Livio, Ab urbe condita: Libro 42; 32 - 49, pag 5

Livio, Ab urbe condita: Libro 42; 32 - 49

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 42; 32 - 49

Haec seniores, quibus nova ac nimis -callida minus- placebat sapientia; vicit tamen ea pars senatus, cui potior utilis quam honesti cura erat, ut conprobaretur prior legatio Marci, et eodem rursus in Graeciam cum * quinqueremibus remitteretur iubereturque cetera, uti e re publica maxime visum esset, agere

A quoque Atilium miserunt ad occupandam Larisam in Thessaliam timentes, ne, si indutiarum dies exisset, -Perseus- praesidio eo misso caput Thessaliae in potestate haberet

Duo milia peditum Atilius ab Cn Sicinio accersere ad eam rem agendam iussus

Et P Lentulo, qui ex Achaia redierat, trecenti milites Italici generis dati, ut Thebis daret operam, ut in potestate Boeotia esset

[48] His praeparatis, quamquam ad bellum consilia erant destinata, senatum tamen praeberi legatis placuit
Questo dicevano i vecchi, che disapprovavano codeste nuove e troppo -ardite- teorie; prevalse tuttavia quella parte del senato più sensibile al richiamo dell'utile che dell'onesto, cosicché fu approvata la precedente missione di Marcio e di nuovo sempre in Grecia egli fu rinviato con ** quinqueremi ed il mandato di agire come meglio credesse per il bene della repubblica

Spedirono anche A Atilio ad occupare Larissa in Tessaglia, temendo che allo spirar della tregua -Perseo- vi inviasse una guarnigione per entrare in possesso della capitale della Tessaglia

Atilio per questa azione doveva farsi venire duemila fanti da Cn Sicinio

Anche a P Lentulo, di ritorno dall'Acaia, furono assegnati trecento soldati di stirpe italica, col compito di adoperarsi, stando a Tebe, di mantenere in suo possesso la Beozia

[48] Fatti questi preparativi, per quanto tutti i piani fossero rivolti alla guerra, pure parve opportuno dare udienza in senato ai legati
Eadem fere, quae in conloquio ab rege dicta erant, relata ab legatis

Insidiarum Eumeni factarum crimen et maxima cura et minime tamen probabilitermanifesta enim res eratdefensum; cetera deprecatio erat

Sed non eis animis audiebantur, qui aut doceri aut flecti possent

Denuntiatum, extemplo moenibus urbis Romae, Italia intra tricesimum diem excederent

P Licinio deinde consuli, cui Macedonia provincia obvenerat, denuntiatum, ut exercitui diem primam quamque diceret ad conveniendum

C Lucretius praetor, cui classis provincia erat, cum quadraginta quinqueremibus ab urbe profectus; nam ex refectis navibus alias in alium usum retineri ad urbem placuit

Praemissus a praetore est frater -M- Lucretius cum quinqueremi una, iussusque ab sociis ex foedere acceptis navibus ad Cephallaniam classi occurrere
Questi ripeterono presso a poco le stesse cose che il re aveva dette durante il colloquio

La colpa dell'attentato ad Eumene fu respinta con estrema energia e tuttavia con minimo successo - si trattava del resto di responsabilità manifesta -; tutto il resto fu soltanto preghiera

Ma non erano ascoltati da tali animi, che potessero essere illuminati o persuasi

Fu intimato che si allontanassero immediatamente dalle mura della città di Roma, ed entro dodici giorni sgombrassero dall'Italia

Poi al console P Licinio, cui era toccata in sorte la Macedonia, fu dato ordine di indire per il primo giorno possibile la radunata

Il pretore C Lucrezio, che aveva il comando della flotta, partì dalla città con quaranta qninquereli; ché delle navi già riparate si convenne di mantenerne alcune presso la città per usi diversi

Il fratello -M- Lucrezio fu mandato innanzi dal pretore con una sola quinquereme ed il compito di ricevere le navi dagli alleati secondo le intese ed andare incontro alla flotta a Cefallania
Ab Reginis triremi una -sumpta-, ab Locris duabus, ab Uritibus quattuor, praeter oram Italiae supervectus Calabriae extremum promunturium [in] Ionio mari Dyrrhachium traicit

Ibi decem ipsorum Dyrrhachinorum, duodecim Issaeorum, quinquaginta quattuor Genti regis lembos nanctus, simulans se credere eos in usum Romanorum conparatos esse, omnibus abductis die tertio Corcyram, inde protinus in Cephallaniam traicit

C Lucretius praetor ab Neapoli profectus, superato freto, die quinto in Cephallaniam transmisit

Ibi stetit classis, simul opperiens, ut terrestres copiae traicerentur, simul ut onerariae ex agmine suo per altum dissipatae consequerentur

