Purgatorio canto 4: analisi

Purgatorio canto 4: analisi

Salita al primo balzo: seconda schiera di anime. La salita si presenta ripidissima e stretta, richiede quasi una scalata

Sul balzo si trova un grosso masso.

Colpa L'essersi pentiti nel punto estremo della vita. Pena Le anime dei pigri stanno sedute, appoggiate a un grosso masso, e devono attendere in questa posizione per un tempo pari alla durata della loro vita prima di entrare nel Purgatorio. Contrappasso per analogia: come in vita sono state pigre, ora attendono ferme all'ombra di un grosso masso, che è il correlativo figurativo della loro indolenza.

Personaggi Dante e Virgilio. Anime di scomunicati. Belacqua; anime di pigri.

Sequenze narrative:

1-18 Dante, assorto a parlare con Manfredi, non si è accorto che sono passate tre ore; ciò dimostra che l'anima dell'uomo è una sola e, mentre la potenza sensitiva è occupata, quella intellettiva non può percepire lo scorrere del tempo. Le anime degli scomunicati indicano a Dante e Virgilio il passaggio verso l'alto.

19-54 Il sentiero per salire è strettissimo e impervio, bisogna arrampicarsi con le mani.

Quando terminano la prima parte della salita, Dante, stanco e timoroso di non arrivare in alto, chiede a Virgilio la strada. Virgilio gli addita il balzo da raggiungere e Dante fa un ultimo sforzo. Quando arrivano sul balzo, si siedono e guardano il cammino percorso.

55-87 Dante si accorge di avere il sole a sinistra, al contrario di quanto avviene sulla terra. Virgilio spiega che il Purgatorio e Gerusalemme hanno la stessa latitudine, ma opposta, per cui il sole nell'emisfero settentrionale si muove in un senso e in quello meridionale nel senso opposto. Dante ha capito e aggiunge che l'equatore è esattamente a metà fra Gerusalemme e il Purgatorio; poi chiede quanto devono salire.

88-96 Virgilio spiega che salire la montagna del Purgatorio è difficile all'inizio ma più semplice a mano a mano che si avanza; quando sarà in cima, Dante potrà riposarsi.

97-120 Appena Virgilio tace, si sente una voce che commenta i loro discorsi. I due poeti si voltano e vedono delle anime sedute all'ombra di un grosso masso. Una sembra a Dante particolarmente pigra; l'anima gli risponde con ironia e Dante la riconosce dalla voce e le si avvicina.

121-135 Dante chiama l'anima per nome: Belacqua, un amico noto per la sua pigrizia. Gli chiede perché sia lì. Egli risponde che non si affretta perché l'angelo guardiano non lo farebbe entrare prima del tempo in Purgatorio, a meno che uomini giusti non preghino per lui. Dio ascolta solo le preghiere dei giusti.

136-139 Virgilio si avvia e invita Dante a seguirlo, perché è già mezzogiorno.

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Quando per dilettanze o ver per doglie,

che alcuna virtù nostra comprenda,

[3] l'anima bene ad essa si raccoglie,

par ch'a nulla potenza più intenda;

e questo è contra quello error che crede

[6] ch'un'anima sovr' altra in noi s'accenda.

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