti a Bruges - vengono raffigurati in un atteggiamento solenne. Lo sposo prende la mano della consorte e alza la mano destra come se stesse per pronunciare un giuramento. La moglie si tiene la pancia gonfia, forse ad indicare la prossima maternità. Un indizio potrebbe essere la scultura di Santa Margherita - patrona del parto - che decora il letto della coppia. Sono entrambi scalzi, gli zoccoli di lui, macchiati di fango sono di fianco, quelli di lei, rossi, vicino al letto.

Il pittore Jan Van Eyck nell'occasione viene chiamato nel ruolo di testimone, infatti a quel tempo per sposarsi si usava giurare di fronte a due testimoni e poi si ufficializzava l'unione in chiesa. Guardando lo specchio appeso in fondo alla parete, si possono scorgere 2 figure, sono i testimoni ed uno dei due è proprio Jan Van Eyck. Sopra lo specchio c'è la firma del pittore con la dicitura latina Jan Van Eyck è stato qui 1434 per confermare che lui è uno dei due testimoni dell'evento. Inoltre, intorno allo specchio si trovano 10 piccoli tondi con la rappresentazione dei personaggi della via Crucis dipinti in miniatura

il dipinto è ricco di dettagli alcuni dei quali con un significato simbolico come il cane che rappresenta la fedeltà, in quanto è l'animale fedele per antonomasia. Nel lampadario è accesa solo una candela, la spiegazione data è che nelle case fiamminghe, c'era l'abitudine di accendere una candela il giorno delle nozze. La coppia è ricca e ostenta il loro status da alcuni dettagli:

  1. Per cominciare i vestiti che indossano
  2. Il tappeto orientale che si intravede sullo sfondo conferma che la coppia è ricca
  3. gli eleganti zoccoli rossi della donna in fondo alla stanza
  4. l'albero di ciliegie che si scorge fuori la stanza e che ci fa pensare, data la loro maturazione, di essere in tarda primavera
  5. delle arance, vicino alla finestra e sulla panca. Le arance a quei tempi erano carissime

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polittico dell’Agnello Mistico - Jan Van Eyck
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Jan Van Eyck subentrò al fratello nel portare a termine l'opera. Racconta di un percorso che parte dal peccato originale per concludersi con la redenzione di Gesù

I MISTERI DELLO SPECCHIO

nello specchio, uno dei due testimoni, compare con un turbante rosso. Si da per scontato sia il pittore. Il particolare è rilevante. In un altro quadro di Van Eyck dal titolo: uomo con turbante rosso, alcuni studiosi tendono a pensare sia un autoritratto dell'artista e che il turbante sia un tratto distintivo. Non ci sono notizie certe. Quel turbante, presente in altre opere e anche nel quadro in oggetto, all'interno dello specchio, valorizza la tesi del pittore che si dipinge riflesso. Ma c'è anche un altro quadro di Van Eyck noto come: ritratto di Giovanni Arnolfini, dove l'uomo indossa un turbante rosso. Quindi l'uomo con il turbante è un autoritratto? Non lo è?

Nello specchio la coppia non sembra tenersi per mano e davanti a loro non c'è il cane che invece si vede in primo piano. Perchè? Possiamo credere davvero che un pittore cosi maniacale nei particolari abbia avuto una svista oppure, più probabilmente, ci vuole comunicare qualcosa di più profondo? Ma cosa?

"uomo con turbante rosso" a confronto con "ritratto di Giovanni Arnolfini" "uomo con turbante rosso" a confronto con "ritratto di Giovanni Arnolfini"

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Venere Rokeby di Diego Velazquez
Venere Rokeby di Diego Velazquez

Il dipinto è noto come Venere Rokeby lì perché si trovava a Rokeby park nella contea di Durham in Inghilterra prima della sua acquisizione da parte della National Gallery

Uno studioso scopre casualmente che il matrimonio degli Arnolfini sarebbe stato celebrato nel 1447, 13 anni dopo la realizzazione del quadro e 6 anni dopo la morte del pittore. Qualcosa non torna. A Bruges in quei tempi viveva un altro membro della famiglia Arnolfini, Giovanni di Nicolao ( cugino di Giovanni ) sposato con Costanza Trenta morta nel 1433, un anno prima del quadro. Si tratta forse di lei? Forse il pittore ha realizzato una opera postuma dopo la morte della donna?

I MOVIMENTI DEL DIPINTO

L'opera rimane in casa degli Arnolfini fino al 1516. Sequestrata, viene donata alla arciduchessa d'Olanda. Poi la eredita Maria d'Ungheria che si trasferisce in Spagna, qui il pittore di corte Diego Velazquez la nota facendo nascere, molto probabilmente, l'ispirazione per Las Meninas. A Madrid il quadro viene rubato da Giuseppe Bonaparte fratello di Napoleone. Rubato ancora dagli inglesi con re Giorgio IV che, non aprezzando la pittura fiamminga, la vende alla National Gallery per 600 ghinee

intorno allo specchio i 10 tondi riportano in miniatura dipinti della passione di Cristo intorno allo specchio i 10 tondi riportano in miniatura dipinti della passione di Cristo

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LO SPECCHIO DI VAN EYCK CONTRO LO SPECCHIO DEL MAESTRO DI FLEMALLE

ultime ricerche hanno confrontato due dipinti del XV secolo. Lo specchio di quest'opera di Van Eyck con il trittico Werl, attribuito all'artista solitamente definito Maestro di Flémalle e che è spesso identificato con Robert Campin. Anche il pannello del trittico di Werl, seguendo quasi certamente l'esempio di Van Eyck, raffigura uno specchio convesso, nel quale si riflette la piccola stanza nella quale il donatore si inginocchia con Giovanni Battista.

Sono stati elaborati algoritmi complessi al computer e le conclusioni denotano che la precisione dell'immagine riflessa nello specchio di van Eyck è impressionante, ma alcuni indizi ci permettono di capire che è stata modificata dall'artista per eliminare alcune delle distorsioni più gravi prodotte dalla curvatura della superficie.

Lo specchio del trittico Werl è ancora più preciso, tanto che i ricercatori hanno concluso che doveva basarsi sull'osservazione di uno specchio reale, appeso in una stanza simile a quella mostrata nel dipinto e con la presenza di un modello che indossava il mantello rosso di san Giovanni e più in la, 2 frati in preghiera. Si riuscì persino a calcolare la distanza dalla quale l'artistaguardava l'immagine riflessa

pannello di sinistra del trittico Werl che raffigura dr. Heinrich von Werl e Giovanni Battista - Robert Campin, 1438 pannello di sinistra del trittico Werl che raffigura dr. Heinrich von Werl e Giovanni Battista - Robert Campin, 1438
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