Giovinetta con bicchiere di vino (la dama con due gentiluomimi) - Jan Vermeer

Giovinetta con bicchiere di vino (la dama con due gentiluomimi) - Jan Vermeer

sono presenti due uomini e l'idea di seduzione sembra espressa con maggior forza. L'uomo al centro si protende in avanti per parlare con la donna, vestita di un elegante e vaporoso abito di raso, che pudica è incerta guarda fuori dal quadro

la ragazza sembra esitare nel bere. La bevanda non è necessariamente vino; si può trattare ugualmente del filtro d'amore citato nei libri di medicina del XVII secolo, la cui composizione provoca una effervescenza dell'umore vitale. Tale bevanda poteva sortire effetti di due tipi:

  1. scatenare un amore intenso ed estremo
  2. uno stato di malinconia paralizzante, come nel caso dell'uomo seduto al tavolo, con la testa appoggiata alla mano in atteggiamento malinconico
L'uomo al centro svolge probabilmente un ruolo di intermediario tra i due personaggi. La tresca si sviluppa in assenza dello sposo, ma il quadro appeso al muro rappresenta un uomo il cui sguardo si indirizza, non a caso, proprio sulla giovane. Stiamo assistendo alla progettazione di una relazione amorosa segreta. Il limone sbucciato sul vassoio d'argento, sistemato come una natura morta di fianco alla caraffa poggiata vicino ad un tovagliolo bianco, ha lo scopo di attenuare l'effetto del filtro d'amore

Un giovane corteggiatore avvolto in un elegante cappa, accompagna con cura la mano della donna, che tiene delicatamente la base di un bicchiere mezzo pieno di vino. Sembra con ogni evidenza un momento di seduzione, accentuato dal rosso infuocato dell'abito della fanciulla, un tabbaard per le occasioni formali: corpetto stretto e rigido e una gonna ricca e lunga fino a terra.

L'artista olandese non è nuovo a scena di questo tono. Esiste un'altra tela dove una donna ha accolto l'offerta dell'uomo e beve con qualche esitazione il contenuto del calice, mentre il suo seduttore, in piedi accanto a lei, poggia attento la mano sulla brocca pronto a riempirlo di nuovo.

Che l'amore e il sesso vadano a braccetto con l'allegria suscitata dal vino e cosa nota da tempo immemore ma in queste scene Vermeer ha voluto costruire un sistema complesso di rimandi. I suoi personaggi rappresentano caratteri fin troppo chiari.

L'uomo seduto personifica la noia, che ottunde chi non si lascia provocare dal piacere del vino. Il suo compare premuroso sogghigna sotto i baffi, pronto a concupire la ragazza ignara, che forse ha già assaporato la bevanda. Il sospetto che non sia del tutto sobria nasce dal suo sorriso, per nulla timido e compito, piuttosto arrendevole con incontrollato. La sua schiena leggermente curva, il collo in avanti, il braccio sinistro abbandonato sulle gambe, quel fazzoletto stropicciato tra le dita: tutto contribuisce a illanguidire la posa della donna, che ci guarda quasi da giustificarsi della sua arrendevolezza

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L'allegria sopraggiunge quando si abbassano le difese morali, può essere un sentimento lascivo e deprecabile, un eccesso da cui tenersi lontani. Da cosa si può intuire il giudizio severo di Vermeer nei confronti di questa scena?

Dalla figura che decora la finestra, un dettaglio sottolineato dall'ingresso prepotente della luce. Nella vetrata policroma si riconosce l'allegoria della Temperanza: una donna che tiene in mano una brocca d'acqua, utile a mescolare le bevande dai sapori forti, smorzare gli effetti del vino e la giusta temperatura di un bagno. E' il simbolo dell'equilibrio delle passioni, minacciato dall'allegria. Questa presenza, che sembra vegliare sulla scena, è talmente significativa che l'artista tiene lo sportello vetrato aperto, per renderlo più chiaro ai nostri occhi.

L'arte continua a offrirne un ritratto moraleggiante. Si può essere felice, ma bisogna farlo con moderazione. soprattutto quando l'allegria è indotta, si deve gestire con accortezza e coscienza.

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