deve essere presa la dura decisione di sterminare quella gente dalla faccia della terra
Heinrich Himmler
Speer cerca di prendere le distanze. Sostiene che era andato via prima che Himmler pronunciasse quelle parole ma viene citato per nome dallo stesso capo delle S.S. togliendo ogni dubbio sul fatto che il ministro degli armamenti sapesse o meno cosa succedesse nei campi di concentramento. Quel "tu" pronunciato da Himmler lascia intendere chiaramente che Speer era presente
questo non ha niente a che fare con il membro del partito Speer. Tu non puoi farci niente
Heinrich Himmler
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Nonostante sia padre di sei figli, passa molto tempo da solo. Negli anni '70 confessa alla moglie di avere un amante, è una anglo-tedesca che vive a Londra. E' sposata e ha la metà dei suoi anni. Quando la BBC gli propone un intervista lui unisce l'utile al dilettevole e una volta finita la registrazione negli studi televisivi va trovare l'amante. Qui morirà per una emoraggia cerebrale.
LA VENDITA DEI QUADRI DI ALBERT SPEER
Quando muore Robert Franck, l'amico fidato di Speer, i familiari ritrovano i quadri in un garage vicino la città di Bonn. Non sono a conoscenza della storia che c'è dietro. L'avvocato della famiglia chiama un esperto per farli valutare e questi capisce che sono dipinti di valore. L'avvocato consiglia alla famiglia di portare i quadri a Colonia dove risiede una famosa casa d'aste. I dipinti vengono valutati 2 milioni di marchi tedeschi ma prima di essere messi invendita, la casa d'asta blocca tutto.
Un uomo si accorge che alcuni quadri sono incorniciati con lo stile dell'epoca nazista. Prendono il quadro più famoso della collezione e notano che nel catalogo risulta essere proprietario Albert Speer. La casa d'aste organizza privatamente un incontro con l'uomo e un rappresentante della famiglia Frank e alla fine si accordano nella spartizione del ricavato a metà. 50 e 50. Molti dipinti risultano essere di origini ebraiche e rubate nel periodo nazista, altra prova che inchioda Albert Speer sulle sue dichiarazioni pregresse ma questa è un altra storia.
Ai compratori non importano le origini. Il nome del proprietario, Albert Speer, nel catalogo non viene riportato, resta anonimo e in certi casi neanche il nome del precedente proprietario quando questi era Karl Haberstock, il mercante d'arte di Hitler. Speer si presenterà alla casa d'asta incassando 1 milione di marchi tedeschi in contanti. La metà come da accordi. Nessuna ricevuta, nessuna firma, nessuna prova.