Newton usò un altro prisma per ricomporre le lunghezze d'onda. Fino a quel momento era convinzione diffusa che l'arcobaleno generato da un prisma colpito da un raggio di luce fosse dovuto ad alcune impurità nel vetro del prisma stesso. La luce del Sole bianca e pura era considerato un dono di Dio: non era pensabile che venisse spaccata o, peggio ancora, che venisse creata a partire da un rimescolio di luci colorate. Durante il medioevo mescolare i colori era un tabù, una pratica che violava l'ordine naturale delle cose, e persino all'epoca di Newton l'idea che mettendo insieme dei colori se ottenesse la luce bianca era blasfemia.
Nella pittura, gli artisti sapevano che più colori si mescolano insieme, più ci si avvicina al nero, e non al bianco. La spiegazione per cui mescolando luce colorata si ottiene il bianco, mentre mescolando pittura colorata si ottiene il nero, si trova negli studi di ottica. Di base, ci sono due modi di mescolare il colore: quello additivo e quello sottrattivo.
- Nella mescolanza additiva, diverse lunghezze d'onda luminose si combinano per creare colori diversi; quando vengono mescolati insieme, producono luce bianca: e proprio quello che Newton ha dimostrato con i suoi esperimenti basati sul prisma
- Quando lo si fa con la pittura, invece succede il contrario. Dato che ogni pigmento riflette verso l'occhio solo una parte della luce disponibile, quando si mescolano insieme diversi colori si sottraggono ancora più lunghezze d'onda. Basta mescolarne insieme una quantità sufficiente e una piccolissima parte dello spettro visibile verrà riflessa: così percepiremo quella mistura come se fosse nera, o di un colore molto simile al nero