Negli anni '40 Frida cercò una personale risposta alle questioni fondamentali della vita nelle filosofie orientali. Radici, come altri quadri e disegni dell'epoca, ruota intorno al concetto di reincarnazione e al sentiero di meditazione in otto gradini del Buddha
la tela rivela un intenso legame con la natura, tema di corrente nella sua produzione, fino a raffigurare se stessa come una pianta o un animale. Frida, vestita dell'abito arancione dei monaci buddisti, è semidistesa sulla terra arida, nella posa del Buddha morente, e sembra a generare da sola la vita: dal suo corpo crescono rami, le cui foglie si allargano sul terreno, come una pianta autosufficiente.
Per tutta la vita Frida amò la poesia del cinese Li T'ai-Po che descriveva l'assenza di bisogni come modello per le persone spiritualmente consapevoli. ancora una volta l'artista ci stupisce per la curiosità intellettuale verso le culture più varie e per la capacità di approfondirle nel tentativo di superare i propri limiti e le proprie debolezze. In Radici, in particolare, vi è espresso il desiderio di trovare un equilibrio tra il piacere sensuale e l'ascetismo, superando la doppia visione del mondo che tanta sofferenza le causava