Cesare, De bello civili: Libro 02; 23 - 44, pag 4

Cesare, De bello civili: Libro 02; 23 - 44

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 02; 23 - 44
Qui in classe erant, proficisci properabant

Horum fuga navium onerariarum magistros incitabat; pauci lenunculi ad officium imperiumque conveniebant

Sed tanta erat completis litoribus contentio, qui potissimum ex magno numero conscenderent, ut multitudine atque onere nonnulli deprimerentur, reliqui hoc timore propius adire tardarentur

[44] Quibus rebus accidit, ut pauci milites patresque familiae, qui aut gratia aut misericordia valerent aut naves adnare possent, recepti in Siciliam incolumes pervenirent

Reliquae copiae missis ad Varum noctu legatorum numero centurionibus sese ei dediderunt
Coloro che erano sulle navi da guerra acceleravano la partenza

La loro fuga istigava i comandanti delle navi da carico; solo poche barchette si radunavano per eseguire il loro compito, come era stato ordinato

E sul lido affollato tanta era la gara a chi, in tale moltitudine, per primo riuscisse a imbarcarsi, che alcune imbarcazioni affondavano per il peso della gente, altre tardavano ad avvicinarsi, temendo la stessa fine

44 Per questi motivi accadde che solo pochi soldati e padri di famiglia, che erano influenti per autorità o suscitavano commiserazione o erano in grado di raggiungere a nuoto le navi, furono imbarcati e giunsero sani e salvi in Sicilia

Le altre truppe, inviati di notte a Varo dei centurioni in qualità di ambasciatori, si consegnarono a lui
Quarum cohortium milites postero die ante oppidum Iuba conspicatus suam esse praedicans praedam magnam partem eorum interfici iussit, paucos electos in regnum remisit, cum Varus suam fidem ab eo laedi quereretur neque resistere auderet

Ipse equo in oppidum vectus prosequentibus compluribus senatoribus, quo in numero erat Ser Sulpicius et Licinius Damasippus paucis, quae fieri vellet, Uticae constituit atque imperavit diebusque post paucis se in regnum cum omnibus copiis recepit

Il giorno dopo Giuba, vedendo dinanzi alla città le coorti di questi soldati, dichiarò pubblicamente che erano sua preda di guerra e ordinò che una gran parte di loro venisse uccisa; pochi soldati, da lui scelti, furono mandati nel suo regno, sebbene Varo lamentasse, senza però osare opporsi, che egli offendeva la sua lealtà

Lo stesso re, entrato a cavallo in città, seguito da parecchi senatori, fra i quali Servio Sulpicio e Licinio Damasippo, in pochi giorni stabilì e ordinò che cosa voleva si facesse in Utica, e dopo pochi giorni ritornò con tutte le milizie nel suo regno

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