Le origini del Totalitarismo di Hannah Arendt: riassunto

Le origini del Totalitarismo di Hannah Arendt: riassunto

Una delle teorie tra le più famose sui totalitarismi è quella ideata dalla filosofa contemporanea Hannah Arendt con la sua opera: “Le origini del totalitarismo”

In esso la Arendt afferma che di fronte a eventi come i totalitarismi non si può parlare in termini di semplice oppressione o di tirannide. Nella Russia di Stalin e nella Germania di Hitler le tradizionali teorie politiche crollano a pezzi, richiedendo una spiegazione innovativa.   

La Arendt inoltre è stata ebrea nel reich del Fürer, quindi la sua non è solo una speculazione filosofica, ma è il tentativo di spiegare il perché è accaduto ciò che lei ha vissuto in prima persona. Non a caso la maggior parte della teoria va alla ricerca delle origini dell'Antisemitismo e delle sue cause, tentando di spiegare come un fenomeno del genere possa essersi verificato in una nazione con un apparato di governo tra i più altamente sviluppati, elaborati e sofisticati, quale era la Germania e con un popolo culturalmente avanzato che all'epoca poteva sfoggiare "mostri" della cultura come Goethe, Nietzsche, Schopenhauer e altri ancora, e che poi raggiunse il suo acme nella delirante idea comunemente chiamata shoah: ovvero quell'immane tragedia dove più di sei milioni di ebrei vennero sterminati.

Il più atroce scempio dell'era moderna, e non solo per il numero di vittime anche se incredibilmente elevato, in quanto anche il comunismo sovietico e altri regimi di stampo marxista (o che almeno così si definivano), hanno causato tragedie che in vite umane raggiungevano se non superavano quello nazista. Ma quello guidato da Hitler non può essere paragonato a nessun altro per razionalità e ferocità. Nei Gulag russi infatti, "i prigionieri morivano più per trascuratezza che per le torture effettuate dai russi" stessi, mentre i lager erano dei veri e propri campi di morte, che andavano ben oltre l'eliminazione fisica dei prigionieri, essi miravano anche all'eliminazione della persona nel profondo.

Ma non si deve cadere nell'errore di credere che il massacro degli ebrei era una follia imposta da Hitler, poiché tutti sapevano, ma ben poche furono le voci che si levarono contro le efferatezze del regime e per lo più provenivano dagli ambienti ecclesiastici della chiesa cristiana che il nazismo non riuscì mai a sedurre (al contrario di quella ortodossa) o a piegare quando si arrivò all'opposizione vera e propria. Hitler Infatti non ha mai approvato ufficialmente la shoa, ma nel sistema messo su dal nazismo bastava il tacito consenso del dittatore all'iniziativa di uno dei suoi discepoli, per scatenare una reazione a catena che vedeva i contendenti compiere gli azzardi politici più spietati, o le efferatezze più disumane pur di aggraziarsi ai suoi occhi.

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