Cesare, De bello civili: Libro 03; 61-70

Cesare, De bello civili: Libro 03; 61-70

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 03; 61-70

[61] Quos Pompeius, quod erant honesto loco nati et instructi liberaliter magnoque comitatu et multis iumentis venerant virique fortes habebantur et in honore apud Caesarem fuerant, quodque novum et praeter consuetudinem acciderat, omnia sua praesidia circumduxit atque ostentavit

Nam ante id tempus nemo aut miles aut eques a Caesare ad Pompeium transierat, cum paene cotidie a Pompeio ad Caesarem perfugerent, vulgo vero universi in Epiro atque Aetolia conscripti milites earumque regionum omnium, quae a Caesare tenebantur

Sed hi cognitis omnibus rebus, seu quid in munitionibus perfectum non erat, seu quid a peritioribus rei militaris desiderari videbatur, temporibusque rerum et spatiis locorum, custodiarum varia diligentia animadversa, prout cuiusque eorum, qui negotiis praeerant, aut natura aut studium ferebat, haec ad Pompeium omnia detulerunt
61 Poiché erano di nobile famiglia, ed erano giunti riccamente equipaggiati e con grande scorta e con molti giumenti ed erano considerati uomini valorosi ed erano stati tenuti in grande onore presso Cesare, e poiché inoltre la situazione si presentava nuova e insolita, Pompeo li ostentava conducendoli in giro per i presidi

Infatti prima di allora nessuno, né fante né cavaliere, era passato da Cesare a Pompeo, mentre quasi ogni giorno c'era chi disertava Pompeo per Cesare, addirittura in massa disertavano i soldati arruolati in Epiro e in Etolia e i soldati di tutte quelle terre in mano a Cesare

Ma i due Allobrogi, informati su tutto, sulle fortificazioni non ancora portate a termine e sui relativi punti deboli, almeno a parere degli esperti militari, avevano inoltre preso nota delle ore delle operazioni, delle distanze tra i luoghi, della diligenza con cui erano vigilati i posti di guardia, diversa secondo lo zelo o il carattere di chi era preposto alla guardia e avevano riferito tutto quanto a Pompeo
[62] Quibus ille cognitis rebus eruptionisque iam ante capto consilio, ut demonstratum est, tegimenta galeis milites ex viminibus facere atque aggerem iubet comportare

His paratis rebus magnum numerum levis armaturae et sagittariorum aggeremque omnem noctu in scaphas et naves actuarias imponit et de media nocte cohortes LX ex maximis castris praesidiisque deductas ad eam partem munitionum ducit, quae pertinebant ad mare longissimeque a maximis castris Caesaris aberant

Eodem naves, quas demonstravimus, aggere et levis armaturae militibus completas, quasque ad Dyrrachium naves longas habebat, mittit et, quid a quoque fieri velit, praecipit

Ad eas munitiones Caesar Lentulum Marcellinum quaestorem cum legione VIIII positum habebat

Huic, quod valetudine minus commoda utebatur, Fulvium Postumum adiutorem submiserat
62 Pompeo, venuto a conoscenza di queste cose e avendo deciso già in precedenza, come si è detto, di fare una sortita, ordina ai soldati di preparare con vimini coperture per gli elmi e di ammassare materiale per formare un terrapieno

Predisposto ciò, di notte fa salire su battelli e navi veloci un gran numero di soldati armati alla leggera e di arcieri e caricare tutto il materiale per il terrapieno; Intorno a mezzanotte fa uscire fuori dal campo maggiore e dai presidi sessanta coorti conducendole da quella parte delle fortificazioni rivolta verso il mare e molto lontana dall'accampamento più grande di Cesare

Colà manda le navi cariche, come si è detto, di soldati armati alla leggera e del materiale e le navi da guerra di stanza a Durazzo e a ciascuno impartisce ordini dettagliati

Presso quelle fortificazioni Cesare aveva disposto il questore Lentulo Marcellino con la nona legione

A costui, che non godeva di buona salute, aveva affiancato, come aiutante, Fulvio Postumo
[63] Erat eo loco fossa pedum XV et vallum contra hostem in altitudinem pedum X, tantundemque eius valli agger in latitudinem patebat: ab eo intermisso spatio pedum DC alter conversus in contrariam partem erat vallus humiliore paulo munitione

Hoc enim superioribus diebus timens Caesar, ne navibus nostri circumvenirentur, duplicem eo loco fecerat vallum, ut, si ancipiti proelio dimicaretur, posset resisti

Sed operum magnitudo et continens omnium dierum labor, quod milium passuum in circuitu XVII munitiones erat complexus, perficiendi spatium non dabat

