Uomo di Stato vissuto nel IV secolo a.C., Focione era stato condannato a morte a causa di presunti errori politici molto gravi. Dal momento che, per evitare che venissero celebrati i suoi funerali, era stata varata una legge che vietava di accendere una pira funebre entro i confini cittadini, il suo cadavere venne portato fuori Atene, a Megara appunto, e lì cremato.
Mentre il primo dei due paesaggi dedicati al Focione è incentrato sulle manifestazioni di profondo dolore degli schiavi che portano il corpo dell'uomo fuori dalla città, il secondo è molto più attenuato nei toni. In primo piano vediamo la vedova di Focione che raccoglie le ceneri del marito con fare sommesso, quasi che non volesse attirare l'attenzione su ciò che sta facendo. In generale il trattamento che Poussin fa della scena è notevole per il suo splendore pastorale e per la descrizione di una natura feconda, maestosa e armoniosa