[49] Per hos forte dies P Licinius consul votis in Capitolio nuncupatis paludatus ab urbe profectus est
-Avuta- una sola trireme da Reggio, due da Locri, quattro da Oria, costeggiando la sponda italiana doppiò l'estrema punta della Calabria e per il mare Ionio passò a Durazzo

Qui trovati dieci navigli proprio di Durazzo, dodici di Issa, cinquantaquattro del re Genzio, fingendo di ritenere che fossero stati messi a disposizione dei Romani, li portò via tutti e dopo tre giorni giunse a Corcira e di lì passò direttamente a Cefallania

Il pretore C Lucrezio, partito da Napoli e superato il canale dopo cinque giorni arrivò a Cefallania

Qui rimase all'ancora la flotta in attesa che fossero traghettate le truppe terrestri e le navi da carico, che nella traversata dell'alto mare avevano perduto i contatti, si ricongiungessero con essa

[49] Era avvenuto in quei giorni che il console P Licinio, pronunciati solennemente i voti sul Campidoglio, in tenuta di guerra partisse dalla città

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Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 11 - 14

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 34; 11 - 14

Semper quidem ea res cum magna dignitate ac maiestate agitur; praecipue convertit oculos animosque, cum ad magnum nobilemque aut virtute aut fortuna hostem euntem consulem prosecuntur

Contrahit enim non officii modo cura, sed etiam studium spectaculi, ut videant ducem suum, cuius imperio consilioque summam rem publicam tuendam permiserunt

Subit deinde cogitatio animos, qui belli casus, quam incertus fortunae eventus communisque Mars belli sit; adversa secundaque, quae inscitia et temeritate ducum clades saepe acciderint, quae contra bona prudentia et virtus attulerit

Quem scire mortalium, utrius mentis, utrius fortunae consulem ad bellum mittant
Senza dubbio non c'è volta che questo avvenimento si compia senza la dovuta dignità o maestà; ma soprattutto attira l'attenzione e gli sguardi, quando si tratta di accompagnare un console che va ad affrontare un nemico di grande tradizione e famoso o per valore o fortuna

Attrae non solo la sollecitudine di soddisfare a un dovere, bensì anche la curiosità dello spettacolo, di mirare cioè il comandante, al cui potere e spirito d'intraprendenza si è rimessa la tutela degli interessi dello stato

Poi negli animi s'insinua la riflessione di quali siano i casi della guerra, come incerti gli eventi della fortuna, imprevedibili gli esiti della battaglia; si prospettano le vicende sfavorevoli o propizie, quali sconfitte spesso siano state subite per incompetenza o temerarietà di generali, e quali frutti invece raccolti per effetto della loro prudenza e virtù

Chi dei mortali può immaginare di quale capacità, di che fortuna sia dotato il console che mandano in guerra
Triumphantemne mox cum exercitu victore scandentem in Capitolium ad eosdem deos, a quibus proficiscatur, visuri, an hostibus eam praebituri laetitiam sint

Persei autem regi, adversus quem ibatur, famam et bello clara Macedonum gens et Philippus pater, inter multa prospere gesta Romano etiam nobilitatus bello, praebebat; tum ipsius Persei numquam, ex quo regnum accepisset, desitum belli expectatione celebrari nomen

Cum his cogitationibus omnium ordinum homines proficiscentem consulem prosecuti sunt

Duo consulares tribuni militum cum eo missi, C Claudius, Q Mucius, et tres inlustres iuvenes, P Lentulus et duo Manli Acidini: alter M Manli, alter L Manli filius erat

Cum iis consul Brundisium ad exercitum -profectus- atque inde cum omnibus copiis transvectus ad Nymphaeum in Apolloniatium agro posuit castra
Saranno destinati poi a rivederlo trionfatore ascendere con l'esercito vittorioso al Campidoglio per recarsi nel tempio di quei medesimi dei, donde era mosso partendo, oppure sarà riservata al nemico una tale letizia

Ed al re Perseo, contro il quale ora si andava in guerra, fornivano notorietà e la gente macedone illustre per virtù militare e il padre Filippo, fra i molti altri successi di guerra reso famoso anche dalla campagna contro i Romani; e poi dello stesso Perseo, da quando era salito al trono, non si era mai cessato di ripetere il nome nell'attesa di questa guerra

In questi pensieri uomini di ogni classe accompagnarono il console che partiva

Due consolari gli furono dati come seguito, col grado di tribuni militari, C Claudio e Q Marcio, e tre giovani di famiglie illustri, P Lentulo e i due Manlii Acidini: l'uno figlio di M Manlio e l'altro di L Manlio

Con essi il console -partì- alla volta di Brindisi per raggiunger l'esercito e di lì traghettato il mare con tutte le truppe, pose il campo presso Ninfeo nel territorio di Apollonia

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