Itaque contra mare transversum vallum, qui has duas munitiones coniungeret, nondum perfecerat

Quae res nota erat Pompeio delata per Allobrogas perfugas, magnumque nostris attulerat incommodum
63 In quel luogo vi era una fossa di quindici piedi e, dirimpetto al nemico, una palizzata alta dieci piedi, il cui terrapieno si estendeva altrettanto in larghezza; a una distanza di seicento piedi vi era, rivolto dalla parte opposta, un altro vallo con una fortificazione un po' più bassa

Infatti Cesare, nei giorni precedenti, aveva fatto costruire un duplice vallo in quel luogo, temendo che i nostri venissero circondati dalle navi, in modo da potere resistere nel caso si fosse combattuto su due fronti

Ma la mole del lavoro e l'ininterrotta fatica di ogni giorno non permettevano il compimento dell'impresa, poiché la lunghezza della linea delle fortificazioni era di diciassette miglia

E così il bastione posto trasversalmente di fronte al mare che doveva congiungere queste due fortificazioni non era ancora terminato

E il fatto, noto a Pompeo, poiché gli era stato riferito dai disertori Allobrogi, recò grande danno ai nostri

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Cesare, De bello civili: Libro 01, 01-10
Cesare, De bello civili: Libro 01, 01-10

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 01, 01-10

Nam ut ad mare duo cohortes nonae legionis excubuerant, accessere subito prima luce Pompeiani; simul navibus circumvecti milites in exteriorem vallum tela iaciebant, fossaeque aggere complebantur, et legionarii interioris munitionis defensores scalis admotis tormentis cuiusque generis telisque terrebant, magnaque multitudo sagittariorum ab utraque parte circumfundebatur

Multum autem ab ictu lapidum, quod unum nostris erat telum, viminea tegimenta galeis imposita defendebant
Infatti, quando le nostre coorti [della nona legione] avevano finito il turno di guardia presso il mare, all'improvviso all'alba giunsero i Pompeiani [vi fu l'arrivo dell'esercito]: i soldati imbarcati sulle navi, giunti alle spalle, scagliavano proiettili contro il bastione esterno, altri riempivano di materiale le fosse e contemporaneamente i legionari, appoggiate le scale, atterrivano i difensori della fortificazione interna, scagliando a mano e con macchine proiettili di ogni tipo, mentre una grande moltitudine di arcieri incalzava da entrambi i lati

La copertura di vimini posta sopra gli elmi era una valida difesa dai colpi di pietra, unica arma in mano ai nostri
Itaque cum omnibus rebus nostri premerentur atque aegre resisterent animadversum est vitium munitionis, quod supra demonstratum est, atque inter duos vallos, qua perfectum opus non erat, Pompeiani navibus eiti in aversos nostros impetum fecerunt atque ex utraque munitione deiectos terga vertere coegerunt [64] Hoc tumultu nuntiato Marcellinus cohortes subsidio nostris laborantibus submittit ex castris; quae fugientes conspicatae neque illos suo adventu confirmare potuerunt neque ipsae hostium impetum tulerunt

Itaque quodcumque addebatur subsidii, id corruptum timore fugientium terrorem et periculum augebat; hominum enim multitudine receptus impediebatur
E così, mentre i nostri venivano incalzati in ogni modo e a fatica resistevano, ci si rese conto, come sopra si è detto, del difetto della fortificazione; i Pompeiani, sbarcati nel tratto di mare fra i due bastioni, là dove il lavoro di fortificazione non era stato completato, fecero impeto contro i nostri alle spalle e li cacciarono da entrambe le linee di fortificazione costringendoli a fuggire; 64 All'annuncio di questo assalto improvviso, Marcellino manda dal campo coorti in aiuto ai nostri in difficoltà, ma queste trovarono i nostri in fuga e non poterono col loro arrivo infondere coraggio; esse stesse non sostennero l'assalto nemico

E così, qualunque aiuto inviato, contaminato dal terrore dei fuggitivi, aumentava a sua volta terrore e pericolo: infatti la ritirata veniva impedita dal gran numero di uomini

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Cesare, De bello civili: Libro 03; 101-112
Cesare, De bello civili: Libro 03; 101-112

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 03; 101-112

In eo proelio cum gravi vulnere esset affectus aquilifer et a viribus deficeretur, conspicatus equites nostros, hanc ego, inquit, et vivus multos per annos magna diligentia defendi et nunc moriens eadem fide Caesari restituo

Nolite, obsecro, committere, quod ante in exercitu Caesaris non accidit, ut rei militaris dedecus admittatur, incolumemque ad eum deferte

