Italiano una favola mitologica intrisa di sangue di fiamme fra un crepitio di scintille e un denso fumigare di fuligini, tutta un rogo: si direbbe che la pittura stessa abbia preso fuoco, come in un ultima grande vampata
il satiro Marsia al centro, è legato ad un albero a testa in giù. mentre Apollo e uno scita in piedi, lo stanno scuoiando. A sinistra una figura suona la lira, a destra re Mida, con corona d'oro e orecchie d'asino, assiste alla scena, mentre un altro satiro porta un secchio d'acqua, forse per alleviare le pene della vittima. Dal braccio sta colando il sangue che viene leccato da un cagnolino, mentre in primo piano un altro cane è trattenuto da un bambino.
La principale fonte figurativa del Marsia di Tiziano è l'invenzione di Giulio Romano per la sala di Ovidio a palazzo Te. In questo contesto, Mida con fattezze simili a Tiziano, non si copre gli occhi come nell'affresco di Giulio Romano, gesto che afferma la sua incapacità di comprendere, ma medita sulla verità che viene rivelata per mano divina, sulla nuova bellezza che nasce da dentro, e si svela piano, come la morte che arriva lentamente nel testo ovidiano.
La figura che sta suonando la lira sarebbe una seconda rappresentazione di Apollo, allusiva al momento precedente all'episodio descritto, quello della vittoria del Dio su Marsia nella gara musicale. Re Mida osserva in atteggiamento di meditazione in una posa che ricorda Saturno, divinità melanconica del tempo, che sta a significare le riflessioni filosofiche sull'essenza della vita e dell'arte
