la percezione dell'imminente fine la conduce a rinnegare la produzione precedente, che considerava ormai priva di rilevanza sociale. Rinnega persino Trockij, ospitato nella sua casa e con cui aveva avuto una relazione. Negli ultimi quadri, Frida rende omaggio a Marx, Lenin, Stalin e Mao, i cui volti quasi caricaturali si affacciano nelle tele come protettori dalle malattie dalle sofferenze umane. Se confrontati con i sensibili e vivi autoritratti precedenti, essi appaiono formalmente grossolani e stereotipati.
Rifugiandosi nel marxismo, la Kahlo aveva cercato di costruire un ultimo baluardo di speranza nei confronti di se stessa, destinato tuttavia a infrangersi con l'ineluttabile aggravarsi del suo stato di salute. Nel 1953 le venne infatti amputata la gamba destra. In questo dipinto, rimasto incompiuto, si ritrae a figura eretta con il busto ortopedico, nell'atto liberatorio di gettare le stampelle, un libro rosso nella mano sinistra, sotto lo sguardo di Marx, mentre sullo sfondo appare la colomba della pace. Le ultime parole affidate da Frida al suo diario sono: "aspetto felice la partenza e spero di non tornare mai"