Hoc casu aquila conservatur omnibus primae cohortis centurionibus interfectis praeter principem priorem

[65] Iamque Pompeiani magna caede nostrorum castris Marcellini appropinquabant non mediocri terrore illato reliquis cohortibus, et M Antonius, qui proximum locum praesidiorum tenebat, ea re nuntiata cum cohortibus XII descendens ex loco superiore cernebatur

Cuius adventus Pompeianos compressit nostrosque firmavit, ut se ex maximo timore colligerent
In quella battaglia un aquilifero, ferito gravemente, mentre già gli venivano meno le forze, alla vista dei nostri cavalieri disse: Quest'aquila io da vivo per molti anni l'ho difesa con grande zelo e ora, morendo, la restituisco a Cesare con la medesima fedeltà

Vi prego, non permettete che sia commesso atto vergognoso per l'onore militare, cosa che mai è avvenuta prima nell'esercito di Cesare, e consegnategliela intatta

In tal modo l'aquila fu salvata, sebbene fossero uccisi tutti i centurioni della prima coorte, eccetto il centurione al comando della prima centuria

65 E già i Pompeiani si avvicinavano al campo di Marcellino con grande strage dei nostri e recando non poco terrore alle altre coorti, quando Marco Antonio, che era a capo del posto di presidio più vicino, annunciatagli la disfatta viene visto scendere dalle alture con dodici coorti

Il suo arrivo arrestò i Pompeiani e rincuorò i nostri, cosicché si rinfrancarono dalla tremenda paura
Neque multo post Caesar significatione per castella fumo facta, ut erat superioris temporis consuetudo, deductis quibusdam cohortibus ex praesidiis eodem venit

Qui cognito detrimento eum animadvertisset Pompeium extra munitiones egressum, castra secundum mare munire, ut libere pabulari posset nec minus aditum navibus haberet, commutata ratione belli, quoniam propositum non tenuerat, castra iuxta Pompeium munire iussit

[66] Qua perfecta munitione animadversum est a speculatoribus Caesaris, cohortes quasdam, quod instar legionis videretur, esse post silvam et in vetera castra duci

Castrorum sic situs erat

Superioribus diebus nona Caesaris legio, cum se obiecisset Pompeianis copiis atque opere, ut demonstravimus, circummuniret, castra eo loco posuit

Haec silvam quandam contingebant neque longius a mari passibus CCC aberant
E non molto dopo Cesare, non appena un segnale di fumo da fortino a fortino lo avvertì, secondo l'usanza dei tempi passati, giunse nel medesimo luogo con alcune coorti tratte dai presidi

Venuto a conoscenza della sconfitta subìta e visto che Pompeo era uscito dalle trincee e fortificava il campo lungo il mare per potere foraggiare liberamente e avere possibilità di accesso alle navi, Cesare cambia il piano di guerra, poiché non aveva ottenuto gli scopi prefissati, e ordina di trincerarsi vicino a Pompeo

66 Terminata questa fortificazione, gli esploratori di Cesare videro, dietro a una foresta, alcune coorti, che sembravano avere l'effettivo di una legione e venivano condotte verso un vecchio accampamento

La posizione del campo era questa

Nei giorni precedenti la nona legione di Cesare, dopo essersi opposta alle truppe pompeiane e, come si è detto, dopo avere costruito una cinta di fortificazioni, aveva posto qui il suo campo

Tale campo era vicino a una foresta e distava dal mare non più di trecento passi

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Cesare, De bello civili: Libro 03; 71-80
Cesare, De bello civili: Libro 03; 71-80

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 03; 71-80

Post mutato consilio quibusdam de causis Caesar paulo ultra eum locum castra transtulit, paucisque intermissis diebus eadem Pompeius occupaverat et, quod eo loco plures erat legiones habiturus, relicto interiore vallo maiorem adiecerat munitionem

Ita minora castra inclusa maioribus castelli atque arcis locum obtinebant

Item ab angulo catrorum sinistro munitionem ad flumen perduxerat circiter passus CCCC, quo liberius a periculo milites aquarentur

Sed is quoque mutato consilio quibusdam de causis, quas commemorari necesse non est, eo loco excesserat

Ita complures dies inania manserant castra; munitiones quidem omnes integrae erant

[67] Eo signa legionis illata speculatores Caesari renuntiarunt

Hoc idem visum ex superioribus quibusdam castellis confirmaverunt

Is locus aberat a novis Pompei castris circiter passus quingentos
In seguito Cesare, mutato il piano per certi motivi, portò il campo un poco oltre quella posizione; pochi giorni dopo Pompeo aveva occupato questo medesimo luogo e, poiché aveva intenzione di tenere lì un maggiore numero di legioni, lasciata la trincea interna, ne aveva aggiunta una più ampia

E così il campo minore incluso in quello maggiore faceva da fortino e da roccaforte

Parimenti dall'angolo sinistro del campo aveva condotto fino al fiume una linea di fortificazioni di circa quattrocento passi perché i soldati potessero più liberamente e senza pericolo approvvigionarsi di acqua

Ma anche Pompeo, mutato piano per certi motivi che non è necessario ricordare, si era allontanato da quel luogo

Così per parecchi giorni il campo era rimasto vuoto, e tutto il sistema di difesa era intatto

67 Gli esploratori informarono Cesare che in quel campo erano state portate le insegne della legione

avvistamenti da alcuni fortilizi più elevati confermarono la stessa cosa

Questo luogo distava dal nuovo campo di Pompeo circa cinquecento passi
Hanc legionem sperans Caesar se opprimere posse et cupiens eius diei detrimentum sarcire, reliquit in opere cohortes duas, quae speciem munitionis praeberent; ipse diverso itinere quam potuit occultissime reliquas cohortes, numero XXXIII, in quibus erat legio nona multis amissis centurionibus deminutoque militum numero, ad legionem Pompei castraque minora duplici acie eduxit

Neque eum prima opinio fefellit

Nam et pervenit prius, quam Pompeius sentire posset, et tametsi erant munitiones castrorum magnae, tamen sinistro cornu, ubi erat ipse, celeriter aggressus Pompeianos ex vallo deturbavit

Erat obiectus portis ericius

Hic paulisper est pugnatum, cum irrumpere nostri conarentur, illi castra defenderent, fortissime Tito Pulione, cuius opera proditum exercitum C Antoni demonstravimus, eo loco propugnante
Cesare, sperando di potere piombare addosso a questa legione e desiderando vendicare il danno ricevuto in quel giorno, lasciò nelle fortificazioni due coorti per fare credere che si compissero lavori di rafforzamento; egli stesso condusse verso la legione e il campo minore di Pompeo, con un percorso discosto e il più segretamente possibile, le rimanenti legioni schierate su due file, in numero di trentatré, fra cui vi era la nona legione che aveva perduto molti centurioni e che aveva un ridotto numero di soldati

E la sua prima convinzione non fu fallace

Infatti giunse prima che Pompeo potesse accorgersene, e, nonostante le fortificazioni del campo fossero imponenti, dall'ala sinistra, dove egli stesso si trovava, colpì con un rapido attacco i Pompeiani e li scacciò dal vallo

Una trave irta di punte di ferro era posta dinanzi alle porte

Qui si combatté per un po': i nostri tentavano di fare irruzione e i Pompeiani di difendere il campo; qui combatté da eroe Tito Pullione, per opera del quale, come abbiamo detto, fu tradito l'esercito di C Antonio

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Sed tamen nostri virtute vicerunt excisoque ericio primo in maiora castra, post etiam in castellum, quod erat inclusum maioribus castris, irruperunt, quo pulsa legio sese receperat, et nonnullos ibi repugnantes interfecerunt

[68] Sed fortuna, quae plurimum potest cum in reliquis rebus tum praecipue in bello, parvis momentis magnas rerum commutationes efficit; ut tum accidit

Munitionem, quam pertinere a castris ad flumen supra demonstravimus, dextri Caesaris cornu cohortes ignorantia loci sunt secutae, cum portam quaererent castrorumque eam munitionem esse arbitrarentur

Quod cum esset animadversum coniunctam esse flumini, prorutis munitionibus defendente nullo transcenderunt, omnisque noster equitatus eas cohortes est secutus
Ma i nostri vinsero per il loro valore e, distrutta la trave, dapprima fecero irruzione nel campo maggiore, poi anche nel fortilizio che si trovava dentro il campo più grande, poiché là si era ritirata la legione che era stata respinta; uccisero alcuni nemici che qui facevano resistenza

68 Ma la Fortuna, che ha grande potere in tutti gli altri eventi ma sopra tutto in guerra, in breve spazio di tempo produce grandi mutamenti, e così avvenne allora

Le coorti dell'ala destra di Cesare, non conoscendo il posto, avanzarono lungo il trinceramento, che, come sopra abbiamo detto, si estendeva dal campo al fiume, alla ricerca di una porta pensando che quello fosse il trinceramento del campo

Ma quando ci si accorse che esso andava a finire al fiume,dopo avere distrutta la fortificazione senza che nessuno opponesse difesa, la oltrepassarono e tutta la nostra cavalleria seguì quelle coorti

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